Come evitare il Burnout mentre persegui obiettivi ambiziosi (parte 2)

Come proteggerti dal burnout da “criceto nella ruota" grazie ai giusti momenti di riposo

Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questo nuovo episodio di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.

Questa puntata è la seconda e conclusiva parte dell’episodio precedente in cui stiamo parlando di come evitare di cadere vittima del burnout mentre persegui degli obiettivi ambiziosi.

Il discorso che proseguiamo in questo episodio, è un po’ la logica continuazione di quello che ti ho detto nella precedente puntata.
Pertanto, se non l’hai ancora letta o ascoltata, ti consiglio di interrompere la lettura qua e di partire da questo articolo:

>> Come evitare il Burnout mentre persegui obiettivi ambiziosi (parte 1)

Se invece hai già approfondito quel contenuto, molto bene: possiamo continuare insieme!

Ricapitoliamo comunque molto velocemente il discorso di come evitare il burnout mentre persegui obiettivi ambiziosi, perché secondo me, non è mai l’obiettivo che ti dai ad essere veramente la cosa più importante.

Quello che conta realmente per essere felici, per essere appagati, per essere soddisfatti è la qualità del viaggio per arrivare a quell’obiettivo, a quel traguardo. Vale a dire, arrivare ai tuoi traguardi professionali ancora carico di belle energie, seppur stanco ma felice, soddisfatto e appagato è la cosa più importante.

Abbiamo iniziato a parlare di come fare a riconoscere il burnout, perché è subdolo. E quando ci si cade dentro, offusca la mente e rende difficile rendersi conto di essere in un momento di burnout. Di conseguenza, è molto difficile tirarsene fuori senza buttare via la famigerata “acqua sporca con il bambino”.

Nello scorso episodio, abbiamo definito quelle che sono secondo me, le tre tipologie più comuni di burnout.
Vale a dire:
– quello che io chiamo il burnout da “criceto nella ruota”;
– il burnout da stasi;
– il burnout della vittima.

E abbiamo iniziato a focalizzarci sul burnout da “criceto nella ruota”, quello che colpisce cioè Chi lavora senza sosta per raggiungere degli obiettivi ambiziosi che si dà, perché è una Persona che vuole costruire.
È una Persona appassionata e quindi questa passione è il motore di tutto quello che fa ma di conseguenza, è il motore anche dell’esaurimento, del burnout.

In queste due puntate, come ti ho detto, mi voglio concentrare in modo particolare su questa tipologia di burnout, perché è quella che conosco meglio.
Non ho mai vissuto burnout da stasi, né tantomeno burnout della vittima. Ma burnout da criceto nella ruota, sì.

Nello scorso episodio ti ho raccontato di quel momento particolare della mia vita, nel quale stavo veramente pensando di buttare via tutto, anche le cose belle, per tirarmi fuori da quel senso di esaurimento che provavo. Buttando via la famigerata “acqua sporca con il bambino”.

E visto che in questo Podcast ti sprono, praticamente in ogni puntata, a raggiungere gli obiettivi che ti dai e magari anche alzare l’asticella per ottenere degli obiettivi più ambiziosi, credo che sia doveroso anche affrontare il come fare a proteggersi dal burnout da criceto nella ruota.

Abbiamo concluso lo scorso episodio, identificando le cause del burnout del criceto nella ruota e in questa puntata, ripartiamo da qui!

Quale formato scegli?

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video, oppure se immergerti nella lettura delle mie parole.
A Te la scelta!

Qui sotto puoi ascoltare il podcast.

Qui puoi guardare il video

Oppure continua a leggere.

***

Le cause del Burnout del criceto nella ruota

Nello scorso episodio, abbiamo detto che le cause del burnout del criceto nella ruota sono fondamentalmente tre:

– si lavora senza adeguato riposo;

– non ci sono abbastanza momenti rigeneranti;

– e potenzialmente, per Molti, le cose che fanno non sono in linea con i propri Valori più profondi o con i propri scopi personali più alti.

Questo fa fare “boom” al criceto.
Questi sono i motivi per cui una Persona si esaurisce, non è perché corre troppo.

La causa non è perché “si corre troppo”

La colpa la si dà al fatto che si corre troppo.
Invece no: è perché non ci si ferma abbastanza o si corre per i motivi sbagliati quando c’è quel disallineamento con i propri Valori e/o con la Missione personale.

Quando “si corre per i motivi sbagliati”

Partiamo da quest’ultimo punto perché voglio liquidarcelo velocemente.

Il fatto del “correre per i motivi sbagliati” non lo voglio approfondire più di tanto, semplicemente perché ne abbiamo già parlato più volte all’interno di questo Podcast. Puoi approfondire al riguardo questi articoli:

In queste puntate del Podcast infatti, ti ho condiviso il sistema per pianificare i tuoi obiettivi dell’anno. E in quell’occasione, se ti ricordi, siamo partiti proprio dal fare chiarezza per allineare i tuoi obiettivi e le cose che vuoi fare, ai tuoi Valori più profondi. In modo tale da sentirti sempre congruente e soprattutto tenere gli obiettivi allineati, affinchè possano mettersi in fila e creare ancora più forza propulsiva rispetto alla tua Missione personale.

E se sentissi il bisogno di fare chiarezza dentro di Te per aumentare la tua produttività personale e soprattutto il tuo allineamento e la tua capacità di fare tanto in poco tempo, ti segnalo “Produttività Personale Svelata”.
Il mio corso nel quale spiego un Sistema di Produttività Personale che ho chiamato la produttività della felicità, che ti permette di triplicare le cose che fai senza stress o senza tensioni.

Perché tutto il sistema, parte proprio dal fare chiarezza dentro di sé per allineare Missione e Valori personali agli obiettivi della propria Attività.
E ti spiega anche un modo molto semplice per poterlo fare.
Cosicché, applicando quella che io chiamo la produttività della felicità, Tu di fatto ti metti nelle condizioni di proteggerti totalmente dalla terza causa del burnout del criceto nella ruota. Quella del disallineamento tra Valori e Missione personale con quello che stai facendo e il come lo stai facendo.

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Ci rimangono le altre due cause e quindi capiamo invece qual è la soluzione, qual è l’approccio per evitare queste due cause che sono rimaste.

Quando “si lavora senza adeguato riposo” e “non ci sono abbastanza momenti rigeneranti”

Ci sono due macro cose da fare: conservare le energie e ricaricare le energie.

Lo so, può apparire quasi banale ma in realtà fare le cose nel modo giusto è meno intuitivo di quanto sembri.

Vediamole entrambe ma partiamo da come conservare le energie.

5 tattiche per conservare le energie

Secondo me è l’inizio corretto di tutto quanto il discorso, perché serve per poter prevenire invece che dover curare dopo.

Immagina di avere una sorta di serbatoio energetico.

Ogni giorno il lavoro, i Pazienti, le questioni da gestire, le dinamiche, i Collaboratori – e magari anche il tuo cane! – te ne richiedono e consumano un po’.

Il problema, è che spesso siamo talmente impegnati a dare gas, che ci dimentichiamo di fare il pieno perché non guardiamo la lancetta di carburante.

Il primo passo per affrontare correttamente il burnout, è conservare le tue energie e dosarle nel modo corretto, di conseguenza evitare di sprecarle sulle cose sbagliate.

1° Tattica: Impara a dire no

La tattica n°1 per me è la prima, perché anche la più importante: impara a dire no.

Non tutto merita il tuo tempo e le tue energie.
Secondo me:

Dire di no non è una cattiveria verso qualcosa o verso qualcuno. É semplicemente un atto di amore verso Te stessa o verso Te stesso e verso qualcosa che conta realmente per Te.

Impara a dire no a tutte quelle richieste che non si allineano con i tuoi obiettivi o che sovraccaricano il tuo carico di lavoro. Perché proteggere il tuo tempo e proteggere le tue energie focalizzandoti su ciò che è veramente importante è la tua priorità.

Eliminare lo stress derivante da cose eccessive, impegni eccessivi che ti prendi deve essere la tua priorità. Altrimenti se dedichi attenzione ed energie a delle cose che non sono importanti, consumi la benzina che hai nel tuo serbatoio e non te ne rimane abbastanza per le cose realmente importanti. E questo innesca tutti i meccanismi di cui abbiamo parlato.

La prima tattica estremamente importante per conservare le energie, è imparare a dire di no.

L’altra che è collegata, se vogliamo, è la…

2° Tattica: Definisci le priorità

Ciò significa che non tutto è urgente, non tutto è importante.

Abbiamo già parlato in questo Podcast della matrice di Eisenhower e se vuoi approfondirla maggiormente, ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo: lei non mente mai.

Tu dovresti riuscire a concentrarti sistematicamente solo sulle cose importanti possibilmente quando non sono urgenti e delegare tutte le altre, o comunque avere chiare le tue priorità, in modo tale anche da riuscire a dire di no, a quelle cose che non sono nel momento giusto.

È importante definire queste tue priorità e per farlo è fondamentale fare chiarezza dentro di Te.

L’altra questione, sempre per conservare le energie, è…

3° Tattica: Impara a tagliare il superfluo

Visto che stiamo parlando di un approccio per eliminare il burnout da criceto nella ruota, che non vuole farti rinunciare all’ambiziosità dei tuoi progetti e all’ambiziosità dei tuoi obiettivi – perché come dicevamo voglio perseguire l’approccio “E…E” che significa raggiungere l’obiettivo e godermi il viaggio mentre lo perseguo – è estremamente importante dosarti correttamente le energie.

Per fare ciò, un’altra tematica chiave è il tagliare il superfluo.
Esamina le attività che non aggiungono Valore al tuo Lavoro o alla tua Vita e riducile al minimo.

Ricordati poi, che non tutto deve essere fatto alla perfezione: a volte il buono è più che sufficiente.
Non sto parlando di un lavoro fatto in bocca ad un Paziente!

Il fatto è che tante volte, la stessa mentalità di perfezionismo fa ricercare alle Persone la perfezione in tutto quello che vogliono fare (e ti parla uno che ha dovuto combattere con il suo cervello a lungo relativamente a questo!).
Ma…

quando quella perfezione non dà un Valore Aggiunto a quell'attività - non ti permette cioè di concretizzare meglio il tuo Grande Piano - tutta quella qualità in più di perfezione che stai cercando, è semplicemente un sabotaggio che ti stai facendo. Che appesantisce il tuo tempo, svuota il tuo serbatoio di energie e ti rende più facilmente permeabile al burnout.

E per quanto riguarda “i tagli al superfluo”, guarda anche quello che stai facendo da un punto di vista clinico.
Ci sono delle attività che stai facendo che non ha senso che faccia Tu. Le puoi tranquillamente delegare ad un Collaboratore, per avere più benzina per quelle che invece sono davvero più importanti.
E magari, se vuoi mettertene qualcuna di più nell’agenda, metterti quelle lì e non quelle che in realtà potresti delegare ad un Collaboratore.

Un’altra cosa che puoi fare per conservare le energie – io la utilizzo spesso perché per me funziona molto bene – è la…

4° Tattica: Aggiungi attrito

Vale a dire: rendi più difficili da intraprendere le attività che ti distraggono o che consumano energia senza apportare Valore. Come, ad esempio, controllare le mail o guardare i social media.

Per quanto mi riguarda ad esempio, diciamo che tutto quello che vedi pubblicato sui social media, viene pubblicato dalle Persone del Team di Marketing. Però molto spesso, mi trovo a rispondere ad alcuni commenti – più e meno intelligenti – che vengono fatti sotto i post.
Non mi piace pubblicare ma mi piace occuparmi delle risposte ai commenti e ai messaggi.
Nonostante questo, mi rendo conto che quando so che deve che verrà pubblicato un post, mi viene d’istinto di controllare se è arrivato un qualche commento.

Ecco per me ad esempio, aggiungere attrito è prendere il cellulare e metterlo fuori dal raggio del braccio. Renderlo cioè scomodo da prendere. In modo tale che sia più difficile poter cadere in quella abitudine negativa.

Per Te magari, potrebbe essere aggiungere attrito, togliere alla segreteria la possibilità di pianificarti automaticamente la settimana. Ma essere invece costretto a validare insieme, magari il lunedì mattina, l’agenda della settimana, per valutare se effettivamente state riempiendo l’agenda nel modo giusto per permetterti di avere il tempo da dedicare a lavorare sullo Studio e non soltanto nello Studio.
E soprattutto, a conservare le energie.

Perché tante volte, l’approccio che ha la segreteria nel farti l’agenda, non è certamente quello che è più utile per permetterti di conservare le energie: è probabilmente il più utile per servire quanti più Pazienti possibili. Perché di fatto il suo obiettivo è quello.

Aggiungere attrito, vuol dire mettere degli ostacoli intenzionali che limitano quelle attività che ti succhiano energia, permettendoti di concentrare le tue energie sulle attività più produttive e più soddisfacenti, rendendo più difficili tutte le altre.

L’ultima questione che ti dico sul conservare le energie, riguarda la…

5° Tattica: Correggi la rotta

Torna, ancora una volta, il concetto del monitorare dove stai andando.
Io sono un grandissimo sostenitore di questo approccio.

Di fatto:

Effettua regolarmente una riflessione sulle tue attività, anche sul tuo stato mentale di carica mentale, e apporta degli aggiustamenti se ti rendi conto che non sei allineato al modo in cui vorresti fare tutto quello che vuoi fare.

L’obiettivo è mantenere la direzione giusta, prevenendo poi, anche quel disallineamento che può portare al burnout.

Quelli che abbiamo visto sono alcuni consigli, alcuni approcci e alcune tecniche che vedo funzionare molto bene per conservare le energie.
Qui l’approccio, è fare in modo di aumentare l’efficienza della tua macchina e farle consumare meno benzina possibile, eliminando tutte quelle cose che in realtà aumentano i consumi inutilmente, perché non ti fanno accelerare e arrivare più velocemente al risultato.

Concedersi il lusso di rallentare (e riposare) facendo pause di qualità

La seconda strada per evitare il burnout del “criceto nella ruota” parte da un concetto che ho imparato negli anni a considerare e ritenere fondamentale. Si lavora meglio e si ottengono risultati migliori quando ci si concede il lusso di rallentare.

Perciò, la seconda strada da seguire, è quella del ricaricare, facendo delle pause di qualità.

Hai presente quando il tuo cellulare ti segnala il 5% di batteria residua?
La soluzione che hai, non è continuare a usarlo finché non si spegne, perché altrimenti rimani senza telefono per tutto il resto della giornata. Lo colleghi al caricatore, giusto? Benissimo. Lo stesso vale per Te.

Indipendentemente da qual è il livello della batteria, devi averne sempre abbastanza per poter arrivare in fondo al progetto. Perché stiamo parlando di perseguire obiettivi ambiziosi senza cadere vittima del burnout.
E quindi, di fatto, devi collegarti sistematicamente a ciò che ti ricarica veramente.

E allora qua voglio farti due livelli di discorsi, due proiezioni di discorsi.

Uno più nel breve periodo, nella giornata.
E uno invece di proiezione più lunga nel trimestre, nel tuo Piano di 90 giorni. Perché poi ne abbiamo parlato un sacco di volte di questa filosofia, di questo approccio: non corriamo una maratona per raggiungere il budget di fine anno ma facciamo degli sprint di 90 giorni durante l’anno fiscale.

Perciò, voglio farti una proiezione di questo discorso delle pause di qualità sia per la singola giornata, sia per una proiezione che arriva fino ai nostri tre mesi dei piani di 90 giorni.

Le pause di qualità giornaliere

Durante la giornata pianifica delle pause vere, dei momenti nei quali puoi staccare davvero.
Ad esempio puoi fare una piccola passeggiata, prenderti del tempo per fare una meditazione, degli esercizi di stretching che puoi tranquillamente fare in Studio o degli esercizi di corretta respirazione per cinque minuti.

Pianifica nella giornata delle pause vere.
La soluzione “dell’impacchetto l’agenda e lavoro, lavoro, lavoro senza neanche pranzare” non è ok.
No: non ti permette di ricaricare e a lungo andare ti logora.

E crea spazi per ricaricarti.
Non aspettare di essere esausto. Non funziona il “Adesso sono esausto, mi posso veramente fermare”.
Ricorda infatti che non stai facendo un allenamento fisico.

Nella routine quotidiana, cerca di inserire questi momenti di pausa vera.
Ad esempio di 15 minuti ogni due ore: non c’è bisogno che fai di più.
Però attento! Non è “prendo il caffè con qualcuno del Team e continuiamo a parlare di lavoro del lavoro”. Quella non è una pausa, stai continuando a lavorare.

Creati degli spazi, proteggi questi spazi, che sono semplicemente soltanto per Te, per ricaricare le energie.

E sempre per quanto riguarda il breve termine della giornata, fatti dei rituali di fine giornata.
Chiudi le giornate con qualcosa che ti premia, che ti fa stare bene, che ti fa fare chiarezza mentale, che ti fa rilassare o che ti gusta.

Può essere dedicarti ad un hobby che hai, leggere qualcosa di rilassante, andare in palestra, eccetera. Qualsiasi cosa.

Io lo faccio al mattino perché fa parte della mia routine del mattino ma tante persone a differenza mia, si trovano bene a scrivere in un diario, a fare journaling, a fine giornata.
Questo potrebbe essere un altro di quei piccoli rituali di fine giornata che utilizzi per chiudere la tua giornata in una maniera positiva.

Le pause di qualità nel lungo periodo

Per quanto riguarda una proiezione di più lungo raggio, che copre tutto il tuo piano di 90 giorni, in modo da avere sempre il serbatoio bello pieno per i tuoi obiettivi trimestrali, voglio condividere con te una tecnica che ti può letteralmente cambiare il modo di ricaricare le energie.

La chiamano “ciclo tre tre tre” e non ha niente a che vedere con la matematica, con allenamenti per triatleti.

È un approccio semplice, potente per integrare il riposo nella vita lavorativa in modo intelligente quasi fosse in realtà credo che lo sia, un pilastro della tua produttività.

Funziona così: ogni tre giorni, un giorno per Te.

Il primo tre, significa ogni tre giorni, un giorno per Te.
Ogni tre giorni, prenditi una giornata off. Niente lavoro, niente Pazienti, niente Controllo di Gestione, niente scadenze.
Questo non vuol dire che devi stare tutto il giorno in pigiama – anche se teoricamente se ne sentissi il bisogno potresti farlo – ma devi fare qualcosa che ti ricarica in quella giornata, dedicandoti magari ad un hobby.

Io probabilmente farei della fotografia (non ti cito i cavalli perché quelli li contestualizzo ad un livello diverso dall’hobby). Tra l’altro, la fotografia di paesaggio è una roba che mi rilassa un sacco.
Oppure farei trekking, magari andrei con il van da qualche parte per fare un bel trekking.
Magari per qualcuno, è un pomeriggio in libreria, a giocare a golf o farsi “una maratona di serie tv” perché comunque anche il binge watching ha il suo valore terapeutico di ricarica in questo senso.

L’importante è staccare davvero.

Il secondo tre, significa ogni tre settimane di lavoro, un weekend lungo.
Quindi ogni tre settimane di lavoro ininterrotto, a parte il giorno per Te ogni tre giorni, un weekend lungo. Non deve essere un viaggio in una meta esotica (anche se ovviamente sarebbe bellissimo!) ma magari anche semplicemente una gita fuori porta. Oppure un weekend intero lungo – venerdì, sabato e domenica – che dedichi a Te stesso e non pensi al lavoro.

Ecco, questo break più lungo, serve anche a permetterti di resettare un po’ e avere poi la capacità, quando rientri, di riguardare un po’ più generale quello che stai facendo, per fare quel check up di cui ti parlavo nella sezione precedente.

Il terzo tre, significa ogni tre mesi (quindi ogni ciclo di 90 giorni), una vacanza seria.
Quindi ogni tre mesi, ogni novanta giorni, tempo di vacanza.
E quando dico vacanza intendo vera vacanza.
Niente lavoro, al massimo qualche call veloce di check che non stia crollando nulla ma cambia ambiente, stacca completamente.
Ogni tre mesi concediti il lusso di rallentare davvero per più tempo.

É in questi momenti che la mente si rilassa. Ed è in questi momenti che spesso trovi le ispirazioni, le idee migliori per risolvere anche tutte quelle problematiche quotidiane, con le quali magari ti stai confrontando, che sembrano insormontabili.

Ad esempio per me, questi sono i miei viaggi ogni tre mesi negli Stati Uniti: sono viaggi per lavoro, ai quali aggancio sempre questo momento di off, nel quale mi faccio la vacanza seria.
E anche banalmente tutto il tempo del viaggio, il volo, per me sono momenti spettacolari nei quali arrivano queste ispirazioni.

Ecco, questa tecnica, il ciclo 3-3-3, è potente perché rispetta il nostro bisogno naturale di alternare dei periodi di performance a dei periodi di recupero.

Queste pause devi pianificarle in anticipo.
Per riuscire a fare quello che ti sto dicendo, questi momenti devi bloccarli nella tua agenda e nella tua pianificazione. Ciò significa che devi mettere la giornata off ogni tre giorni. Ogni tre settimane devi bloccarti il weekend lungo (non sai dove vai ma lo blocchi). E ogni tre mesi, blocchi la settimana di vacanza.

Evitare il burnout e aumentare la Produttività: da dove inziare

Fare questo, ti permette non solo di evitare il burnout ma di aumentare anche incredibilmente la tua produttività.

E pensaci: non è un caso che le idee migliori della giornata spesso ti vengono mentre fai la doccia o mentre passeggi.

Per me è sistematico: sotto la doccia al mattino o mentre passeggio o mentre sono a cavallo (perché secondo me anche questo effetto “rimbalzo” stimola molto).

É in questi momenti che la tua mente è più produttiva.
Pensa alla tua mente come a un motore: non puoi farlo girare sempre al massimo altrimenti si surriscalda, si rompe. Il riposo programmato è il tuo sistema di raffreddamento.

E se tutto questo ti sembra troppo, ecco fai un bel respiro: non è che devi fare tutto subito.
Parti da piccoli passi.

Concediti una pausa rigenerante di 15 minuti ogni giorno, questo lo puoi fare.
O rifletti su un’attività che non ti entusiasma e cerca un modo per modificarla anche solo leggermente.
La prossima settimana prova a dire un “no” strategico ad un impegno, a un’attività che ti pesa e sai che non è un’attività importante per il tuo Grande Piano.

Se un giorno intero di stacco ogni tre giorni ti sembra troppo, perché magari non hai nemmeno lo Studio organizzato per poterlo fare, inizia con mezza giornata.
Oppure prendi solo qualche ora per Te: quella giornata è più corta, non importa quanto, l’importante è che Tu lo faccia con regolarità.

Comincia subito a mettere le pause in agenda come gli appuntamenti importanti, perché – spoiler – lo sono.

E ricordati che il ciclo 3-3-3 che ti ho dato e tutti gli input, non devono diventare una prigione.

Se un impegno ti impedisce di prenderti il giorno off, spostalo ma non saltarlo.
Cioè: sposta il giorno off ma non saltare il giorno off.

Ci sta, succede: blocchi i giorni in anticipo e ti salta il weekend perché c’è una roba assolutamente importante che devi fare.
Va bene, saltalo.
Ma riprogrammalo immediatamente e trova cosa funziona meglio per Te. Magari il tuo ritmo ideale è 5-3-1 (ho sparato a caso!) oppure un weekend extra e non una vacanza… Insomma vedi Tu. L’importante è trovare un equilibrio che ti faccia sentire bene.

Le parole chiave nel perseguire performance e obiettivi importanti sono conservare le energie e ricaricare le energie.

Perché è questo il punto: il riposo non è una perdita di tempo è un investimento nella tua energia, nella tua creatività, nella tua capacità di ottenere più risultati.
Perché:

il segreto per ottenere di più non è lavorare di più ma è lavorare meglio.

É per questo che sto dicendo: conserva e ricarica. Perché sono il primo passo per insegnare al criceto a fermarsi.

Ti dico quello che un qualsiasi allenatore direbbe al proprio atleta che vuole vincere nelle sue competizioni: il riposo è parte della performance.
È questa la vera magia del riposarsi per lavorare meglio. Non è tanto una scusa per essere pigri ma è una strategia per essere efficaci e soprattutto per essere felici.

Perché, come mi ha detto Alessandro in quella chiacchierata illuminante: non buttare via l’acqua sporca con il bambino.

Non è tanto il lavoro ad essere sbagliato, non è il lavoro a generare il burnout ma è il modo in cui lo si vive.

E quindi ti lancio un po’ una sfida: questa settimana fermati nel weekend che arriva e prova subito la regola del tre.

Scegli il giorno per staccare, pianifica un weekend lungo nelle prossime tre settimane e inizia a fantasticare sulla vacanza da fare tra tre mesi e bloccatela in agenda.

Te lo ripeto: ti sorprenderai di quanto questi momenti di pausa possano trasformare la velocità con la quale fai le cose e la semplicità con la quale fai le cose subito dopo.

E non aspettare.
Perché veramente: non c’è miglior momento per iniziare a prenderti cura di Te stesso o di Te stessa che adesso.
Non aspettare di arrivare al limite.
Il tuo benessere, il tuo essere felice mentre persegui obiettivi importanti non è un lusso, è il carburante che invece alimenta tutto quello che fai.

Il riposo non è un’interruzione del lavoro ma è ciò che ti permette di fare il lavoro migliore con entusiasmo e gioia.

In conclusione

Da parte mia ti saluto, ti faccio un grande in bocca al lupo per trovare sempre dentro di Te la forza e la determinazione per staccare e riposarti in modo giusto e in modo utile. In modo tale da avere sempre l’energia che ti serve per le tue sfide più importanti.

Ciao, ti aspetto nel prossimo episodio.

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Il tuo feedback e i tuoi suggerimenti per ulteriori puntate sono molto preziosi.
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