Come prendere le decisioni all'interno dello Studio Dentistico: strategie di management odontoiatrico
Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.
Oggi affrontiamo un tema che ha a che vedere con l’atteggiamento del Titolare di Studio Dentistico e in modo particolare, voglio concentrarmi insieme a Te sulla gestione del rischio.
E ciò perché, in questi anni, ho visto è un tema particolarmente cruciale e allo stesso tempo delicato quando si parla di ottenere importanti Risultati con il proprio Studio Dentistico.
Partiamo dalla definizione di “Rischio”, perché se andiamo a guardare una sua definizione in italiano corrente è un po’ l’eventualità di subire un danno.
Ovviamente ci sono varie determinazioni di questo concetto di rischio nel linguaggio economico, nel linguaggio commerciale, nel linguaggio contabile…
Comunque è l’eventualità di una perdita, di perdere qualcosa o di subire un danno.
E se ci pensi, il tuo mestiere, in un certo senso è quello di prendere quotidianamente delle decisioni che hanno a che vedere con la gestione del rischio.
Per quanto riguarda l’area clinica, la maggior parte dei Titolari lo fa alla grandissima. E la puntata potrebbe finire qua.
Per quanto riguarda l’area extra-clinica, vedo spessissimo un approccio tanto diverso alla gestione del rischio, che porta i Titolari di Studio ad ottenere risultati diametralmente opposti a quelli che desiderano.
E questo, proprio a causa di una cattiva gestione di questo “benedetto rischio”.
In questa puntata voglio condividere con Te gli errori più comuni che le Persone commettono quando affrontano il rischio e di conseguenza puoi anche confrontarti rispetto a quello che può essere un approccio decisamente più efficace per Te.
Quale formato scegli?
A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole. A Te la scelta!
Qui sotto puoi ascoltare il podcast
Qui puoi guardare il video
Oppure continua a leggere.
***
La gestione del Rischio nello Studio Dentistico
Dicevamo che sei chiamato quotidianamente ad affrontare il rischio.
Ovviamente il rischio clinico ormai in funzione ovviamente della tua esperienza, lo affronti e lo gestisci in maniera molto serena, quando invece parliamo del rischio extraclinico le cose sono diverse.
Quando parlo di rischio nella gestione extraclinica dello Studio, mi riferisco a molte cose diverse. Come l’acquisto di nuove attrezzature all’avanguardia, l’inserimento di un nuovo approccio o di una nuova metodologia per la gestione dello Studio, l’assunzione di personale supplementare, l’ampliamento della struttura, l’apertura di una nuova struttura…
Per citarti alcune cose che hanno a che vedere con il rischio che devi quotidianamente gestire.
In area clinica, incontro periodicamente dei Titolari che sono molto solidi quando devono affrontare, gestire e dover prendere decisioni per fronteggiare il rischio che si trovano davanti. Ma le stesse Persone in un contesto diverso come quello della gestione e della crescita dello Studio è come se andassero in tilt profondo.
Vanno completamente in una modalità diversissima – e decisamente meno efficace – quando devono fare la stessa identica cosa, cioè affrontare e gestire il rischio, in un contesto diverso.
Ecco, ovviamente è tutta una questione di approccio, è tutta una questione di metodo.
E in realtà la soluzione sarebbe semplice, cioè fare esattamente come fanno in area clinica per poter gestire il rischio in area extra clinica.
Ma non è così automatico come appare perché altrimenti non saremmo qua a parlare di queste cose e questa puntata sarebbe finita qui.
Infatti tantissime Persone quando devono fare una cosa simile (gestire il rischio in questo caso) in un contesto diverso dall’area clinica – passando all’area extra clinica – “si incartano” in un modo molto disagevole.
Ecco perché voglio elencarti uno dopo l’altro, i 10 errori madornali che puoi fare approcciando il rischio in ogni sua forma. E, successivamente, darti degli input per gestirli al meglio.
Così facendo, ogni decisione che devi prendere in area extra-clinica o comunque più in generale per la gestione e la crescita del tuo Studio Dentistico diventa efficiente, incisiva, potente proprio come tutte quelle che normalmente e quotidianamente prendi in area clinica.
Sono 10 o meglio 10 più 2 perché ci sono due bis che aggiungo per fare delle specificazioni.
Leggimi attentamente perché poi, ti condivido anche una mia semplice ma potente strategia personale che mi aiuta a prendere decisioni migliori e gestire adeguatamente il rischio.
Andiamo con ordine.
I 10 + 2 errori commessi nella gestione del Rischio
Primo errore: cercare di evitare il rischio a tutti i costi
Uno dei primi errori che vedo fare da tantissimi Titolari, quando si parla di gestione e crescita dello Studio è proprio il cercare di evitare il rischio a tutti i costi.
Molti Titolari, tendono a voler evitare il rischio per paura di fallire. Per paura cioè che si generi quel danno o quella perdita.
Tuttavia…
“
ogni decisione che ha a che vedere con la gestione o con la crescita dello studio comporta un certo grado di rischio.
”
Non puoi esimerti dal rischio.
Se stai lontano dal rischio, stai lontano dai risultati, stai lontano dal profitto, stai lontano dalla soddisfazione perché tutto questo ne è la naturale conseguenza.
Quindi la chiave, l’approccio corretto, è imparare a gestire il rischio invece di cercare di evitarlo completamente.
Perché evitarlo completamente ti blocca, ti impedisce di crescere.
Secondo errore: diventare vittima del pessimismo
Diventare vittima del pessimismo quando si deve affrontare il rischio, è un errore che viene spesso collegato al precedente.
Io sono un fortissimo sostenitore del fatto che il pessimismo per il nostro cervello è molto più seduttivo dell’ottimismo.
Pensaci, fai un ragionamento.
Quando qualcuno ti parla con ottimismo, pensi sempre che ti voglia vendere qualcosa: è la prima cosa che ti viene in mente.
Quando invece qualcuno ti parla con pessimismo pensi invece che queste persone ti vogliano aiutare.
Non c’è niente da fare. Il pessimismo è molto più seduttivo dell’ottimismo stesso e quindi molto spesso nel momento in cui ci troviamo di fronte al rischio “ci incartiamo” con il nostro personale pessimismo.
Diventando molto bravi e anche magari ingannandoci nel farci credere che lo stiamo facendo per valutare attentamente le questioni, ma ingannarci nello scendere sempre più profondamente negli scenari quanto più pessimisti possibili.
E ciò senza mai focalizzarci invece a chiederci: “Ma invece se va bene che cosa succede?”
E a ciò si aggiunge il fatto che, poi, magari ci capita di confrontarci con le persone attorno (che possono essere semplicemente il Team dello Studio, Amici e Conoscenti e nel 90% dei casi – anche perché il comportamento pessimista è molto più comune nelle Persone – ci arrivano input di questo tipo decisamente più seduttivi.
Tutto questo finisce col farci diventare vittima del pessimismo e decidiamo: “No questa cosa è troppo rischiosa”, semplicemente perché distorciamo la sua percezione a causa di un eccesso di pessimismo.
Tutto questo ci porta all’errore numero 3 che è…
Terzo errore: Sopravvalutare i risultati di breve periodo e sottovalutare quelli di lungo
Cosa significa sopravvalutare i risultati di breve?
La maggior parte delle Persone, quando passa l’ostacolo del pessimismo e dice: “No vabbè, io questa cosa la posso fare”, salta completamente dall’altra parte come una scheggia impazzita e pensa solitamente che nel breve sia tutto più facile di quanto non sia.
I rischi, gli ostacoli non sembrano così grandi e le persone pensano fin troppo facilmente di potercela fare.
Sottovalutando la situazione.
Poi le Persone partono, iniziano, si trovano davanti una situazione molto più complessa di quella che invece si erano aspettati e cosa fanno?
Mollano.
Mettono in discussione la decisione che avevano preso e cambiano strada. Senza rendersi conto invece, dell’enorme risultato che avrebbero potuto ottenere se fossero stati costanti dopo aver sorpassato quegli ostacoli iniziali.
Proprio così.
“
Tendiamo a sopravvalutare la nostra capacità di produrre risultati nel breve periodo,
sottovalutando di fatto i rischi.
”
E non partendo preparati, finiamo col farci bloccare tante volte da quella vocina di pessimismo seduttiva che rimane lì: “Eeeh te l’avevo detto.”
Per poi continuare il proprio dialogo interno con: “In effetti me l’ero detto! Se mi fossi ascoltato…Se avessi ascoltato il mio istinto, non mi sarei trovato in questa situazione qua…!”
Quando in realtà, il fatto che ci siano degli ostacoli (e dei rischi) quando si inizia a fare qualcosa di nuovo è qualcosa di molto normale.
E ci dimentichiamo invece del potere che abbiamo di ottenere dei grandi risultati nel lungo periodo se rimaniamo costanti, persistenti nel perseguire la decisione che abbiamo preso.
Arriviamo quindi al….
Quarto errore: Avere una percezione distorta del rischio e della tipologia di rischio
Si tratta di uno dei grandissimi errori che vengono commessi.
Vedo tantissimi Titolari che sovrastimano i rischi legati a nuove opportunità e quindi nel fare i loro ragionamenti relativamente a “Come faccio a fare questa cosa, perché è una cosa rischiosa…”.
Si preoccupano tantissimo dei rischi che ci sono rispetto a nuove cose che devono fare per cogliere delle nuove opportunità.
Ma sottostimano totalmente i rischi associati al mantenimento dello status quo.
Non ci sono dei rischi soltanto nel cogliere delle nuove opportunità.
Ci sono anche dei rischi per una qualsiasi impresa che opera sul mercato – e quindi anche per uno Studio Dentistico – nel continuare a fare le stesse cose nello stesso modo.
“
La percezione distorta del rischio, fa sì che si metta sul piatto della bilancia, il rischio che c’è nel perseguire una strada nuova.
Senza mai considerare però, che c’è un rischio – a volte molto forte – che porta a compromettere delle opportunità di crescere, nel mantenere lo status quo.
”
E questo, di conseguenza, porta a una percezione distorta del rischio e pertanto a delle scelte errate o comunque non funzionali per supportare la crescita dello Studio stesso.
E questa percezione distorta del rischio, mi porta a introdurre un…
Errore “4 bis”: La mancanza di dati su cui basare i ragionamenti
Questa è un’altra tematica che per me, è veramente, veramente incredibile.
Tantissime volte faccio riflettere i Titolari, su questa sorta di “bipolarismo comportamentale” che c’è.
Perché, pensaci: quando sei in area clinica e devi prendere una decisione, Tu cosa vuoi?
Informazioni.
Perché da un ortopanto, passi ad una TAC 3D?
Perché migliora la qualità delle informazioni.
E perché vuoi la miglior TAC 3D disponibile?
Perché le informazioni che hai sono qualitativamente superiori.
E perché le vuoi informazioni qualitativamente superiori?
Perché sai che la qualità di queste informazioni, determina la qualità delle tue decisioni e di fatto, quanto bene riesci a gestire il rischio.
Vuoi dati di qualità.
Ma poi quando si tratta di fare la stessa tipologia di ragionamento in area extra-clinica le decisioni vengono prese “a caso”.
Non hai informazioni, non hai dati, non hai numeri.
Informazioni di scarsa qualità nel 99% dei casi – perché la fortuna ogni tanto arriva ma non puoi basare il successo e la longevità del tuo Studio Dentistico sulla fortuna – fanno sì che Tu prenda decisioni di scarsa qualità.
Pertanto quindi questo effetto ulteriore di percezione distorta del rischio ti fa prendere le decisioni sbagliate e non quelle che ti servono a sostenere il profitto, la longevità e la sicurezza che vuoi per il tuo Studio Dentistico.
Quindi assolutamente: hai bisogno di dati.
Ecco perché, uno degli elementi fondamentali che fanno parte del Sistema Operativo Profit Monday è un cruscotto di indicatori (una dashboard) che ti dà tutti i parametri che ti permettono di misurare correttamente quello che sta succedendo e perché.
In questo modo puoi prendere le decisioni migliori.
Se le decisioni importanti le prendi semplicemente basandoti solo sul “secondo me”, per quanto sia importante ascoltare l’istinto se c’è qualcosa che non ti torna, senza considerare dati su cui basare i ragionamenti, è molto facile che tu vada incontro ad una caporetto.
Sempre collegato in un certo senso alla tematica dei numeri e alla quantificazione c’è il…
Quinto errore: Non misurare le conseguenze del rischio
Abbiamo detto che è normale il fatto che siamo chiamati a dover gestire una certa componente di rischio.
E questa cosa, tante volte, genera una paura che è anche tanto viscerale.
Perché tutte le volte in cui andiamo verso l’ignoto, l’ignoto spaventa, spaventa tantissimo l’essere umano, l’incertezza fa paura.
E il punto è, che tante volte proprio per questo, tendiamo ad ingigantire il rischio e farci noi stessi piccoli piccoli.
“
Quando noi siamo piccoli piccoli e davanti vediamo qualcosa che abbiamo ingigantito – e che quindi ci appare enorme – è molto difficile credere di riuscire a gestirlo nel modo corretto.
”
Ma il punto è, che tante volte, questa dinamica di noi che ci facciamo piccoli piccoli, l’ingigantimento del rischio è un qualcosa che possiamo invece smontare molto facilmente.
Perché spesso, è solo ed esclusivamente una trappola mentale nella quale tendiamo a cadere.
Ecco perché, ha molto senso cercare di quantificare le conseguenze del rischio.
Va le a dire: se va tutto storto, che cosa succede?
Non devi prestare attenzione agli scenari apocalittici del pessimismo seduttivo e così via.
No. Devi ragionare e chiederti: “Cosa potrebbe succedere in concreto?”
Che cosa può voler dire nella pratica? Ad esempio, quanto denaro puoi perdere realmente?
Tante volte questa quantificazione, ci mette davanti ad una misura, ad una dimensione del rischio completamente diversa.
E questo approccio, spessissimo ha il potere di esorcizzare quella paura atavica, viscerale e metterci nelle condizioni di prendere delle decisioni più razionali.
Considera infatti, che nel 99% dei casi, ogni volta che prendi una decisione basata sulla paura, quella decisione puoi star pur certo che è o parziale – e quindi comunque non corretta – o sbagliata e quindi pesantemente ed evidentemente non corretta.
E su questo, mi collego all’…
Errore “5 bis”: Non misurare le conseguenze del beneficio
Ha molto senso misurare le conseguenze del rischio e quindi dare un peso specifico, anche numerico, di quello che può accadere se le cose dovessero andare male.
Ma allo stesso modo, l’errore 5bis è “non misurare le conseguenze del beneficio”.
Pensaci.
Ogni volta che ti assumi un rischio, di fatto ti stai facendo una domanda: “Ne vale la pena?”
Ecco: ne vale la pena rispetto a cosa?
Ne vale la pena rispetto al risultato.
Ciò significa, che devi mettere in correlazione il rischio che stai sostenendo per il tipo di beneficio che vuoi ottenere.
Pertanto, se abbiamo detto che ha molto senso cercare di misurare le conseguenze del rischio, per poter mettere sui piatti della bilancia delle mele con delle mele, ha molto senso misurare anche le conseguenze.
Cioè le implicazioni positive dell’ottenere quel beneficio.
Così facendo, con questo approccio, rischi di evitare una cosa che vedo succedere molto spesso.
Assumerti rischi troppo spropositati in funzione del beneficio che puoi ottenere.
In merito a questo, potrei mettere insieme l’errore n°3, il 4, il 4 bis, il 5 e il 5 bis, in una chiacchierata che ho fatto con una coppia di Titolari di Studio Dentistico che mi ha chiesto un feedback relativamente a un cambio del loro Studio.
Si trattava di un passaggio importante di dimensione dello Studio più che raddoppiato rispetto alla loro struttura attuale in termini di:
– spazio e ovviamente anche in termini di potenziale;
– costi mensili;
– necessità di esporsi con le Banche.
Ed era incredibile, vedere come ci fosse una grandissima sopravvalutazione dei risultati di breve e una percezione distorta del rischio (e delle energie necessarie). Ragionato tutto senza numeri.
Poi quando accanto ad ogni affermazione, siamo andati a fare un lavoro per associare dei numeri:
– dando una dimensione precisa al rischio;
– attribuendo una dimensione precisa al beneficio (mettendolo in funzione del tempo e delle conseguenze anche personali);
li ha portati in un istante, a prendere una decisione del “Non è il momento giusto per fare questa cosa”.
Con una lucidità e una chiarezza mentale che nel mese precedente non erano mai riusciti a dare, perché sottovalutavano il rischio.
Arriviamo adesso al…
Sesto errore: Avere una gestione emotiva e non razionale del rischio
Si tratta di un errore che, se si vuole, è collegato a tutto quello che abbiamo detto finora.
Tantissime Persone, hanno una gestione totalmente emotiva e non razionale del rischio.
Ovviamente, Chi commette tutti i 5 + 2 errori che abbiamo visto fino qua, è evidente che non gestisce il rischio – e in un certo senso anche la paura – in maniera razionale.
Il fatto è, che c’è qualcuno che veramente prende decisioni, anche rischiose, sempre in uno stato emotivo alterato.
Che cosa vuol dire stato emotivo alterato?
È la condizione che si verifica quando una Persona:
– o è in preda alla paura, al pessimismo e quindi è in uno stato di particolare down;
– oppure è in uno stato di particolare emozione ed euforia e quindi è in uno stato di picco opposto.
Si tratta quindi, di tutte quelle decisioni, basate su determinati momenti di alterazione emotiva nel bene e nel male, che portano spessissimo ad una errata valutazione dei rischi.
In opposizione pertanto, a quelle basate su un’analisi obiettiva e dimensionata attraverso dei numeri.
Settimo errore: Non pianificare per il peggio
Quello che vedo fare a tantissimi Titolari è: ragionare il rischio, pianificare esageratamente la decisione che devono prendere per eliminare il rischio ma non pianificare per il peggio.
“Andre, che cosa significa non pianificare per il peggio?”
È il fatto che (altro errore comune!) quasi mai si pensa ad un piano B.
Nel senso che: gestisco il rischio, mi organizzo per la decisione, prendo la decisione e parto. Ma le cose possono andare storte.
E il punto è, che non c’è nessuna riflessione su cosa facciamo se le cose vanno storte.
Serve avere un piano di contingenza. I più previdenti ancora, magari pensano anche ad un piano C.
Tutto questo, genera la possibilità di semplificare parecchio la questione, se qualcosa dovesse andare storto.
Non pianificare per il peggio, rischia di fare andare le cose male, quando invece – semplicemente – un piano B o un piano C di back-up, avrebbe potuto raddrizzare le cose con semplicità.
Per quanto riguarda il successivo punto, arriviamo all’…
Ottavo errore: La dipendenza dall’1
In questo caso, l’errore che vedo tantissimo commettere dai Titolari di Studio nel momento in cui devono gestire il rischio, è quella che io chiamo “la dipendenza da 1”.
“Uno” inteso proprio come numero.
Nel senso che, per la gestione della tua attività, il numero peggiore da avere come alleato è il numero uno.
Ad esempio: avere un’unica fonte di traffico di Pazienti (il passaparola), un unico Operatore Clinico che fa la maggior parte del lavoro (solitamente il Titolare), un’unica Persona capace di fare una determinata cosa…
É pericolosissimo, perché non ci sono ridondanze.
Un po’ di giorni fa, mentre tornavo dagli Stati Uniti, parlavo con un assistente di volo e mi diceva che viaggiare su un aereo è così sicuro per la ridondanza dei sistemi fondamentali.
Non ne avevo idea ma sull’aereo ci sono quattro impianti elettrici. Ci sono tre impianti idraulici. E – non sapevo nemmeno questo – ogni aero può volare se non funziona uno dei due motori o può addirittura atterrare se non ne funziona nessuno.
“
Il tuo nemico nella gestione del rischio, è dipendere da una cosa sola in qualunque ambito fondamentale.
”
Ecco perché, ad esempio, con il Sistema Operativo Profit Monday, diamo allo Studio Dentistico dei protocolli operativi ai quali il Personale si allinea.
Perché?
Perché se Tu hai una Persona che sa fare una cosa e quella Persona va via, sta a casa, si ammala o va in maternità, hai un problema.
Perché è quella Persona che è (era) in grado di presidiare l’attività e far funzionare quello specifico ambito.
E di conseguenza hai uno Studio “Persona-dipendente”.
Lavorando invece con un Sistema di protocolli, esattamente come accade per l’area clinica, ti metti al sicuro.
Perché lo stesso protocollo – che altro non è che un libretto di istruzioni per un’altra Persona – permette a qualcun altro, con un minimo di competenza di base, di poter eseguire quel compito.
E quindi, tornando al concetto dell’aeroplano, hai il tuo secondo, terzo, quarto impianto elettrico che può fare volare lo stesso il tuo aereo.
Lo stesso discorso vale per il Marketing.
Perché mi senti parlare spesso, di lavorare su più canali di Marketing contemporaneamente?
Perché quando hai “la dipendenza da Uno”, cioè il passaparola, e non ti entra il numero di Persone che ti deve entrare per avere la saturazione che stai cercando, hai un problema.
E così via per tutte le altre questioni.
Ricordati sempre, quindi, e qui parliamo di una gestione del rischio molto più trasversale, di non far dipendere mai gli ambiti cruciali del tuo Studio da “Uno” di qualcosa.
Passiamo al punto successivo.
Nono errore: Fare affidamento su esperienze passate per valutare i rischi futuri
Certamente il passato è esperienza.
Ma tante volte il passato può non essere un buon indicatore del futuro specialmente in un ambiente in rapido cambiamento.
Ad esempio, potresti dire: “10 anni fa ho fatto la stessa identica cosa ed è andata bene – oppure è andata male vale lo stesso discorso – se la rifaccio oggi andrà nello stesso modo.”
E cioè: male se è andata male, oppure bene perché è andata bene.
Ecco, non è necessariamente così.
Perché la tua decisione, ogni volta che la prendi, si applica in un determinato contesto.
E questo contesto è parte di uno scenario più ampio. Se cambiano le regole del gioco, quello che magari facevi in passato, era un altro sport.
Basti pensare all’aprire uno Studio Dentistico.
Trent’anni fa, se uno non era veramente “un cane” da un punto di vista odontoiatrico, non c’erano grosse difficoltà a farlo funzionare e farlo produrre molto bene da un punto di vista di profitto e di soddisfazione personale.
Se una Persana decidere adesso di aprire uno Studio da zero, lo scenario nel quale tutto questo si colloca è molto diverso.
E quell’esperienza passata non è minimamente paragonabile alla situazione presente.
Ecco:
“
Le esperienze passate, diventano importanti e fondamentali – e sono un’esperienza da prendere in considerazione – quando in effetti sono paragonabili.
”
Tante volte non lo sono.
Perché, se metti insieme tutti i punti precedenti, questa gestione emotiva non quantificata, non razionale, e non razionalizzata, fa approcciare la cosa in maniera troppo superficiale. E far affidamento su esperienze passate, ti può:
– fare scartare opportunità invece d’oro;
– oppure fare gettare di testa in un mare non di opportunità ma di cemento.
E nel secondo caso, la capocciata diventa particolarmente dolorosa: semplicemente perché se lì un tempo c’era l’acqua, non significa che ci sia ancora.
E questo, se vogliamo, ci porta al punto numero 10, l’ultimo del nostro elenco, ma che per me è molto importante.
Decimo errore: non cercare consigli esterni.
Cercare di gestire tutto da soli, prendendo tutte le decisioni da soli può essere un errore.
Mi avrai probabilmente sentito dire più volte che:
“
Quando sei la Persona più intelligente nella stanza, sei nella stanza sbagliata.
”
Se ci pensi, io sono molto simile a Te, in quanto Titolare di un’Impresa (nel mio caso di più imprese).
E tante volte, mi trovo ad essere da solo a fare certi ragionamenti.
Vedi, io credo tantissimo nel team e in nessuna delle mie società, sono l’unico socio: c’è sempre un’altra Persona.
Tante volte però, si è insieme dentro al problema, dentro alla decisione rischiosa. Ed è importante avere dei consigli esterni.
Perché i consigli esterni, permettono a Chi è al di fuori della situazione, di osservare il tuo mondo da un altro punto di vista.
Da un punto di vista che tante volte è molto più razionale e molto più obiettivo.
Ecco perché diventa estremamente importante, secondo me, per un qualsiasi Titolare di Studio Dentistico, oggi avere una rete di Consulenti di fiducia o di Mentori, perché può tantissimo aiutare a mitigare il rischio. Perché fornisce una prospettiva esterna e un’esperienza diversa.
È chiaro infatti, che guardando il problema “da dentro”, hai una percezione distorta e sei nella situazione più complessa per prendere la decisione migliore.
Quando invece hai anche degli input esterni, che sai ascoltare e valutare con attenzione, tutto diventa diverso.
E qui mi permetto di aprire una piccola parentesi e farti una considerazione.
A Chi chiedere i consigli esterni
Vedo tantissime Persone che cercano consigli ma fanno l’errore di chiederlo alle Persone sbagliate.
È il caso ad esempio, del Titolare di un’Impresa che chiede ad Amici che non hanno un’Impresa – e vivono il mondo attraverso un ruolo professionale completamente diverso – di dare loro un consiglio.
Ecco: quel consiglio esterno probabilmente è sbagliato perché non è supportato da un’esperienza o dalla giusta prospettiva.
Fai quindi molta attenzione: scegli di chiedere consigli a Persone che hanno più esperienza di Te in quella questione.
Una considerazione sull’approccio alla gestione del rischio
Ognuno di questi errori, altro non è che la conseguenza del fatto che:
“
il nostro cervello non è programmato per portarci al successo, ma è programmato per proteggerci.
”
Di conseguenza, noi siamo vittima di tutti questi sabotaggi interni ogni volta che ci troviamo a prendere una decisione che ha a che vedere con un certo rischio perché il nostro cervello di default non ci vuole far prendere dei rischi, vuole farci rimanere all’interno della zona di comfort, della nostra zona di comfort. Proprio perché il nostro cervello non è programmato per portarci al successo ma è programmato per proteggersi e l’unica forma di protezione vera che può cercare di ottenere, è quella di farci stare nella zona di comfort.
Ma nella zona di comfort non c’è crescita.
Non ci sono opportunità e di conseguenza questi sabotaggi ci portano fuori strada rispetto ai risultati che si vogliono ottenere.
Questo episodio del Podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria” nasce proprio dall’esigenza di farti prendere consapevolezza del fatto che molto spesso cadiamo in uno o più di questi dieci errori.
E diventarne consapevole, è il primo passo importante per poter dare una sterzata fondamentale alla propria capacità di gestire il rischio.
La strategia per prendere decisioni rischiose
Come ti avevo anticipato, voglio condividerti una mia strategia personale che mi è molto utile quando voglio tirarmi fuori dall’impasse di certe decisioni rischiose nelle quali sto titubando un po’.
L’elenco dei dieci punti che abbiamo visto, in realtà è una cosa che io ripercorro mentalmente quando ho bisogno di uscire dall’impasse di una decisione difficile collegata a un rischio potenziale importante.
Quello che io faccio, altro non è, che farmi nella testa dieci domande passando su questi punti.
Le 10 domande strategiche per affrontare decisioni rischiose
- Sto titubando così tanto perché sto cercando di evitare il rischio a tutti i costi?
- Sto titubando così tanto perché sto diventando vittima del pessimismo?
- Sto per caso sopravvalutando i risultati di breve?
- Sto distorcendo il rischio? Ho dati oggettivi su cui misurare questo rischio? Sto misurando o mi sto semplicemente facendo un film che mi spaventa in merito alle conseguenze del rischio?
- Sto misurando anche le conseguenze del beneficio?
- Andrea, stai gestendo emotivamente questa situazione oppure c’è anche un’analisi razionale che stai facendo?
- Ehi, hai pensato al peggio? Qual è il piano B se le cose vanno male? Magari ti manca un piano B ed è questo che ti fa titubare così tanto nella decisione?
- Stai dipendendo da “uno di qualcosa” per il successo in tutto questo?
- Stai facendo affidamento su esperienze passate o stai pensando solo a cose passate per pensare e valutare i rischi futuri?
- Hai chiesto feedback e consiglio a qualcuno?
Farmi queste domande, mi aiuta tantissimo a dissipare completamente la nebbia mentale nella quale si cade quando cerca una decisione per una questione che si porta dietro una certa componente di rischio.
Questo elenco di domande, ti permette di capire se stai cadendo o meno, dentro certi errori: porti questi quesiti, ha il potere di cambiare la tua prospettiva e far accadere la magia nella tua testa.
In conclusione
Alla fine di tutto questo, voglio lasciarti dicendoti una cosa che credo che comunque sia la più importante. Indipendentemente dalla strategia che utilizzi per la gestione del rischio: non puoi esimerti dal rischio.
Lo abbiamo detto all’inizio: fa parte del gioco e soprattutto fa parte dei risultati. Vuoi risultati?
Devi gestire anche del rischio.
D’altronde lo chiamano “rischio d’impresa” e mai nessuno ha detto – o mai da nessuno ho sentito pronunciare – il concetto di “sicurezza d’impresa”.
Per fare Impresa e per ottenere Risultati c’è bisogno di rischio. E lo devi gestire.
Ma attenzione: c’è rischio e rischio. C’è il rischio stupido e c’è il rischio ponderato.
Il tuo compito è affrontare il rischio per ponderarlo adeguatamente.
Perché prendere dei rischi stupidi non ha nessun senso.
Prendere invece rischi ponderati e di conseguenza, misurare giustamente se ha senso accettare la sfida oppure no, è quello che ti è necessario per ottenere la quantità di risultati che stai cercando.
La componente di rischio, a me piace pensarla come un’ombra che danza al fianco di ogni decisione e di ogni grande salto.
Non la puoi evitare.
È sempre lì al tuo fianco e ciò che devi fare, è gestirla con serenità, coraggio e saggezza.
So molto bene cosa significa stare di fronte ad una decisione difficile. Sentire il peso di quel rischio sulla propria pelle ogni giorno. Lo so molto bene perché mi ci trovo dentro praticamente quotidianamente ma credo profondamente che sia proprio in quei momenti lì che dobbiamo ricordare che il rischio non è il nostro nemico.
Credo che il rischio tante volte sia il nostro più grande alleato.
Perché comunque sia è quello che in un certo senso ci spinge a migliorarci, perché ci spinge a sorpassare i nostri limiti.
“
Non temere il rischio. Accoglilo, studialo, balla con lui.
Perché ogni rischio che ti assumi nel modo corretto è un passo in più che fai verso la realizzazione dei tuoi obiettivi.
”
E, anzi, la vera certezza che hai, è che ogni rischio che rifuggi è certamente un’opportunità che perdi.
Il rischio può assumere molte forme ma ricordati che è sempre e prima di tutto un’opportunità. Un’opportunità per fare del bene a Te e agli Altri, per fare la differenza nella tua vita, nella vita degli altri, per crescere come Professionista e per crescere come Persona, perché è questo che fa il rischio nelle nostre vite.
Evita quindi che ci fermiamo e quello che mi piace, è lasciare che il rischio invece ci spinga in avanti verso quel nuovo orizzonte al quale stiamo puntando da tempo.
E ciò perché, il rischio, quando è affrontato con saggezza e con coraggio, altro non è che l’anticamera del successo.
La gestione corretta del rischio è l’ingrediente segreto del successo: la considero una grandissima verità per me.
É il prezzo che paghiamo per l’opportunità che abbiamo davanti tant’è che solo poche Persone ottengono il successo che vogliono perché solo poche persone sono disposte a pagare questo prezzo.
E con queste parole ti saluto e ti do appuntamento alla prossima puntata.
In attesa della prossima puntata, segui questo link e prendi qualche informazione in più sul Sistema Operativo Profit Monday.
Se questo articolo ti è stato utile e hai trovato interessante la puntata: condividilo e “segui” il Podcast in modalità audio sulle piattaforme.
Potrai così ricevere le notifiche delle prossime pubblicazioni.
Scopri il Sistema Operativo Profit Monday
Clicca su questo link e ti forniremo tutte le informazioni per scoprire come raggiungere i risultati che stai cercando grazie al “Sistema Operativo del Profit Monday”.