Intelligenza Artificiale: fidarsi è bene o non fidarsi è meglio?

Possiamo fidarci a usare ChatGPT e a dare i nostri dati alle Big Company dell'AI?

Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.

 

Un disclaimer molto importante

 

Prima di continuare ad ascoltare, devo farti un disclaimer molto importante su questa puntata perché, in questo episodio, credo per la prima volta, non ti parlo direttamente di come far crescere i risultati dello Studio.
Non condividerò nemmeno tattiche o strategie per fare in modo che il tuo Studio lavori per Te anche senza la tua presenza costante e necessaria.
Anzi, non parliamo nemmeno dello Studio Dentistico in questa puntata.

Potresti giustamente decidere di non proseguire oltre, perché questa puntata è certamente off topic, cioè fuori tema rispetto ai contenuti del Podcast.

La verità è che oggi voglio condividere con Te alcune riflessioni molto importanti, dal mio punto di vista, sul mondo dell’Intelligenza Artificiale.

 

Intelligenza Artificiale: la necessità di aumentare la consapevolezza

 

Il motivo è molto semplice: a mio parere c’è da stare con le antenne belle dritte e aumentare il proprio stato di coscienza, il proprio stato di consapevolezza rispetto alla questione. Perché, vedi, unendo i puntini di alcuni fatti che sono successi da otto mesi a questa parte, sembra che ci siano un po’ di ombre in alcune dinamiche. Ombre che potrebbero delineare uno scenario non propriamente, non so come definirlo, entusiasmante potremmo dire.

 

L’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale per lo sviluppo dell’Attività imprenditoriale

 

Voglio darti un’informazione di contesto, relativamente al perché ti faccio un discorso di questo tipo.

Non so se lo sai, da tempo mi occupo di divulgare, non solo all’interno degli Studi Dentistici ma più in generale, con Liberi Professionisti e Piccoli Imprenditori, l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale. Lo scopo è quello di far sì che possano finalizzare con più facilità delle attività, molte delle quali, tra l’altro, di Marketing e organizzative. Attività cioè che i Titolari di piccole Imprese, solitamente lasciano abbandonate per mancanza del tempo o del denaro necessario a pagare qualcuno per occuparsene.

 

L’implementazione dell’AI nella quotidianità

 

Di fatto, spiego ai Dentisti e ai Titolari di piccole Imprese, come integrare l’Intelligenza Artificiale nella quotidianità della loro Attività, per rendere più semplice e veloce ottenere determinati risultati.
Tra l’altro, ho creato un sistema proprietario e registrato per far scrivere contenuti alle Intelligenze Artificiali (come ChatGPT, Claude o Gemini) che invece di essere generici – perché gli ha scritti l’Intelligenza Artificiale a suo modo come accade normalmente – esprimono il DNA della propria Attività e vanno in risonanza con il proprio al Target.

Pertanto, sono dentro a questo mondo come appassionato, come utilizzatore, come ricercatore e anche come avido studioso, perché la cosa mi appassiona tanto.

Fammi essere quindi estremamente chiaro da questo punto di vista: credo che l’Intelligenza Artificiale sia un’enorme opportunità per il mondo.
In generale, sono un amante della tecnologia e sono un amante del progresso.

D’altro canto, sono convinto anche che tutto ciò che ha un potenziale enorme risvolto positivo, si porti dietro anche un potenziale enorme risvolto negativo e ciò che determina il risultato finale, tra un lato della medaglia e quell’altro, è il comportamento delle Persone.

 

La quinta rivoluzione industriale

 

Con quello che sta succedendo con l’Intelligenza Artificiale, siamo davanti alla quinta rivoluzione industriale e la maggior parte delle Persone non se n’è ancora resa conto.

L’Intelligenza Artificiale e tutto lo sviluppo della robotica che sta avvenendo, cambieranno totalmente dal mio punto di vista – ma non sono l’unico a dirlo – il modo in cui viviamo e di conseguenza anche un po’ il mondo nel quale viviamo.

 

L’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul nostro modo di vivere

 

Non riesco nemmeno ad immaginare come, nel dettaglio, tutto quanto il nostro modo di vivere cambierà ma sono profondamente convinto che sarà tutto diverso rispetto a come ci siamo abituati a vivere.
E se ascolti Persone che in realtà studiano seriamente queste cose, anche da un punto di vista di impatto sociale, gli scenari che vengono raccontati sono veramente i più diversi.

 

L’avvento di internet e l’espansione dell’Intelligenza Artificiale a confronto

 

Credo che Intelligenza Artificiale e robotica, insieme, avranno un impatto sul mondo estremamente superiore a quello che ad esempio ha avuto la nascita di Internet.

Credo che non sia minimamente paragonabile.

Adesso a noi sembra normale ma se con la mente torni a prima dei tempi di Internet, beh, il mondo era veramente profondamente diverso: in pochissimo tempo tante cose sono profondamente cambiate.

E oggi, nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale, credo che sia tutto moltiplicato all’ennesima potenza.

Sono felice, emozionato nel poter vivere una cosa di questo tipo e allo stesso tempo sinceramente sono anche molto spaventato.

 

Le recenti dichiarazioni di Elon Musk

 

Giorni fa ascoltavo un’intervista a Elon Musk – che è pesantemente dentro al mondo della robotica ed è stato uno dei fondatori di OpenAI, oltre ad essere un visionario – in cui faceva previsioni di un futuro nel quale gli esseri umani non avrebbero più lavorato. E ciò perché il loro lavoro sarebbe stato svolto da robot e Intelligenza Artificiale: di fatto ognuno avrebbe avuto semplicemente un reddito per campare ma non avrebbe più fatto nulla.

Vabbè, non commento, ti sto semplicemente riportando quello che ha detto Elon Musk.

 

Il punto di vista di Salvatore Aranzulla

 

Se vogliamo prendere una strada diversa, qualche giorno fa, ascoltavo Salvatore Aranzulla che faceva delle considerazioni sul fatto che già oggi, circa il 50% dei lavori d’ufficio è potenzialmente sostituibile dall’Intelligenza Artificiale.

E, da un certo punto di vista, mi ha fatto anche tenerezza perché era anche visibilmente e sinceramente preoccupato di come il suo sito salvatore aranzulla.it (quello in cui si trova come fare praticamente tutto dal lato informatico ed è uno dei siti che ha fatto la storia in Italia), possa diventare totalmente inutile dall’oggi al domani.
E ciò perché i nostri telefoni, equipaggiati con l’Intelligenza Artificiale, ci danno tutte quante le informazioni che ci servono per risolvere una problematica sulla quale normalmente si va a cercare soluzione sul sito di Salvatore.

 

Applicazioni dell’AI in ambito sanitario e militare

 

Poi, se vogliamo uscire da questo ambito di conversazione, ci sono i primi casi di successo di Intelligenza Artificiale applicata alla medicina e alla diagnosi precoce.
Tra l’altro, approcci che si sono dimostrati essere più efficaci della stessa attività di diagnosi precoce fatta solamente dall’essere umano.

E poi, non so se ti è arrivata questa informazione, ci sono stati i primi combattimenti – simulati, per fortuna! – tra un caccia militare pilotato da un essere umano e un caccia militare pilotato da un’AI.

Tutto questo significa che l’Intelligenza Artificiale sta permeando il nostro mondo e che, soprattutto, è diventata accessibile alle Persone.

 

La necessità di una gestione responsabile dell’Intelligenza Artificiale

 

In uno scenario di questo tipo, diventa fondamentale non solo concentrarsi sull’AI ma è cruciale, a mio parere, regolamentare adeguatamente il modo in cui l’Intelligenza Artificiale viene gestita dalle Aziende che la stanno sviluppando.

Per questa ragione in questa puntata voglio fare con Te “qualche sproloquio”, perché probabilmente si tratterà di un ammasso di parole che ti butto giù per condividere dei pensieri che credo possano servire per vivere questa nuova rivoluzione industriale in un modo più consapevole e più vigile.

E ciò perché stanno succedendo cose non proprio trasparenti.
In particolare da parte dell’Azienda che è passi avanti a tutti nelle Intelligenze Artificiali – di tipo Large Language Model (che poi sono anche quelle che utilizzo e faccio utilizzare maggiormente) – e cioè OpenAI.

Dico ciò e sono sensibile a tutto questo, perché c’è un grande impatto sul mondo da parte di questa Azienda e soprattutto c’è una quantità di denaro e un potere incommensurabile, collegati a tutto questo.

Quindi un po’ a ruota libera voglio condividere con Te alcune considerazioni e nel finale dell’episodio spiegarti perché ho sentito il bisogno di farlo.

 

Quale formato scegli?

 

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole. A Te la scelta!

Qui sotto puoi ascoltare il podcast.

 


Qui puoi guardare il video.

 

 

 

 

 

Oppure continua a leggere.

 

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Possiamo fidarci ad inserire i nostri dati dentro ChatGPT?

 

Questa riflessione mi è iniziata durante la giornata di follow-up del corso AI Marketing Team. Quel corso in cui insegno quella specifica metodologia di cui ti parlavo prima, per far scrivere l’Intelligenza Artificiale, esprimendo l’anima del tuo brand e in modo che i tuoi contenuti vadano in risonanza con la psicologia del tuo target specifico.

Mentre stavamo guardando dei passaggi, uno dei partecipanti mi ha chiesto:

“Andrea, come vengono utilizzati i dati in ChatGPT quando seleziono <<non usare i dati per istruire il modello>>? Mi posso fidare?”

Non entro adesso nel merito di questi tecnicismi però, di fatto, c’è un’opzione in un piano di pagamento – oppure sacrificando la cronologia delle chat – che ti permette di evitare che i tuoi dati vengano utilizzati per istruire il modello.

Questo significa che di default, i dati vengono utilizzati per istruire il modello.

E la mia risposta è stata:

“Non lo so”.

Nel senso che, non lo so se ti puoi fidare.
Come vengono utilizzati i dati è spiegato e se selezioni “non usare i dati” dovresti stare tranquillo ma la realtà è che io non sono così sicuro che sia così.

Mi posso solo fidare di quello che mi viene detto e magari evitare di condividere delle informazioni che reputo troppo sensibili.

La domanda a monte pertanto è: Ci possiamo fidare di questi strumenti?

 

La reputazione di OpenAI

 

Certamente per darmi una risposta sul “io (Andrea) mi posso fidare?”, devo prendere in considerazione la reputazione di OpenAI.

E qui le cose si fanno interessanti perché la domanda è: qual è la reputazione di OpenAI?

Perché se ti sposti a guardare dietro la tenda che divide il palcoscenico dal dietro le quinte, potresti un po’ come sono confuso io man mano che raccolgo certe informazioni, che in realtà prese una alla volta possono sembrare dei semplicissimi incidenti di percorso e di gioventù. Ma poi quando li vai a mettere tutti quanti in fila cercando la risposta, mi posso fidare e le cose cambiano leggermente.

 

Il caso Scarlett Johansson e OpenAI

 

Partiamo da qua.

Non so se sai la questione che si è verificata recentemente tra OpenAI e l’attrice Scarlett Johansson. Tutto è esploso il 13 maggio scorso dopo la presentazione di GPT-4 Omni, l’ultimo modello di ChatGPT, nel quale, tra l’altro, ho parlato anche a fondo nella newsletter AIdea, la mia newsletter settimanale sul mondo dell’intelligenza artificiale.

Se non lo hai ancora letto lo trovi qui >>AIdea #18 | Occhio per occhio, AI per AI

Nella demo è stato creato un divertentissimo ma anche incredibile siparietto.
Incredibile per il salto tecnologico che lo strumento ha fatto e l’integrazione con un iPhone: davvero incredibile.

 

E in questo siparietto, c’erano ovviamente ChatGPT-4 Omni, Mark Chen (che è il capo dello sviluppo della multimodalità di OpenAI), c’era Mira Murati (che è la Chief Technology Officer di OpenAI, il capo di tutta la parte della tecnologia) e Barrett Zopf (che è il capo del team del post-training dell’intelligenza artificiale, cioè di tutto quello che viene fatto per addestrare l’AI).

Hanno dialogato con ChatGPT dal cellulare e il risultato è stato qualcosa di molto simile al film “Her”, “Lei” in italiano.
Un film del 2013 con Joaquin Phoenix come protagonista, nel quale si raccontava l’avvento di questo nuovo sistema operativo per i computer dotato di intelligenza artificiale, che era in grado di apprendere e di elaborare delle emozioni. E questo nuovo sistema operativo, di fatto ha cambiato completamente la relazione uomo-computer tanto che Theodore, il protagonista, arriva ad innamorarsi di Samantha.

Nel film, quella “Her” è Scarlett Johansson.
Le informazioni che circolano, dicono che Sam Altman – il CEO di OpenAI – abbia contattato Scarlett Johansson per chiederle di prestare, ovviamente pagandola, la sua voce a ChatGPT per il suo nuovo modello di Intelligenza Artificiale. La sua “Sky”, che è una delle voci con le quali puoi far parlare già adesso dal tuo telefono ChatGPT.

Ma Scarlet, per una serie di ragioni che non conosco nemmeno, ha detto di no.

Fin qua tutto ok.
Se non fosse che, poi, durante la presentazione di ChatGPT 4 Omni, Scarlett (non so se gliel’hanno detto o se era lì che guardava) è rimasta a bocca aperta sentendo la sua voce nell’AI.

Scarlett Johansson quindi ha assunto un avvocato per occuparsi della faccenda. Chiaramente è scoppiato un piccolo pandemonio a cui OpenAI e Altman hanno risposto dichiarando che in realtà hanno assunto dei doppiatori per le varie voci di ChatGPT, inclusa per la doppiatrice della voce che Scarlett Johansson ritiene essere la sua.
Ma comunque, per rispetto dell’attrice, hanno sospeso l’uso della voce nei loro prodotti.

 

I dubbi sull’etica aziendale di OpenAI

 

Ecco, le cose non è proprio che tornino in modo lineare, anche perché un dettaglio della storia è che Sam Altman, circa 24 ore prima della presentazione di GPT-4 Omni, ha twittato la parola “Her” su X, prima dell’evento di GPT-4 e quindi pare molto evidente, che stesse facendo riferimento al film.

Ma se nel film c’era Scarlett Johansson, negare che avessero pensato di utilizzare la sua voce aveva poco senso.
E il fatto che dicessero che non avevano nessuna intenzione di farla sembrare Scarlett Johansson, sta poco in piedi, considerando che l’hanno contattata e le hanno chiesto se era disponibile a fornire la sua voce.

Quindi la risposta in sé, non ha molto senso.
Anche perché poi quando si è andati sotto ad OpenAI e a Sam Altman chiedendo:

“Ok, va bene, chi è il doppiatore? Sentiamo la voce di questo doppiatore per chiarire tutto.”

Non c’è stata nessuna tipologia di risposta: semplicemente la voce è stata tolta.
L’unico fatto che rimane di tutta questa storia è che quella voce assomigliasse davvero a quella di Scarlett Johansson.

Fin qua, parlando dell’etica di OpenAI, potremmo inserire tutto questo in un piccolo errore di gioventù perché, tra l’altro, se andiamo a vedere dietro queste grandi aziende tecnologiche, a me ha stupito sapere che l’età media di un’azienda come Open AI (e tutte le Aziende di questo tipo) è attorno ai 30 anni.

Quindi è un piccolo errore di gioventù. D’altronde, cosa hanno fatto di così grave?
Hanno fatto una richiesta a una persona che ha detto di no e alla fine se ne sono fregati perché era troppo figo ricreare quello che si era visto in quel film. Gli è stato negato, loro se lo sono preso come se niente fosse, fregandosene dei diritti altrui…cosa c’è di così grave?

Sono sarcastico ovviamente!
Lo dico prima che si scateni un casino.

E ovviamente tutto questo è solo quello che trapela da informazioni online delle quali, per onestà intellettuale, non possiamo e non posso essere certi.

Fatto sta che c’è stata questa storia, caratterizzata da un po’ poca trasparenza.

Basta questo per fare dubitare di un’Azienda o per mettere in crisi la sua reputazione?
Beh, potrebbe.

Il punto è che non ci si ferma qua e andiamo avanti. Anzi, torniamo indietro.

 

La rimozione di Sam Altman dal ruolo di CEO di OpenAI

 

Torniamo al 17 novembre del 2023, quando Sam Altman è stato escluso dal ruolo di CEO da parte del Consiglio di Amministrazione perché ostacolava la capacità del Consiglio di Amministrazione stesso di esercitare le sue responsabilità.

Scoppia ovviamente un putiferio internamente.
Viene difeso da una parte del Consiglio di Amministrazione, c’è una rivolta dei dipendenti (circa 700 di loro che minacciano di andarsene alla concorrenza se non fosse stato reintrodotto), è successo chissà che cosa e fatto sta, che qualche giorno dopo Sam Altman è stato reintrodotto e praticamente l’intero CDA è stato ridisegnato completamente.

Quando è successo tutto questo, sembrava uno dei classici giochi di potere che avvengono nelle grandi, grandissime Aziende.

Considera che OpenAI, alla fine di quell’anno (quindi a 12 mesi dal lancio di ChatGPT), ha fatturato 2 miliardi di dollari e ha raggiunto una valutazione di 100 miliardi.

OpenAI, fondata tra l’altro da Musk che poi è uscito, era di fatto un’organizzazione non profit che aveva come obiettivo (OpenAI) di tenere aperto il suo modello per fare del bene all’umanità e non del profitto per degli azionisti.

Perciò, in quel contesto, sembrava che fossero giochi di potere di questo tipo.

 

Le nuove rivelazioni OpenAI

 

Ma poi, nuove informazioni sono state rese pubbliche da Ellen Toner quando è stata intervistata sul podcast “The TED AI Show”.

Ellen Toner, era una dei membri di quel Consiglio di Amministrazione ed era una di quelle persone che ha votato per escludere Sam Altman. Ed è stata una di quei membri del CdA che è stata rimossa molto velocemente dal Consiglio, quando Altman è stato reintegrato.

Nel podcast, Ellen Toner per la prima volta dal novembre scorso, ha dato la sua versione dei fatti.
Ha dichiarato che le ragioni per cui lei e altri di quel Consiglio di Amministrazione hanno spinto per l’esclusione di Altman fosse che, ad esempio, Altman non aveva informato il Consiglio di Amministrazione sul suo possesso del fondo OpenAI startup.

Ha dichiarato che Altman abbia mentito sui processi di sicurezza interni all’azienda – tra cui quelli per rendere sicura l’Intelligenza Artificiale – e che abbia mentito anche su come siano state reperite tutte le informazioni su cui i modelli sono stati addestrati.

Ha dichiarato poi cose molto gravi, legate al fatto che Altman faceva violenza psicologica sul personale dell’Azienda. E poi, come fatto gravissimo, ha dichiarato che il board non fosse stato avvisato del lancio di ChatGPT 3 nel novembre del 2022, cioè del primo modello reso disponibile per il grande pubblico: dice di aver saputo insieme ad altri membri del Consiglio di Amministrazione, del lancio da un post su Twitter.

Ecco, una nota di contorno interessante.

A quel tempo, il board era composto da Sam Altman i(l CEO di OpenAI), Greg Brockman (il Presidente e Co-fondatore di OpenAI), Ilya Staskever (Co-fondatore e capo degli Ingegneri scienziati di OpenAI).
C’erano queste tre persone, ed è certo che questi tre sapessero certamente del lancio di ChatGPT, è impossibile che fosse diverso.

Gli altri tre membri, perché erano in sei, erano appunto Ellen Toner, Tasha McCauley ed Adam D’Angelo: tre persone che non lavoravano in OpenAI ma facevano parte del Consiglio di Amministrazione.

Quindi, di fatto, il discorso che io interpreto è che probabilmente solo una parte del Consiglio di Amministrazione era informata e non ha informato gli altri.

Anche qui, è importante chiarire che ChatGPT e un’Intelligenza Artificiale non sono stati realizzati in una notte.
Il sistema era già funzionante: la società già vendeva accesso alla sua Intelligenza Artificiale attraverso le API (Application Programming Interfaces), cioè le interfacce di programmazione che permettevano ad altri software di interfacciarsi con l’Intelligenza Artificiale ed integrare le sue funzioni all’interno appunto dei software stessi.

Pertanto era già sul mercato il prodotto OpenAI. C’era già l’idea del progetto ChatGPT, l’interfaccia utente che ha poi portato l’intelligenza artificiale al grande pubblico. Ma sembra che i piani di lancio fossero diversi e che ci sia stato qualcosa che ha fatto fare quella mossa parecchio in anticipo, escludendo una parte del CdA dalla scelta.

 

Non sapremo mai cosa sia realmente successo con questo lancio ma è certo che il novembre del 2022 ha segnato un cambio fondamentale per quell’Azienda, che da organizzazione non profit è diventata in 12 mesi una delle Big Company mondiali.

Tra l’altro, io continuo a sottolineare questa cosa, segnando anche un punto di svolta fondamentale per tutta l’umanità.

Io penso che per una Società con un potere del genere, sia necessaria una trasparenza ed una supervisione completamente diversa da quella attuale, perché questa storia francamente è allucinante.

Ellen Toner e Tasha McCauley, escluse da quel CdA, stanno facendo una grande battaglia legale e anche mediatica per continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che vengano adottate delle politiche non propriamente etiche all’interno dell’Organizzazione.

E la questione meriterebbe anche un approfondimento notevole, perché l’azionista di maggioranza di OpenAI oggi è Microsoft con il 49%, Microsoft (e quindi Bill Gates) ma si aprirebbe uno scenario che alimenterebbe solo i fanatici dei complotti intergalattici.

Fermiamoci qua da questo punto di vista ma andiamo avanti su quei fatti di cui ti parlavo perché siamo solo all’inizio e potrebbe sembrare la sceneggiatura di un film.

 

L’intervista di Mira Murati: l’addestramento di SORA

 

Qualche mese fa è uscita un’intervista di Mira Murati (che trovi facilmente su YouTube), la CTO di cui ti parlavo prima.

Incalzata dalla giornalista che l’intervistava, non è stata capace – o non ha voluto – rispondere alla domanda riguardo quali fossero i contenuti, le informazioni e i video su cui è stato addestrato il loro nuovo prodotto SORA, quello di Intelligenza Generativa per i video.

Alla domanda diretta riguardo al fatto se fossero stati usati video di YouTube, di Facebook e/o di Instagram, la Murati rimbalzava da un “non lo so” a “non posso affermare con certezza dove abbiamo preso le informazioni”.

SORA è un modello impressionante, è uno di quei prodotti da effetto wow che da un prompt testuale, genera dei video a livello cinematografico, tanto che alcune case di produzione cinematografica hanno già dichiarato di voler utilizzare il prodotto SORA per creare pezzi di loro film, invece di investire su studi cinematografici fisici.

Ecco, immagina.
Sei la CTO dell’azienda, sei incalzata su una domanda super lecita (perché qualsiasi dei contenuti dei quali stiamo parlando ha comunque dietro un soggetto che li ha creati), e no, non arriva una risposta ad una domanda lecita, diretta, per la quale la risposta dovrebbe essere doverosa.

E tra l’altro, se pensiamo anche al problemuccio di OpenAI, poi risolto con un accordo economico milionario con il New York Times riguardo al fatto che OpenAI avesse utilizzato – senza chiedere – tutte le informazioni contenute negli articoli del quotidiano online, per addestrare i suoi modelli… Ecco, la trasparenza e l’etica di OpenAI è sempre più tragicamente traballante.

Poi pensa, che è saltato fuori che OpenAI ha utilizzato la trascrizione di un milione di ore di video di YouTube per addestrare ChatGPT4, quindi la domanda della giornalista è lecita: perché non dovrebbe averlo fatto anche per SORA?

E la domanda, più che lecita, da parte di Mira Murati non ha ricevuto nessuna tipologia di risposta e, all’apparenza, nessuno sta veramente agendo per averla.

Capisco che è una questione particolarmente complessa perché vuol dire andare a guardare dentro ai cassetti di un’Azienda privata e la legge negli Stati Uniti non è come da noi.
Però mi sembra che la questione della trasparenza e dell’etica di nuovo torni fuori in una maniera significativa.

 

La dichiarazione di Jan Leike su OpenAI

 

Ma non è finita qua.
Qualche settimana fa Jan Leike, l’ex capo del Dipartimento di Allineamento di OpenAI – dipartimento in passato aveva la responsabilità di mantenere lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale sicuro e allineato ai valori dell’essere umano, ha lasciato OpenAI.
E qualche giorno dopo ha dichiarato che è andato a lavorare nella più piccola Anthropic (l’Azienda fondatrice di Claude).

Il punto è che, indipendentemente dal fatto che è andato in Anthropic, Jan Leike ha fatto una dichiarazione molto pesante.
Più o meno diceva:

“Sono in disaccordo con la leadership di OpenAI sulle priorità fondamentali dell’azienda già da parecchio tempo e oggi abbiamo raggiunto un punto di rottura.
Costruire macchine più intelligenti degli umani è un’impresa intrinsecamente pericolosa. OpenAI si sta assumendo un’enorme responsabilità per conto di tutta l’umanità ma negli ultimi anni la cultura e i processi di sicurezza sono passati in secondo piano rispetto ai prodotti e al fatturato.”

 

È una dichiarazione di una bomba mediatica estremamente pesante.

Ma la cosa interessante, è che la sua dichiarazione non ha fatto parlare solo per quello che lui ha dichiarato. Ha fatto particolarmente parlare, perché negli ultimi mesi parecchi altri Manager di alto livello hanno lasciato l’azienda ma nessuno di loro ha fatto dichiarazioni pubbliche, solo affermazioni stranamente edulcorate e esageratamente politically correct.

Tra l’altro, ad esempio, tra i soggetti che se ne sono andati c’è stato anche Ilya Sutskever che era uno di quei membri di quel Consiglio di Amministrazione (Co-fondatore e capo degli Ingegneri scienziati di OpenAI che tra l’altro affiancava anche Jan Leike nel comitato di allineamento e sicurezza).

Beh, anche lui come nessun altro dei manager o dei “capoccia” uscenti, ha mai sollevato questioni nei confronti dell’Azienda.

E la cosa faceva francamente pensare.
Perché, scusami: sei uno dei fenomeni di questo ambiente, l’hai creato, l’hai costruito, sei nell’Azienda col prodotto più performante, sei nell’Azienda che è avanti un bel po’ rispetto a tutte le altre e Te ne vai a lavorare da un’altra parte più piccola e un pochettino più indietro?

Non ha molto senso.

Il non disclosure agreement di OpenAI

Beh, senti qua, qualche gola profonda fa saltare fuori che nella politica dell’Azienda c’è un rigorosissimo NDA (Non-Disclosure Agreement).
Un accordo che tutti devono firmare e che per quanto riguarda i manager che hanno anche una compensation policy in equity dell’Azienda, ogni dichiarazione che va contro l’immagine pubblica dell’azienda avrebbe fatto perdere loro le loro quote di equity.

Ora, io non so dire nemmeno se una cosa del genere sia legale oppure no.
Negli USA le cose funzionano diversamente rispetto a noi ma capisci la mancanza di trasparenza assoluta che genera una cosa di questo tipo?

Perché ripeto: non è un’Azienda che fa carta.
È un’azienda che sta sviluppando una tecnologia che ha un impatto sull’umanità.
Ed è un’azienda privata, è un gruppo di persone.

Ma aspetta, perché la storia non finisce qua.

Sam Altman su Twitter, o X, dichiara pubblicamente che tutto questo è pura fantasia e che in OpenAI non esiste nulla di tutto ciò, non esistono accordi di questo tipo con il personale.

Perfetto.
Vengono resi pubblici da Vox, dei documenti che invece dimostrano l’esatto contrario.

Sam Altman si scusa pubblicamente, sempre su X, dichiarando anche un certo imbarazzo per non essere a conoscenza di una roba così brutta fatta dall’Azienda (perché di fatto a quel punto era diventato innegabile e quindi la strada la strada da percorrere era “Colpa mia, guardate sono veramente dispiaciuto, non ero a conoscenza di una roba di questo tipo”).

Peccato che poi viene tragicomicamente smentito perché, sempre su Vox, escono gli accordi dettagliati che i dipendenti dovevano firmare. E si vede chiaramente che sono firmati in calce anche da Sam Altman.

Ecco là: di nuovo escono cose che mettono parecchio in ombra la correttezza, l’etica, la sincerità del CEO dell’azienda che oggi sta segnando parte della storia dell’umanità.

E anche qua, io non so che dire: se sapeva, ha mentito; se non sapeva, vorrebbe dire che l’Azienda è fuori controllo.

E non so io sinceramente quale di questi due scenari mi faccia più paura.

 

OpenAI: un Comitato per la Sicurezza a dir poco discutibile

 

Ma vuoi ridere davvero?
Possiamo stare tranquilli? Sì, “possiamo stare tranquilli”.

Alla fine di maggio 2024, esce la notizia che OpenAI, proprio perché è così attenta alla sicurezza dell’Intelligenza Artificiale, ha creato un nuovo Comitato per la Sicurezza (dopo aver smantellato completamente quello vecchio con l’uscita di Leike).
E ha annunciato – fai ben attenzione! – che i nuovi Membri che lo dirigono per garantire la sicurezza dei prodotti sono: Adam D’Angelo (membro del Consiglio di Amministrazione già ai tempi e che è il CEO di Quora), Nicole Seligman (un altro membro del board di OpenAI e di altre grandissime Aziende) e – udite udite – Sam Altman.

Cioè, come scusa? Non ho capito.
Sam Altman, il CEO di OpenAI?

Sì, proprio Lui.
Cioè: ha senso secondo Te?

Io, Andrea, faccio fatica a vedercelo un senso.
Anche perché questo Comitato deve indirizzare il consiglio di amministrazione di OpenAI rispetto alle decisioni da intraprendere per mantenere sicuro lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e dei prodotti associati. Ma qui, il Team che deve garantire la sicurezza dei progetti e dei prodotti dell’Azienda, è composto da persone del CDA e dal suo CEO.
…Non ha senso…!

E se poi ci aggiungiamo, perché l’abbiamo detto prima, che questo Comitato ha interessi personali diretti anche di grandissimo peso finanziario sulla questione, perché c’è tutta quanta la politica di equity che fa parte della loro compensation policy, ovviamente ci sono degli interessi personali enormi.

In passato, si faceva un gran parlare del conflitto di interessi di Berlusconi, a me sembra che fosse un dilettante allo sbaraglio rispetto al conflitto di interessi che c’è dietro tutta questa storia qua.

I prodotti di OpenAI sono incredibili, risultati alla mano. Lo dicevo prima, lo ribadisco adesso: sono il Large Language Model generativo più qualitativo del mercato, totalmente più efficace di Gemini di Google.
OpenAI e ChatGPT, sono anche meglio di Claude di Anthropic – che personalmente è la mia seconda scelta – e all’apparenza Azienda totalmente più trasparente, etica e sincera di quanto appaia OpenAI.

Ma io ho imparato a non mettere più la mano sul fuoco.

 

Le implicazioni future dell’Intelligenza Artificiale

Sono un fan, te l’ho detto prima: mi ci sono immerso pesantemente, sono entusiasta e allo stesso tempo preoccupato.

Girano un sacco di soldi dietro ad OpenAI e a queste Aziende. E ne gireranno ancora di più.
C’è Microsoft dietro, le altre big tech company non stanno a guardare e spingono per recuperare il terreno che hanno perso.

Se ci pensi, fino a ieri la persona e l’azienda di cui tutti parlavano erano Mark Zuckerberg e Facebook, oggi Sam Altman e OpenAI.

 

Le collaborazioni tra colossi in campo AI

 

Tra l’altro, tutti questi colossi si stanno intrecciando.

Questa puntata viene pubblicata a cavallo del WWDC di Apple (la convention degli sviluppatori) e io mi aspetto, perché in varie interviste Sam Altman ha nominato più volte il nome iPhone. E quindi mi aspetto che Apple e OpenAI annuncino una collaborazione e che di fatto OpenAI entri nei device Apple, andando a sostituire Siri.

Poi Microsoft integra l’intelligenza artificiale Copilot in tutti i computer, mettendo addirittura un tasto nell’hardware del computer Copilot che attiva l’Intelligenza Artificiale.

Ma non so se lo sai, Copilot altro non è che l’Intelligenza Artificiale di OpenAI, ribrandizzata.
Perché di fatto sono i principali azionisti.

Ecco, vedi, tutte queste cose qui, dal mio punto di vista, hanno delle implicazioni enormi. E queste di cui ti ho parlato, sono solo le cose che si sanno. Perché poi mi sono anche messo lì a cercare di rimettere insieme tutti questi puntini perché si muove tutto talmente velocemente che ho detto: “Ma aspetta un secondo, ma quali erano i nomi del board allora?”.

Perché sì, sono curioso, ma andare a mettere insieme tutte queste cose mi ha lasciato veramente con degli enormi punti di domanda in testa, perché ripeto, queste sono solo le cose che si sanno.

 

Il bisogno di maggiore supervisione

 

Ma tutto questo mondo dell’Intelligenza Artificiale non farà che aumentare in dimensione, in intensità e in peso specifico nell’impatto che queste tecnologie hanno nelle nostre vite.

E a me sembra fondamentale che tutto questo sia supervisionato in una maniera diversa. Non ti so dire nemmeno da Chi.

Io guardo Sam Altman in televisione e dico: “Cavolo, l’ho visto riferire al Congresso Americano” e ho guardato con curiosità.
Anche se, a parte dicevo: “Cavolo, però che standing perfetto, talmente perfetto che a volte mi fa vibrare i peli sulla nuca tanto mi appare costruito”.

Ma di fatto, a me sembra fondamentale che tutto questo sia supervisionato dai Governi.

Peraltro, non so neanche di che Governi stiamo parlando: chissà poi in Cina che sta succedendo con l’Intelligenza Artificiale. Almeno qua da noi, c’è qualcuno che si fa delle domande.

Se devo pensare ai Governi, credo che i nostri Governi non siano in grado di stare al passo, anche solo con la velocità con cui si muove tutto questo, figuriamoci a regolamentare una cosa che non capiscono nemmeno.
Del resto, poi, è un po’ come dire “non puoi fare più dei 130 km/h in autostrada”. Ma io francamente tutti i giorni di gente che fa più di 130 km/h in autostrada ne vedo. Perciò, non basta una regola per fare in modo che le cose vadano nel modo giusto.

 

In conclusione

 

Eh sì, lo ripeto, se penso che solo un pezzettino delle informazioni è realmente reso pubblico, chissà cosa sta succedendo realmente.
Io credo che ci sia molto di più di quello che si conosce oggi.

Non ho assistito a nessuno di questi fatti, non conosco le persone coinvolte, ma certamente tutti questi episodi mi mettono un po’ in discussione la fiducia e francamente mi fanno anche accendere le antennine in una maniera un po’ meno entusiasta.

Il potere che deriva da tutto questo, il denaro che deriva da tutto questo e prendere un po’ un’ubriacatura da eccesso di potere, diventa potenzialmente anche facile.

E non stiamo più parlando, come si faceva ai tempi di Facebook, di questioni tipo quelle dei nostri dati pubblicati sui social, i nostri dati che vengono mercificati (che già di per sé è una roba che non andrebbe bene!). Qua stiamo parlando di una tecnologia che ha un impatto sul mondo del lavoro, sull’occupazione, sull’economia e che cambia gli scenari di potere.

OpenAI ha cambiato gli scenari di equilibrio dei giganti della tecnologia nel mondo, nel giro di pochi mesi.
E quindi è chiaro che stiamo parlando di un livello completamente diverso.

Io non sono contrario, anzi.

Ma faccio queste riflessioni soltanto perché voglio sottolineare quanto è importante comprendere questo mondo, quanto è importante avere le antenne dritte, quanto è importante capire cosa succede, quanto è importante capire come funzionano questi strumenti, quanto è importante utilizzare anche questi strumenti.

Perché vedi, io credo che non si possa bloccare questo tipo di progresso tecnologico.
Io credo che chiunque di noi debba evitare di esserne lasciato fuori, perché oltretutto se vieni estromesso dalla quinta rivoluzione industriale e davanti a te ci sono ancora molti anni di vita professionale, potrebbe essere un problema.

Ma allo stesso tempo credo che serva attenzione, credo che serva consapevolezza perché tutto questo progresso, dal mio punto di vista, te l’ho detto, sarebbe stato uno sproloquio di pensieri messi insieme, deve essere fatto con etica e con trasparenza. Tutto questo deve essere monitorato con attenzione perché il quantitativo di denaro che gira dietro a questo mondo, è immenso e ahimè, sappiamo perfettamente anche per il recente passato che quando gli interessi economici prendono il sopravvento, niente di buono accade per noi comuni mortali.

 

Il mio ruolo in questo contesto

 

Io in un contesto di questo tipo resto un utilizzatore di queste tecnologie, continuo ad insegnare un utilizzo strategico per Dentisti, per Liberi Professionisti, per Piccoli Imprenditori.

Anche con questa puntata non sono diventato un detrattore, ma ripeto, penso che sia importante raccontare e sensibilizzare anche questa parte, di questa nuova realtà.

Ci ho pensato diverse volte, sai, prima di registrare questo episodio, perché mi chiedevo:

“È davvero utile? Cosa vuoi che faccia un episodio sul tuo podcast per fare in modo che il mondo dell’Intelligenza Artificiale sia gestito, supervisionato, per fare in modo che le cose vengano fatte eticamente, con sicurezza?”.

In realtà la risposta che mi sono dato è che anche una piccola cosa, come un episodio di un podcast, che viene ascoltato da qualche migliaio di persone (perché questi sono gli ascolti che fanno le puntate), credo che contribuisca comunque a tenere sveglie le coscienze, a tenere così l’attenzione più focalizzata e che possa contribuire a fare andare le cose nel modo migliore possibile.

Condivido con entusiasmo una parte del mondo dell’Intelligenza Artificiale, quello pratico, quello dei risultati concreti, dei benefici, del risparmio di tempo, del risparmio di denaro che può generare all’interno di una attività.

Mi sembra giusto, per onestà intellettuale, condividere anche questa tipologia di dubbi, di paure, per fare sì che ci sia conoscenza anche su queste.

 

Conclusione finale

 

Se pensi che questo episodio sia utile e che valga la pena essere diffuso, condividilo così teniamo attente e consapevoli le coscienze di più persone possibili.
Io ti saluto.

Nel prossimo episodio torno a parlare di Studio Dentistico, promesso.

 

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