Rassegna StampAI: Le novità dal mondo AI
La nuova figura professionale alla guida dell’Intelligenza Artificiale: il CAIO si siede nel board aziendale
È nata una nuova figura professionale: il Chief Artificial Intelligence Officer (CAIO), un ruolo innovativo che sta rapidamente prendendo piede nelle grandi Organizzazioni.
I CAIO possiedono competenze avanzate in AI, machine learning e analisi dei dati: grazie alla loro visione strategica sono in grado di costruire e ottimizzare algoritmi, gestire big data e utilizzare strumenti avanzati. Tutto questo al fine di trasformare i dati grezzi in informazioni utili per prendere decisioni capaci di migliorare l’efficienza operativa e gestire il cambiamento nel lungo periodo, perseguendo una visione strategica.
Tra i primi a nominare un CAIO c’è la NASA, che ha scelto David Salvagnini per questo incarico. Salvagnini, con oltre 20 anni di esperienza nel settore tecnologico, sarà responsabile della supervisione strategica e dell’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nelle operazioni dell’Agenzia, sia sulla Terra che nello spazio.
L’importanza dei CAIO negli USA è riconosciuta anche a livello governativo. Tant’è che un recente disegno di legge negli Stati Uniti, mira a rendere obbligatoria la presenza di un CAIO in ogni Agenzia Federale, creando un Consiglio inter-agenzia per coordinare e integrare le attività relative all’AI.
Non solo.
Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti (DHS) ha lanciato la sua prima roadmap per l’AI, con progetti pilota volti a testare l’uso della tecnologia per migliorare l’addestramento degli ufficiali dell’immigrazione, supportare le comunità nella costruzione della resilienza e migliorare l’efficienza delle indagini delle forze dell’ordine.
Oltreoceano inizia quindi a farsi strada il ruolo del CAIO come pedina essenziale per navigare il futuro dell’innovazione tecnologica, rendendo le Organizzazioni più efficienti e competitive attraverso l’uso strategico dell’AI.
Meta e il suo nuovo modello linguistico per mobile
Meta AI ha appena svelato MobileLLM: un modello linguistico progettato specificamente per dispositivi mobili.
Con meno di 1 miliardo di parametri, rispetto al colosso da trilioni di parametri che è GPT-4, MobileLLM sfida la convinzione che “più grande sia sempre meglio” nell’AI.
Perché incentrarsi su una versione mobile?
Perché la maggior parte di noi interagisce quotidianamente con la tecnologia attraverso gli smartphone…
…E MobileLLM promette di portare capacità avanzate di AI direttamente su questi dispositivi, rendendo l’AI sofisticata, in grado di gestire query complesse, più accessibile ed efficiente per l’uso quotidiano nei telefoni.
MobileLLM supera modelli più grandi come LLaMA-2 in compiti specifici (ad esempio: assistenti vocali e traduzione linguistica in tempo reale)…attendiamo quindi di metterlo alla prova!
Il Progetto Strawberry di OpenAI: una nuova (ulteriore) frontiera dell’Intelligenza Artificiale
Progetto Strawberry è un’iniziativa di OpenAI, sostenuta da Microsoft, che mira a migliorare le capacità di ragionamento dei modelli di Intelligenza Artificiale.
L’obiettivo principale del progetto, è sviluppare modelli di AI in grado di pianificare e navigare autonomamente su Internet per condurre ricerche approfondite: una capacità che finora è sfuggita ai modelli attuali.
Strawberry si concentra sul miglioramento delle capacità di ragionamento dei modelli di AI, rendendoli capaci di affrontare problemi complessi e pianificare a lungo termine. E questo è visto come un passo cruciale per raggiungere l’intelligenza a livello umano o superumano.
Questo ambizioso progetto, utilizza un metodo di “post-training” per affinare le prestazioni dei modelli dopo l’addestramento iniziale su grandi dataset: un processo che include tecniche di “fine-tuning”, che coinvolgono anche il feedback umano ed esempi di risposte corrette e errate per migliorare la precisione del modello.
Uno degli obiettivi, è permettere ai modelli di utilizzare un agente di utilizzo del computer (CUA) per navigare autonomamente sul web e condurre ricerche basate sui risultati trovati, il che potrebbe trasformare il modo in cui le AI gestiscono compiti complessi e prolungati, migliorando la loro utilità in ambiti scientifici e aziendali.
Il progetto Strawberry condivide somiglianze con il metodo “Self-Taught Reasoner” (STaR) sviluppato a Stanford, che consente ai modelli di AI di migliorarsi creando iterativamente i propri dati di addestramento.
Un approccio che potrebbe portare teoricamente i modelli linguistici a superare l’intelligenza umana: un’idea sia eccitante che potenzialmente inquietante.
Come con tutte le tecnologie emergenti, è cruciale bilanciare l’innovazione con considerazioni etiche e di sicurezza per garantire che l’AI venga utilizzata in modi benefici e responsabili.
Si tratta infatti di un progetto certamente affascinante quanto terrorizzante. E sembra evidenziare sempre di più la ricerca di arrivare all’Artificial General Intelligence (AGI): un tipo avanzato di AI che ha la capacità di comprendere, apprendere e applicare conoscenze in una vasta gamma di compiti, alla stregua degli esseri umani.