Gestione extra-clinica dello Studio Dentistico: come essere efficienti salvaguardando le relazioni con i Pazienti e il Team

Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di Grassi Risultati in Odontoiatria.

Oggi voglio parlare con Te di un altro argomento che espande un po’ il concetto dell’equilibrio che abbiamo trattato nella scorsa puntata.

Se non l’hai approfondita, puoi accedere direttamente all’articolo dedicato, cliccando qui

 

In quell’episodio abbiamo parlato del Work Life Balance cioè dell’equilibrio tra Lavoro e Vita.

 

In questo articolo, voglio parlarti di un altro equilibrio fondamentale.

Cioè la capacità di bilanciare Efficienza e Relazioni.

 

Quale formato scegli?

 

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare  il video, oppure se immergerti nella lettura delle mie parole.

A Te la scelta!

 

Qui sotto puoi ascoltare il podcast

 

 
 
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Oppure continua a leggere.

***

 

Perché parlare di efficienza? E perché parlare di relazioni?

Partiamo dall’Efficienza, che è facile e semplice capire il concetto ma è importante chiarirne la questione.

 

L’efficienza nell’operatività dello Studio Dentistico

 

Considerato tutto in termini di struttura dei costi dello Studio, saturazione delle poltrone e chi più ne ha più ne metta, l’efficienza nell’erogare le prestazioni, è un elemento fondamentale per riuscire a garantire un buon margine e un buon profitto di ogni singola prestazione.

 

Abbiamo avuto modo di vederlo in tante altre puntate ma ci tengo a ribadirlo.

Il tempo passato con il Paziente, è un tempo che ha un costo.

Perché ogni minuto che passa, è come se poltrone dello Studio hanno un tassametro che contabilizza i costi. E questi costi, altro non sono, che tutta la struttura di costi fissi che hai all’interno del tuo Studio.

Se ti interessa approfondire l’argomento, ti invito a leggere l’articolo  Perché lavoro tanto ma i risultati non sono proporzionati agli sforzi?

 

Il tempo di occupazione delle poltrone, ha un impatto sulla marginalità delle prestazioni.

Pertanto è fondamentale essere il più efficiente possibile nell’occupare le poltrone, riducendo i tempi morti e le operazioni che non contribuiscono ad un aumento dei ricavi.

 

Ovviamente, questo discorso è tanto più importante, quanto più sei ad elevati tassi di saturazione dello Studio.

Il tema dell’efficienza, è un tema cruciale perché ha a che vedere con la formulazione dei prezzi.

 

I parametri per definire il prezzo delle prestazioni

 

Tant’è, che all’interno del Sistema Operativo Profit Monday, abbiamo dedicato due Protocolli all’approccio da seguire per fare chiarezza nei listini dello Studio. Così facendo, si ha la certezza di formulare i prezzi corretti.

Ed è grazie a questo che:

– si riescono ad avere i giusti margini;

– si può adottare il corretto approccio alle convenzioni;

– si può avere il controllo sulla parte fondamentale che genera il fatturato dello Studio.

 

Per questo è fondamentale conoscere e definire i tempi e i costi standard di una prestazione.

 

Essendo però sempre ben consapevoli del fatto che il tuo lavoro, è un lavoro che si porta dietro tutta una serie di eccezioni.

E sono le eccezioni che occorre fare, per rimanere nella condizione di erogare i corretti ed etici livelli di qualità.

 

Il fattore “tempo” della prestazione

 

Vi sono infatti alcune realtà (in special modo in alcune Catene Odontoiatriche) in cui il tempo è l’elemento guida. Al punto che in quei contesti, al Collaboratore viene detto:

“Ehi Pippo, se Tu ci metti questo tempo a fare queste prestazioni, io ti pago X. Ma se tu ci metti più tempo io ti pago X meno qualcosa, perché di fatto mi stai facendo un danno, mi stai bloccando la mia unità produttiva che non può produrre altro”.

 

Ti sto dicendo questa cosa in modo molto diretto, per farti capire la logica che c’è dietro a determinati argomenti.

 

Per questo, a maggior ragione:


per uno Studio Dentistico che nel perseguire il profitto, mette l’etica e la qualità al primo posto diventa ancora più fondamentale il concetto dell’efficienza.

 

 

Perché deve essere dato il tempo giusto alle prestazioni: vale a dire quello che serve per il buon risultato.

Quindi, di conseguenza, può accadere che si sforino in alcuni casi, le tempistiche standard che si sono pensate.

 

E gli impatti sono su vari livelli.

Basti pensare banalmente alla programmazione dell’agenda e alle tensioni che si vengono a creare con i Pazienti che non vedono rispettato l’orario del loro appuntamento.

Diventa quindi estremamente importante, evitare i sabotaggi interni che possono determinare delle ulteriori inefficienze operative.

 

E qui entra in gioco la questione delle relazioni.

 

Le relazioni

 

Anche se spesso il Titolare dello Studio non lo sa o non ci pensa, le relazioni sono un elemento portante dei risultati dello Studio Dentistico stesso.

 

Le relazioni – fra qualche riga ti spiego di che tipo di relazioni sto parlando – richiedono tempo.

E questo tempo è da bilanciare con il tempo dell’efficienza operativa.

 

Gestire le relazioni all’interno dello Studio Dentistico

 

Ci sono due livelli di relazione che vanno nutriti sistematicamente all’interno dello Studio.

E per farlo, è richiesto del tempo.

 

Le due Entità con le quali vanno coltivate, sviluppate e nutrite le relazioni sono:

– il Paziente;

– lo Staff dello Studio.

 

La relazione con il Paziente

 

In prima posizione, troviamo la relazione con il Paziente.

 

So che potrebbe sorgere la domanda:

“Perché il lavoro del Dentista è anche un lavoro di relazione?”

 

Perché la qualità della relazione, è direttamente proporzionale al livello di fidelizzazione dei tuoi Pazienti e alla tua capacità di acquisire Nuovi Pazienti.

In merito all’acquisizione di Nuovi Pazienti, ti invito ad ascoltare le due puntate dedicate alla prima visita.
Puoi comprendere così, perché la qualità della relazione ha un impatto sull’acquisizione di un Nuovo Paziente.

Puoi accedere agli articoli cliccando direttamente qui:

 


La qualità di quella relazione è direttamente proporzionale alla tua capacità di fidelizzare i Pazienti.

 

Come impatta la relazione con il Paziente sulla Qualità (percepita) della prestazione

 

Ricordati sempre questo concetto: la qualità che tu eroghi in molti casi, è una qualità di tipo astratto. Nel senso che i Pazienti non riescono a misurarla.

 

Vanno quindi alla ricerca di altri fattori, per riuscire a capire quanto sono soddisfatti di quello che Tu fai.

E uno di questi elementi è proprio la qualità della relazione che hai con loro.

 

Vogliono essere trattati come persone e vogliono che Tu li ascolti.

 

Molto spesso, l’approccio è quello di “investire” il Paziente con tutta una serie di cose, sia come informazioni che gli vengono date, che come azioni che gli vengono richieste (come “apra la bocca”, “faccia così…”).

 

Considera, tra l’altro, che molte sono spaventate dal silenzio.

 

Per le Persone, è importante essere ascoltate. È fondamentale che ci sia un dialogo, uno scambio, una relazione bidirezionale.

Devi far sì che si instauri un dialogo e non un monologo.

 

E questo dialogo, richiede delle energie e soprattutto del tempo.

 

La troppa apertura al dialogo con il Paziente

 

Chiariamo un tema.

Ci sono Titolari di Studio Dentistico (e di riflesso anche il loro Team) che per loro natura, sono molto aperti al dialogo e alle chiacchiere.

Tengono quindi un approccio estremamente amicale.

Amicale nel senso che sanno come si chiama la moglie/il marito/i figli, conoscono le passioni/gli interessi.

Pertanto, colgono l’occasione per chiacchierare con il Paziente.

 

Il che è bellissimo per la relazione ma è deleterio per il profitto.

 

Questa tipologia di impostazione infatti, fa sì che il tempo dedicato ad ogni Paziente sia molto di più di quello che dovrebbe essere, in funzione del profitto che ci si aspetta dai prezzi applicati da quello Studio.

 

E ciò perché il Titolare o parte dello Staff, è impegnato più del necessario a nutrire la relazione.

E tutto questo tempo in più, è tempo che non viene dedicato al successivo Paziente in poltrona, e quindi alla produzione di nuovo reddito.

 

Certamente quel tempo è utile ma deve esserne moderata la quantità.

 


C’è comunque infatti, una soglia di utilizzo di questo tempo e di nutrimento della relazione, che non genera nessun beneficio in più nella qualità della relazione stessa.

 

Ciò significa, che superato un quantitativo di tempo minimo e indispensabile, tutto il tempo successivo non contribuisce ad aumentare la percezione di attenzione che il paziente ha verso di sé.

Di conseguenza, quel maggior tempo, non ha un impatto concreto nel generare un beneficio, nella fidelizzazione o nell’acquisizione di un Nuovo Paziente.

Vale a dire che non ha un effetto ulteriore nel far pensare al Paziente:

“Wow! Grande relazione = grande qualità.”

 

Pertanto tutto quel tempo investito a sviluppare la relazione è tempo che paghi in termini di mancanza di margine su quella singola prestazione.

 

Tieni sempre a mente il concetto del tassametro che continua a girare minuto dopo minuto.
Il suo conteggio dei costi fissi, va da quando il Paziente si siede a quando la poltrona viene ripristinata e può sedersi un nuovo Paziente.

 

Ovviamente, vi sono Studi in cui parte di queste attività di nutrimento della relazione, sono fatte fuori dalla poltrona.
In questo caso, la poltrona e gli ambienti possono essere preparati per il Paziente successivo parallelamente: si tratta quindi di una situazione diversa e che potrebbe essere addirittura un’efficienza di tempo.

Tuttavia, in questo momento stiamo parlando del caso in cui in uno Studio, viene dato eccessivo spazio alla relazione.

Ricordati questo: dopo qualche minuto di attenzione il paziente non distingue più.

 

Come far sì che il Paziente si senta ascoltato

 

Vale tantissimo un detto: è più una questione di qualità, di nutrimento della relazione, che di tempo con il quale nutri la relazione stessa.

 


Non è il tempo ma è la qualità della relazione.

 

Se mentre il Paziente ti parla, non lo guardi, usi intercalari del tipo “Ah, ma pensa…” e/o sei occupato nel preparare altre cose, non lo stai veramente ascoltando.

Stai solo facendo domande di cortesia per riempire il tempo.

 

Dedicagli invece pochi istanti mirati di vera attenzione focalizzata e fagli capire che lo ascolti.

Così facendo, ad esempio, nell’appuntamento successivo gli puoi chiedere com’è andata, se ha fatto le cose di cui avevate parlato, se ha seguito il tuo consiglio, eccetera.

 

Può accadere che nel parlare, il Paziente vada anche fuori contesto, parlandoti della sua vita, di una sua passione, di qualcosa che riguardava la famiglia…

E con un po’ di organizzazione mentale (magari prendendone nota nella cartella elettronica) se all’appuntamento successivo gli chiedi aggiornamenti su quella questione, generi un effetto wow.

 

È “un’astuzia” che ti richiede veramente pochi minuti ma in ottica di fidelizzazione, è molto più di valore e nutrimento, rispetto a mille chiacchiere fatte a parlare del più e del meno.

 

Quindi se il tuo Studio è uno di quelli che dedica eccessivo tempo alle relazioni, fai ben attenzione perché questa cosa ha un costo.

E dall’essere una bella abitudine, da un certo punto in poi, si trasforma in una cattiva abitudine.

In quanto non ha nessun effetto nella qualità della relazione con il Paziente, perché non la sviluppa ulteriormente.

 

Quindi il bilanciamento in questo caso, va fatto nell’ottica di smorzare il tempo inutile investito nelle relazioni, per avere più efficienza operativa.

Avere cioè un’agenda che riesce a gestire più Pazienti.

 

Considera infatti che ogni “tempo morto”, così come un buco che ti si genera in poltrona, fa un danno.

 


Ogni momento di mancata efficienza nell’erogazione di una prestazione è comunque un costo per il tuo Studio.

 

È lo stesso discorso che faccio ai Titolari di Studio, quando gli dimostro con i numeri alla mano perché – quando è possibile – conviene aggregare ai Pazienti le prestazioni di un Piano di Cura e non frammentare troppo l’esecuzione di queste prestazioni.

Il motivo è il medesimo: i tempi morti di ripristino di una poltrona, erodono il margine del Piano di Cura perché erodono il margine di ogni singola prestazione.

 

I tempi investiti inutilmente nella relazione sono tempi che non nutrono la fidelizzazione, quindi non servono per aumentare il fatturato e il profitto dello Studio, anzi vanno ad eroderlo.

 

La scarsa apertura al dialogo con il Paziente

 

Ci sono altri Studi che hanno la situazione diametralmente opposta. Nel senso che sono molto orientati all’efficienza.

É quasi come se il loro Studio fosse una fotocopiatrice:

arriva un Paziente – finito il Paziente – via il Paziente – sotto un altro Paziente…così via.

 

E il tempo dedicato alla relazione è bassissimo, quasi solo per quei freddi convenevoli iniziali e finali. Che vengono fatti ma che non scaldano il cuore e non nutrono quella relazione, perché si tratta semplicemente di formalità.


La relazione è un elemento di fidelizzazione molto importante.

 

Permettimi una piccola parentesi al riguardo.

 

Perché un Paziente cambia Dentista?

 

Alla fine del 2019, abbiamo presentato un’indagine fatta su 5000 Pazienti che sono stati intervistati con una serie di domande.

Abbiamo voluto fare un’indagine psicografica per capire determinati comportamenti dei Pazienti, anche in funzione ad alcune loro caratteristiche demografiche.
Uomini, donne, fasce di età e così via.

 

Le domande spaziavano su tantissimi argomenti, alcune legate anche alla fidelizzazione.

E una di queste era:

“Se sei mai andato via da uno Studio Dentistico, perché hai smesso di servirti in quello Studio? Per quale ragione sei andato via?”

 

E la ragione più citata era una mancanza di relazione con lo staff e/o con i medici.

Non gli venivano cioè date, quelle attenzioni umane di cui parlavamo nel paragrafo precedente.

 

Quindi nutrire quella relazione è importante.

Qual è l’effetto di questa tipologia di sbilanciamento?

 

Gli effetti della scarsa interazione con il Paziente

 

Abbiamo visto che dedicare troppo tempo per nutrire la relazione, non serve a sviluppare la fidelizzazione. E di conseguenza non serve ad aumentare il fatturato ma genera soltanto dei costi occulti nel margine delle prestazioni.

Il caso opposto, di alta efficienza e bassa relazione, mantiene molto alto il livello dell’efficienza in poltrona (e di conseguenza il margine delle prestazioni associate a cui piani di cura) ma paga comunque un prezzo di più lungo periodo.

 

Questo impatto negativo è legato a quanto questa Persona è fidelizzata e di conseguenza quanto – spontaneamente o “spintaneamente” (cioè stimolata):

– fa attività di passaparola nei tuoi confronti;
– è invogliata ad ascoltare ciò che tu le proponi come ulteriori trattamenti (che vanno oltre la soluzione di un problema oggettivo per il quale ha un fastidio o un dolore).

 


Il livello di relazione ha un impatto su quanto il Paziente ti segue quando gli fai proposte proattive.

 

Vale a dire come reagisce, ad esempio, di fronte a proposte di tipo estetico.

É chiaro quindi, che uno Studio orientato a una grandissima efficienza, ha un po’ di margine in più sulla singola prestazione.

Però paga un prezzo in mancati ricavi da Nuovi Pazienti.

Nuovi Pazienti cioè che non si generano, proprio per la mancanza del nutrimento della relazione stessa.

 

Diventa pertanto estremamente importante capire se il tuo Studio ha questa tipologia di impostazione.

 

In tal caso, è necessario che Tu sacrifichi qualche minuto di efficienza per nutrire la relazione. Investire quei minuti nella relazione, con lo stesso approccio visto per il caso precedente – secondo cui la qualità batte la quantità – ha come risultato quello di ridurre, leggermente la marginalità di quella prestazione.

 

Che però, ha la capacità di generare un effetto volano di lungo periodo molto più forte, molto più potente. Sia ben chiaro infatti che parliamo di qualche minuto, di qualche attenzione.

 


Se sei efficiente alla poltrona, questo tempo rivolto all’efficienza della poltrona ti rende solo il margine di quella prestazione.
Ma quei 5 minuti investiti nella relazione, hanno un impatto su tutto il ciclo di vita del rapporto che quel Paziente ha con te.

 

Per “ciclo di vita” si intende quando inizia e quando finisce la relazione con quel Paziente.

Nutrire la relazione con il Paziente, è un investimento di tempo.

 

Perché investire sulla relazione con il Paziente

 

Di fatto quell’investimento sulla relazione ha un effetto su tutto il ciclo di vita di quel paziente.

Non ti rende soltanto i 5 minuti di quella prestazione alla poltrona.

Ti rende n-volte.

Le n-volte cioè in cui il Paziente ti ascolta in modo diverso e magari accetta quello che Tu gli proponi in maniera proattiva.

Oppure in cui parla ad un amico o un familiare anche in modalità entusiasta che fa sì che ti arrivi una Nuova Persona in Studio.
Che non diventerà con certezza un tuo Paziente ma è molto più facile che accada.

Quindi tutto il tempo messo nella relazione (in maniera intelligentemente efficiente), è un tempo che Tu investi per una produzione di risultato di lungo periodo.

 

Più tempo del necessario, non genera nessun beneficio.
Per questo è importante parlare di bilanciare efficienza e relazioni nell’ambito dei tuoi pazienti.

 

Come trovare il giusto compromesso tra Efficienza e Relazione

 

Credo che se con onestà intellettuale, osservi il tuo Studio, confrontandoti magari anche con il tuo Staff, puoi capire se sei troppo spostato dalla parte dell’efficienza operativa o troppo spostato dalla parte delle relazioni.

Gli eccessi, come sempre sono dannosi: l’equilibrio è la cosa migliore.

 

Se sei troppo dal lato dell’efficienza, dedica un pochettino più di tempo di qualità ai Pazienti. Fallo con serenità, rallenta un attimo il flow. Perché questo rallentamento, nutrendo la relazione, ti genera un beneficio il lungo periodo che puoi misurare molto velocemente nei mesi successivi.

Se invece sei molto di più per la relazione con un approccio estremamente amicale, allora smorza perché ricordati che c’è una parte di quel tempo che assolutamente inutile.

 

Efficienza e relazione definiscono i due elementi di psicologia nella gestione dello Studio.


L’orientamento all’obiettivo determina l’efficienza operativa.

Pertanto, quanto più sei orientato al risultato di profitto dello Studio, quanto più spingi per l’efficienza.
Ma poi c’è l’altro passaggio e cioè l’orientamento alla relazione. E quindi, quanto più sei orientato alla relazione, quanto più ti fatto spendi tempo per stare con i Pazienti.

Avere tanto orientamento all’obiettivo con basso orientamento alla relazione, non è buono per il tuo Studio.

Parimenti, un fortissimo orientamento alla relazione con poco orientamento all’obiettivo non va bene per i risultati del tuo Studio.

 

L’errore nella gestione della relazione con il Paziente

 

Tante volte gli Studi non si rendono conto dell’errore che commettono in merito alla gestione della relazione con il Paziente.

Mi riferisco al caso in cui si diventa “troppo amici”.

Se lo Studio fa sempre di tutto per preservare la relazione e non è orientato all’obiettivo, lo Studio paga anche un altro prezzo molto grande.

Perché ogni richiesta che il paziente fa, viene accolta diventando succube della paura di perdere il Paziente.

 

Cosa accade quindi?

 

– Che lo Studio accoglie ogni richiesta di sconto.

– Che quando il Paziente chiama per annullare l’appuntamento, la Segretaria accetta di buon grado  e minimizza il problema. Questo è un grave errore.
Perché nel momento in cui per mantenere la relazione amicale, rispondi così, stai togliendo valore al tempo dello Studio e stai educando il Paziente che il tuo tempo non è così importante.

 

Quando c’è un approccio di questo tipo, è comune vedere che i pazienti tendenzialmente sono poco puntuali o bucano gli appuntamenti.

Lavorando con moltissimi Studi, abbiamo visto che statisticamente, quando ci sono alti tassi di assenza negli appuntamenti, è perché c’è il sabotaggio del “Ah, non si preoccupi.”

 

È molto più utile, rispettoso ed educativo rispondere con un:

“Ah, avevamo già organizzato tutto. Adesso rimane un buco in agenda e mi dispiace non sapere come fare a riempirlo con un altro Paziente che era in attesa perché la poltrona era occupata. Comunque capisco, può succedere. Ripianifichiamo immediatamente, ci mancherebbe.”

 

Agendo così, sei comunque orientato al Paziente ma gli fai capire che quell’annullamento è  un problema.

 

Questo esempio, mostra ancora di più quanto un eccessivo orientamento alla relazione non serve per fare più risultati ma li compromette soltanto.

 

La relazione con il Team

 

Come anticipato, c’è un’altra tipologia di relazione molto importante da nutrire: la relazione con le persone del tuo Staff.

Anche in questo caso, vale lo stesso identico discorso fatto in merito ai Pazienti.
Da ciò ne deriva che:


quando sei in Studio, nella tua agenda personale non ti serve solo il tempo da dicare ai Pazienti.
Ti serve tempo per nutrire la relazione con ogni membro del tuo Staff.

 

Perché vedi, è vero che sei a contatto con Loro in ogni minuto della tua presenza in Studio ma sei a contatto con la sfera professionale. Di fatto state lavorando, non stai nutrendo la relazione.

Quindi avere quel tempo – che va organizzato e va bilanciato con l’efficienza operativa – diventa necessario.

 

Perché “bilanciato”?

Perché se Tu stai nutrendo la relazione con uno o più componenti del tuo Team non stai lavorando alla poltrona.

Tuttavia, valgono le stesse considerazioni fatte in merito ai Pazienti.

 


Si tratta di un investimento, che ti rende per ogni minuto di vita del tuo Studio, perché quella Risorsa Umana ha un impatto sui processi operativi del tuo Studio.

 

Per questo è necessario che dedichi tempo e attenzione anche alla relazione con il Team.

Diventa importante allora avere dei minuti di tempo per poter fare delle chiacchierate, per chiedere come stanno e avere loro pareri.

Basti pensare a:

“Ehi come va? Come stai? Cosa mi dici di come stiamo lavorando? Cosa ne pensi? Cosa vedi? Cosa noti?”

 

Fai capire alle Persone del tuo Team, che non sono lì semplicemente perché ti servono per raggiungere un tuo risultato.

Ovvio, Tu le retribuisci per questo.

Ma fagli capire che sono parte di qualcosa di più ampio, che sono parte di un progetto e che sei sinceramente interessato a loro.

 


Se nutri la relazione, dai un carburante alla loro motivazione e gli dai la possibilità di parlarti e dirti quello che non va.

 

Considera infatti che tante volte i problemi sorgono quando “scoppiano i bubboni”. E quei bubboni scoppiano, perché prima nessuno ha fatto niente per gestire la situazione.

Inoltre, tieni in considerazione che uomini e donne hanno caratteristiche diverse con cui approcciano le questioni.

E purtroppo, è inevitabile lavorando insieme, non “pestarsi i piedi”.

Lavorando insieme, correndo, metaforicamente può accadere di pestarsi i piedi.

Le dinamiche che si innescano spesso sono diverse.

Tra uomini può accadere che anche di “mandarsi a quel paese” e 10 minuti essere insieme a bere una birra al bar. Tra donne spesso invece è necessario un tempo maggiore per ristabilire la serenità.

 

La trasparenza nella comunicazione

 

É importante che se c’è qualcosa che non va, questo qualcosa possa venire fuori.

Ma se non viene dato tempo alla relazione per chiedere a una persona:

“Come va?”

“Ti vedo un po’ scuro in volto in volto in questo periodo, è tutto ok?”

 

Permettere ad una Persona di potersi aprire e sfogare, nutre tantissimo quella relazione. Fa affezionare la persona a Te e al posto di lavoro. E diventa un carburante per la motivazione di quelle persone.

Perché:


più una persona è motivata, più getta il cuore oltre l’ostacolo e non si limita a svolgere il proprio compitino.

 

È molto più utile una Persona che butta il cuore oltre all’ostacolo, per questo è fondamentale che Tu vada a nutrire questa relazione per poterne cogliere i frutti.

 

Una relazione è come una pianta: la devi nutrire, la devi innaffiare, le devi dare le giuste sostanze.

Allora sì che può crescere e produrre di dei buoni frutti.

Se non la nutri, si secca. E se si secca, occupa soltanto dello spazio e non ti dà nessun beneficio, anzi potrebbe danneggiare anche quello che le sta attorno.

 

 

In conclusione

 

Alla luce di tutto ciò, sia in ambito dei Pazienti che del Team: bilancia efficienza e relazioni.

Bilancia l’orientamento all’obiettivo con l’orientamento alla relazione.

Questi sono i due elementi che deve tenere in equilibrio per far sì che il tuo Studio possa prosperare nel lungo periodo.

 

Sono felice che Tu mi abbia seguito fin qua.

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C’è infatti molto bisogno che i Titolari di Studio Dentistico, sentano parlare di queste cose, perché tanti di loro si perdono in un bicchier d’acqua.

E se lo Studio non funziona, c’è un pezzettino in più che rischia di finire in mano a quelle realtà, che non fanno del bene nell’Odontoiatria ma che cercano di fare semplicemente del profitto.

 

Sai che vogliamo lasciare l’Odontoiatria in mano agli Odontoiatri.

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Te ne sono estremamente grato.

 

In bocca al lupo per il tuo Studio….E adesso, mettiti in contatto con noi!

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