Come passare dagli obiettivi ai risultati: il Sistema per Titolari di Studio Dentistico
Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.
Oggi non parliamo di Marketing, non parliamo di Risorse Umane, non parliamo di Controllo di Gestione e non parliamo di Comunicazione.
In questo episodio parliamo di un tema che non stiamo affrontando da un po’. L’idea di questa puntata, è nata nella mia testa a seguito di una Coaching di Gruppo che ho fatto qualche giorno fa insieme al gruppo dei “Quantici”.
Se non sei pratico del nostro mondo, probabilmente non sai che i “Quantici” (si sono così autodefiniti) i Partecipanti al programma più avanzato della nostra Accademia: un programma al quale si può accedere soltanto dopo che lo Studio ha prodotto determinati risultati e un determinato livello di efficienza.
Con queste Persone, lavoriamo insieme con degli obiettivi di crescita decisamente aggressivi per i 24 mesi successivi dei loro Studi.
Stavamo facendo una delle nostre periodiche sessioni di Coaching e di Mastermind insieme ed è nata un po’ una questione, legata proprio alla crescita, all’importanza della strategia per la crescita e soprattutto all’importanza del giusto atteggiamento e della giusta mentalità per la crescita.
In questa puntata, vorrei quindi ampliarti un po’ questo discorso. Condividere con Te alcuni ragionamenti fatti insieme a loro ed altri che comunque ritengo molto importanti per Chi si sta approcciando ad un qualche tipo di trasformazione.
La prima cosa da considerare, è che se vuoi fare crescere il tuo Studio Dentistico, hai bisogno di darti obiettivi diversi da quelli che ti stai dando oggi perché gli obiettivi che ti stai dando oggi, ti permettono di ottenere i risultati che stai ottenendo oggi.
Ciò significa, che sono quelli che stanno costruendo la tua realtà attuale. Realtà che però, probabilmente ed evidentemente, se vuoi trasformare qualcosa, non è quella che desideri.
E di fatto, se vuoi costruire una realtà diversa devi ottenere dei risultati diversi.
Ma per ottenere dei risultati diversi, oltre ad avere obiettivi nuovi, devi anche fare cose differenti.
E qui si inceppa spesso il meccanismo, perché molte persone non riescono a costruire un ponte che colleghi obiettivi ed azione, impedendosi così di generare i risultati che cercano.
In questo episodio quindi, voglio permetterti di capire quali sono alcune trappole che sabotano la capacità individuale di raggiungere nuovi e importanti obiettivi e anche di capire cosa puoi fare per arrivare più velocemente dove desideri.
Quale formato scegli?
A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole.
A Te la scelta!
Qui sotto puoi ascoltare il podcast
Qui puoi guardare il video.
Oppure continua a leggere.
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Le grandi domande sul “darsi gli obiettivi”
Con il mestiere che faccio, ho visto un numero innumerevole di volte ripetersi questa situazione.
Una persona vuole cambiare qualcosa di importante nella sua vita o nel suo lavoro e di conseguenza si dà tutta una serie di obiettivi.
E dato che gli obiettivi da soli non portano al risultato, questa persona progetta un piano d’azione per arrivarci.
Ma poi, a distanza di tempo, questa persona si trova ancora al punto di partenza più o meno lì.
A questo punto nasce spontanea una riflessione perché certamente c’è qualcuno che vuole qualcosa, si fissa gli obiettivi, progetta il piano d’azione e ci arriva dritto come un carro armato.
Ma se devo guardare la maggior parte delle persone, vedo che in realtà queste persone si bloccano lungo il percorso.
Questo significa che la favoletta dei piani d’azione del progettare la strategia per concretizzare il tuo obiettivo è solo un racconto per bambini?
Ovviamente no.
Qual è allora il punto?
Perché molti pur avendo fatto bene “i compiti a casa” non ottengono i risultati che cercano?
Ecco quindi che entra proprio in gioco il tema di questa puntata.
Voglio andarmi a focalizzare sui subdoli meccanismi che si attivano, generano, alimentano (perché è un po’ un mix di tutte queste cose) all’interno della nostra mente.
E che poi hanno la capacità distruttiva di tenerci inchiodati allo status quo e impedirci di arrivare dove invece desideriamo.
Gli autosabotaggi della mente nei confronti degli obiettivi
Voglio vedere con Te uno dopo l’altro, i sabotaggi che possono avvenire all’interno della nostra testa: non sono tutti ma sono certamente i più comuni. E per più comuni, intendo quelli che più volte mi trovo insieme ai Clienti a dover sbloccare.
Sono proprio quelli, che se fai un check-up delle persone che si trovano bloccate tra avere degli obiettivi ed eseguire il loro piano d’azione, sono quelli che statisticamente compaiono più numerosi in più persone.
Quindi vediamoli un po’ uno dopo l’altro così se li conosci li eviti e se li conosci non ti fregano.
Partiamo dal fatto che…
Non sono gli Obiettivi che ti dai a costruire il tuo successo personale ma è soltanto il Sistema che utilizzi a contare davvero per la tua realizzazione e la tua felicità.
Ora, certamente gli obiettivi definiscono qual è la direzione da seguire e il piano d’azione definisce un po’ il modo per arrivare.
E quando dico “il Sistema”, intendo proprio quel ponte che unisce queste due cose.
Bisogna fare quindi molta attenzione a quell’elemento che deve collegare in maniera molto solida il dove vuoi andare rispetto al come ci vuoi andare.
Spesso infatti, voglio sfatare il mito che basta avere obiettivi ambiziosi e il gioco è fatto perché in realtà c’è molto di più.
Ciò premesso, considera una questione molto importante…
All’inizio dell’articolo ti ho detto che per ottenere un livello di soddisfazione diverso, devi trasformare il livello dei tuoi obiettivi perché ovviamente i risultati che stai ottenendo oggi sono una manifestazione dei reali obiettivi che ti sei dato.
Quindi:
“
per portare tutta la tua realtà ad un livello più alto, occorre trasformare il livello di questi obiettivi che devono sicuramente puntare più in alto.
”
Se sei incastrato e non riesci a concretizzarli, ovviamente serve anche una trasformazione del Sistema che utilizzi, di cui ti parlo meglio andando avanti in questa puntata.
C’è un’altra cosa sulla quale voglio fissare la tua attenzione adesso.
Ed è la seguente.
Ok, serve una trasformazione di obiettivi.
Ok, serve una trasformazione del Sistema che utilizzi per arrivarci.
Ma c’è un’altra tipologia di trasformazione, che la maggior parte delle persone sottovaluta e non effettua e di conseguenza, si trova sistematicamente inchiodato in quella realtà all’interno della quale invece non vorrebbe stare.
Ed è una trasformazione dell’Identità: quello che Tu pensi di te stesso.
Alcuni obiettivi, sicuramente alcuni molto ambiziosi, richiedono anche un cambio di identità della persona stessa.
Ed è qualcosa di più profondo di un cambio di mentalità perché di fatto richiedono veramente un’identità diversa.
Ti faccio un esempio, che forse ti permette di capire anche perché il nostro percorso di implementazione del Sistema Operativo Profit Monday o comunque anche un podcast di questo tipo, tocca determinati argomenti. Come questo tra l’altro.
Immagina di essere una persona che si sente un Dentista Professionista.
Ha l’identità del professionista che scambia tempo per produrre denaro, che si considera la risorsa principale (ed è la risorsa principale della sua Attività) e che non crede – perché non l’ha mai fatto – di poter far lavorare il suo Studio per sé.
Fino a quando questa persona continua ad avere questa tipologia di identità del “devo lavorare per il mio Studio per poter far quadrare i conti di fine anno” è come se cercasse di fare un balzo in avanti ma rimanendo aggrappato a quella realtà dalla quale sta cercando di allontanarsi.
Ecco perché tratto tantissimo nei nostri percorsi anche quella parte più di mental coaching, perché oltre e darti obiettivi ambiziosi e ad avere un Sistema efficiente ed adeguato a livello di questi obiettivi, ti serve anche un’identità adeguata.
Perché l’identità è una parte profonda del tuo valore intrinseco. E per valore intrinseco, intendo quel concetto che ho già introdotto più volte, che è un po’ quello che progressivamente diventa “il tappo alla crescita dei tuoi risultati”.
Ricorda infatti come ho detto già in altre puntate che
“
il fatturato attuale del tuo Studio e la marginalità attuale del tuo Studio, non sono altro che una manifestazione del tuo valore intrinseco.
”
Se il tuo studio produce X di fatturato e Y di profitto è perché di fatto Tu vali questo X e Y. Se vuoi raddoppiare tutto questo, prima che questo possa accadere, Tu devi raddoppiare il tuo valore intrinseco.
E la tua identità gioca un ruolo fondamentale in questo processo, perché può essere una zavorra che ti tiene assolutamente appiccicato a quel livello dal quale ti stai cercando di allontanare.
Ecco perché diventa importante per ogni persona ingaggiata in una sfida anche ambiziosa, fermarsi a ragionare per poi costruire una nuova identità: che tra l’altro ha delle implicazioni nella sfera personale, nella sfera professionale, in quella della salute e delle relazioni.
Perché io credo profondamente, che per poter ottenere un livello di risultati molto più alti a volte devi essere una persona che evolve: una persona diversa con un’identità diversa.
E l’identità, ricordati che è fortemente collegata a quello che tu credi di te.
Si porta dietro un set di credenze e convinzioni profonde che hanno la capacità di diventare o un acceleratore dei tuoi risultati o, se sono dell’identità sbagliata, un grandissimo freno ai tuoi risultati.
Alla luce di ciò, se ti trovi incastrato all’interno di dinamiche e risultati che non ti soddisfano, comincia a definire quale nuova identità hai bisogno di portarti dietro.
Tutto questo discorso sull’identità, ci collega ad un secondo subdolo meccanismo mentale che si genera…
Molte Persone sono profondamente associate all’obiettivo che si sono date, lo desiderano, lo vogliono intensamente, ma nonostante questo sono ancora “ferme al palo”.
Significa che manca quel collegamento tra l’obiettivo e poi quell’azione che permette di concretizzare il risultato.
Un altro subdolo meccanismo sta nella sottile ma fondamentale differenza che c’è tra volere qualcosa e avere deciso di ottenerlo.
Perché tra volere qualcosa e basta e avere deciso di agire in maniera massiccia, intensa, concreta, efficiente per ottenerlo, c’è un abisso che fa tutta la differenza del mondo.
Decidere deriva dalla parola latina tagliare.
E per decidere, devi tagliare un sacco di cose.
Vanno tagliati dei vecchi modi, dei vecchi stili, delle vecchie modalità di comportamento, un vecchio approccio, una vecchia identità, ecc.
Per allontanarti dalla situazione attuale, per evolvere e ottenere un livello superiore di felicità e di soddisfazione personale, devi decidere di tagliare tutto quello che è una zavorra e che ti tiene ancorato dove in realtà vuoi non più essere.
Pensaci, perché sono sicuro che tantissime volte ti sei preso l’impegno di voler fare qualcosa, ma non hai mai realmente deciso di farlo accadere.
“
La decisione è la scintilla che accende la miccia della trasformazione.
”
Con questo passaggio, ci possiamo collegare ad un’altra questione che fa un po’ evolvere la questione di obiettivo di cui già tante volte abbiamo parlato.
Molte Persone non riescono a passare da avere degli obiettivi – e anche magari un piano d’azione – e concretizzare tutto questo perché hanno chiaro l’obiettivo ma non hanno chiaro lo scopo
Lo scopo è il motivo per cui per loro quell’obiettivo è così importante: è il perché vogliono ottenere quell’obiettivo.
L’obiettivo che rappresenta il cosa.
Il piano d’azione rappresenta un pochettino il come.
Partendo da ciò, considera che la motivazione (il motivo all’azione), viene dal perché, non dal cosa.
“
La tua motivazione personale, la tua energia personale, la tua forza di sorpassare gli ostacoli e di farti più grande degli ostacoli che ti trovi davanti per concretizzare quello che desideri profondamente, non arriva dagli obiettivi che vuoi ottenere ma da quel <<perché>>.
Da quella ragione più profonda che ti fa volere quegli obiettivi.
”
Perché vedi, quando hai focus e tieni il focus semplicemente sul tuo obiettivo, è come se fossi un saltatore di ostacoli che nel correre i 110 metri ad ostacoli, fissa lo sguardo sugli ostacoli che si trova davanti e non sulla linea del traguardo.
Ecco, avere focus e attenzione esclusivamente sugli obiettivi ti fa un po’ tenere l’attenzione solo sugli ostacoli.
Lascia che mi spieghi meglio.
Nel momento in cui inizi, magari anche timidamente, ad agire nei confronti di un obiettivo o pensi semplicemente di metterti ad agire nei confronti di un obiettivo le prime cose che ti capitano davanti sono le difficoltà.
E quelle difficoltà, sia che Tu le stia affrontando realmente o che Tu le stia solo affrontando nella testa (che è un altro subdolo meccanismo di anticipazione che però le rende vere e intense come le altre), fa sì che Tu ti concentri sulle difficoltà e sulla fatica che stai facendo per sorpassarle.
E dopo un po’, il tuo cervello – che non è programmato per portarti al successo ma per proteggerti – ti suggerisce quella terrificante frase:
“Ma chi te l’ha fatto fare? Perché non ridimensioni l’obiettivo che forse è un pochettino troppo sfidante?”.
E quando questo succede, c’è il vero e proprio suicidio della soddisfazione personale.
Perché un approccio di questo tipo, fa ridimensionare l’intensità dell’obiettivo.
E un obiettivo più piccolo, dà una soddisfazione più piccola.
Che porta ad una parziale felicità, una parziale motivazione e una parziale energia, che rende tutte le sfide che la vita ci mette davanti ancora più grandi e ancora più sfidanti.
No: la motivazione non arriva dagli obiettivi.
La vera motivazione, la vera energia per avere anche la forza e la capacità di agire (e quindi di decidere in maniera massiccia e consistente) deriva da avere ben chiaro – e questo presuppone che Tu lo chiarisca – perché desideri quella cosa.
Come sfruttare la leva del piacere e del dolore
Se vuoi un consiglio, il potere combinato dello sfruttare la leva del piacere e la leva del dolore, può aiutarti tantissimo perché accelera la forza propulsiva della motivazione.
Inizia con il definire:
– Cosa vuoi ottenere di piacevole?
– Come vuoi che piacevolmente evolva la tua vita, la qualità della tua vita, la qualità della tua salute?
Chiarita la leva positiva, fai luce sulla leva negativa:
– Cosa vuoi che non capiti più?
– In quale modo non vuoi più stare?
– Come e cosa non vuoi più vivere?
Usa il potere di queste due cose.
Una è una forza che ti spinge ad allontanarti da qualcosa, un’altra è una forza che ti spinge ad avvicinarti verso qualcosa. Ma tutto questo, unito insieme, ha veramente la capacità di accelerare il tuo passo e di fare accadere tutto quanto nella tua vita.
C’è un altro sabotaggio, veramente subdolo, che molte persone hanno in testa e se vuoi un po’ collegato a questo discorso della motivazione.
Tante persone pensano <<Aspetto di essere motivato per fare questa cosa…>>
Ho sentito molte volte fare questo ragionamento: “É una cosa sfidante quindi devo essere ben motivato” oppure “Ho bisogno di motivarmi per partire”.
Ecco: togliti dalla testa questo concetto.
“
Non si tratta di essere motivati per fare quello che devi fare, ma si tratta di fare quello che devi fare per essere motivato.
”
Perché vedi, nel momento in cui Tu hai chiaro e hai chiarito nella tua testa, lo scopo per il quale “fai quello che fai”, accade che nel momento in cui magari non sei al tuo meglio ma di fatto sai che quelle cose le devi fare, sintonizzarti su quello scopo, ti fa diventare motivato.
E questo innesca un circolo virtuoso: perché più sei motivato, più metti energia nelle cose che fai, più le cose che fai con energia e con il giusto piglio, più hanno capacità di sorpassare gli ostacoli che ti trovi davanti.
Più questo ti dà soddisfazione, più questo aumenta la tua motivazione, che aumenta ancora l’energia che ci metti e ti fa diventare, indipendentemente dall’età che hai e da quanto sei già stanco per tutto quello che hai fatto nella tua vita, nuovamente un “rullo compressore” che come hai già fatto in passato, ti fa letteralmente asfaltare tutti quanti gli ostacoli che ti trovi davanti.
E c’è un’ultima cosa sulla quale desidero ragionare con Te in questo articolo.
Abbiamo detto:
“Sì ok, ho bisogno di nuovi obiettivi, mi serve un bel piano d’azione, c’è tutto quello che ci sta in mezzo per costruire un solido ponte.”
Ma è altrettanto vero, che per ottenere nuovi risultati, probabilmente devi adottare nuovi comportamenti.
Comportamenti e abitudini: come cambiarli
Per adottare nuovi comportamenti, devi indirizzare nuove abitudini, perché l’ultima questione sulla quale ti voglio fare riflettere in maniera precisa e anche se vogliamo un po’ profonda, è il fatto che il peggior nemico che hai quando vuoi cambiare i risultati del tuo Studio Dentistico, è l’abitudine.
Il nostro cervello, è sistematicamente vittima dei bias cognitivi: Vai all’articolo dedicato
Anche quando gestisci la tua quotidianità e fai le cose che normalmente fai, non solo quando comunichi con qualcun altro.
Perché il tuo cervello, che è progettato per quel risparmio energetico che ha la finalità di proteggerti, fa andare come con l’autopilota determinati schemi mentali senza farti pensare nuovi comportamenti che ti servono.
Quindi, se soprattutto in una fase iniziale della tua trasformazione non sei particolarmente attento ad assecondarti nel generare delle piccole trasformazioni nei tuoi comportamenti, la routine e gli schemi mentali che hai, ti fanno ricadere nel vecchio modo di fare.
E il vecchio modo di fare, è quello che ti porta ai vecchi risultati: quelli dai quali in realtà vuoi allontanarti.
C’è una cosa che mi ha fatto riflettere tantissimo quando l’ho letta all’interno di un libro. Se un pilota di un aereo di linea che decolla da Los Angeles, spostasse il muso dell’aereo di circa tre gradi rispetto alla rotta ideale, invece di arrivare a New York, arriverebbe a Washington.
Che è a 240 km in linea d’aria più a sud. È tanta roba.
“
Un micro cambiamento perpetrato nel tempo e nel lungo periodo permette delle grandissime trasformazioni.
”
Sempre in questo libro, c’è un passaggio molto bello che poi, se vogliamo, è un po’ il concetto portante di tutto quanto il discorso.
Se Tu ogni giorno migliorassi Te stesso di solamente l’1% (non cambiamenti profondi ma una piccola cosa, un piccolo comportamento nuovo, imparassi una piccola cosa, un 1% di quello che vali oggi), alla fine dell’anno saresti 37,78 volte migliore di come eri all’inizio.
37,78 volte semplicemente per aver reiterato una piccola crescita ogni giorno dell’1%.
Le piccole abitudini per grandi cambiamenti
Di fatto, tutto il concetto che sta alla base di questo libro di James Clear che è “Atomic Habits” che ti consiglio assolutamente di leggere, si basa sul fatto che è più facile apportare piccoli cambiamenti incrementali alle nostre abitudini quotidiane invece che tentare un grandissimo cambiamento radicale.
Perché in realtà, un grandissimo cambiamento radicale, non solo richiede uno sforzo esagerato che la maggior parte delle persone non ha allenato (perché si tratta di allenare la propria forza di volontà per poterlo fare). Poi si trova addirittura ostacolato, da tutti i meccanismi che abbiamo visto e anche da quelle abitudini vecchie, quegli schemi di comportamento automatici.
Invece, spezzettare in piccoli comportamenti, in piccole decisioni, rende tutto più facile.
Perché è come se riducesse l’attrito.
Acquisire queste nuove abitudini, è più semplice, è più facile. Ed è più facile implementare quel piano d’azione.
Quindi non c’è bisogno di fare dei grandissimi sforzi di breve periodo: ti basta adottare dei piccoli comportamenti nuovi.
Partire dalle piccole cose, creare dei piccoli step: questo è molto importante rispetto a quell’approccio che la maggior parte delle persone ha quando approccia un cambiamento.
Posso farti un esempio di questo tipo, anche considerando come le persone approcciano una trasformazione fisica per rimettersi in forma. Si vedono sovrappeso e ad un certo punto c’è qualcosa che fa scattare la molla della decisione. Decidono di mettersi a fare attività fisica.
Partono e fanno una sessione di allenamento, di movimento, chiamala come vuoi, che li sfonda letteralmente perché è troppo.
Il fisico ne risente, il giorno dopo hanno 800 dolori qua e là.
Questa cosa fa diventare il processo doloroso, crea una soglia troppo alta, il giorno dopo avere la stessa forza e determinazione è più difficile, quello dopo ancora è più difficile e dopo un po’ le persone mollano.
Invece, abbassare la soglia, creare una sorta di piano inclinato anche un po’ in discesa per creare le nuove abitudini, è una risorsa molto potente.
E qua mi voglio collegare ad una cosa che vedo accadere nelle persone, nonostante decidano e applichino una strategia “atomic habits” per acquisire nuovi comportamenti.
Nel libro sono consigliati alcuni “trucchetti”, trucchetti nel senso di sistemi, approcci e tattiche per costruire un po’ quel piano inclinato.
Tuttavia, voglio condividere con Te, una tecnica che nella sua semplicità, per me stata è potentissima quando l’ho scoperta.
Dando merito alla persona che mi ha permesso di scoprirla, ti voglio subito dire infatti che io ho imparato questa cosa dal mio fraterno socio Livio Sgarbi, nonchè presidente di EKIS.
Potrei argomentarti per ore il perché Livio è assolutamente il miglior Mental Coach che c’è in Italia.
Livio dice:
“Io voglio che la mia mente sia sempre sintonizzata e abbia sempre davanti agli occhi il dove voglio andare, quello scopo superiore. Voglio che ce l’abbia sempre davanti agli occhi e voglio stupire la mia mente nei momenti in cui meno se lo aspetta di essere stimolata da un messaggio che la vuole mettere in azione rispetto a questo grande piano.”
Di fatto lui cosa ha fatto?
Ha riempito letteralmente casa, ufficio, l’automobile di post-it sui quali aveva scritto quella che era la sintesi del suo grande piano.
Aveva appiccicato questi post-it nei posti più strani immaginati (dentro la porta del frigorifero, in uno sportello della dispensa, sopra il coperchio del cestino della spazzatura, nell’aletta parasole della macchina, …).
Il morale di tutto questo è che quando sovra pensiero, apri quello sportello, giri quella aletta, eccetera, trovi un post-it, lo leggi e nuovamente bombardi la tua mente per tenerla sintonizzata.
La parte buffa di questa storia, che ogni tanto racconta, è che Livio ha traslocato e io ero in rientro a Reggio Emilia.
Non avevo una casa e ho pensato “Intanto prendo questa, poi vediamo”. Di fatto Lui è uscito e io sono entrato.
Beh, sono andato avanti forse un mese, visto che la casa era arredata, ad aprire robe e trovare dei post-it.
Questa cosa mi ha particolarmente colpito.
All’inizio mi ha fatto sorridere. All’inizio mi sembrava una “Liviata”.
Poi in realtà, visto che so la capacità e il potere che ha Livio nel gestire la sua testa e aiutare le Persone a gestire la loro, mi sono detto: “Se lo fa lui, provo a farlo anch’io.”
E da lì ho scoperto una cosa che mi fa sorridere tantissimo ma che fa parte di me ogni volta.
Oggi la faccio in modo anche più tecnologico, facendo invii posticipati di e-mail, mettendomi dei timer a distanza di giorni con un messaggio, degli allarmi, i classici post-it, ecc.
Lo faccio in modo tale da tenermi sintonizzato su delle cose o quel piccolo comportamento che voglio sistematicamente ricordare al mio cervello di adottare oppure quel grande piano, quel grande scopo, quel grande obiettivo, quella grande fonte di motivazione che sto perseguendo.
Tutto ciò in modo tale che ci sia sempre una piccola scintilla che continui a mantenere sempre accesa la fiamma dell’azione che poi è quella che permette di concretizzare tutti quanti i tuoi obiettivi.
In conclusione
Detto questo, ti lascio riflettere su tutte queste cose, entrare in sintonia un po’ in risonanza su tutte quelle che hanno più a che fare con te in modo tale che tu possa trasformarle una dopo l’altra e avvicinare ancora di più il risultato è accelerare ancora di più il tempo con il quale te lo porti a casa.
Da parte mia ti faccio un grandissimo in bocca al lupo e ti do appuntamento al prossimo episodio.
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