L’approccio corretto per prendere le Decisioni Extra-Cliniche

Ciao e Bentornato o Bentornata in questa nuova puntata di Grassi Risultati in Odontoiatria.

Oggi voglio parlarti di una delle attività che devi gestire più spesso.

 

Infatti, come Titolare di Studio Dentistico e come Dentista, sei chiamato o sei chiamata, a prendere quotidianamente delle decisioni.

 

Come Dentista, sono decisioni di tipo clinico relativamente ai piani di cura e alle soluzioni per i tuoi Pazienti.

 

Nel ruolo di Titolare di Studio Dentistico, invece, le decisioni che devi prendere ogni giorno riguardano quelle scelte organizzative che ti servono per massimizzare i risultati dello Studio.

 

 

Pertanto, per la tua natura di Dentista o di Titolare di Studio, ogni giorno devi prendere decisioni.

Ed è estremamente importante, che queste decisioni siano decisioni di qualità.

Perché hanno a che vedere con i risultati che ottieni.

 


Decisioni di qualità portano risultati di qualità, decisioni scarse portano a risultati scarsi o peggio ancora, gravemente insufficienti.

 

Ahimè però, molto spesso l’approccio dei Titolari alla modalità con cui prendono le decisioni, è sbagliata.

 

E di conseguenza, prendendo decisioni di scarsa qualità, ottengono risultati di scarsa qualità.

 

Non sto parlando ovviamente della parte clinica, che invece è curata con l’approccio migliore.

Mi sto riferendo in modo particolare al mondo extra-clinico per il quale, appunto, questo approccio gravemente sbagliato produce dei risultati assolutamente mediocri.

 

 

In questa puntata, voglio farti capire:

– perché questo approccio è sbagliato;

– qual è invece l’approccio corretto;

– cosa fare per poterlo concretizzare.

 

Quale formato scegli?

 

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole.

A Te la scelta!

 

Qui sotto puoi ascoltare il podcast

 

Qui puoi guardare il video

 

Oppure continua a leggere.

 

***

 

Prendere le giuste decisioni per ottenere i giusti risultati

 

 

Come ti ho anticipato, i tuoi risultati si basano sulle decisioni che prendi.

E se ci pensi, la qualità delle decisioni (sia da un punto di vista clinico, che extra-clinico) è influenzata pesantemente dalla consapevolezza che hai della questione sulla quale devi decidere.

E la consapevolezza che hai sulla questione sulla quale sei chiamato/chiamata a decidere dipende dalle informazioni che hai.

 

Quindi, se facciamo un ponte di collegamento, possiamo tranquillamente dire che:

 


la qualità delle informazioni e dei dati a tua disposizione, definisce la qualità dei tuoi risultati.

 

Perché le informazioni di qualità ti permettono di avere la corretta consapevolezza, relativamente alla questione che devi risolvere.

 

La giusta consapevolezza ti permette di prendere le decisioni corrette.

E le decisioni corrette sono la condizione senza la quale non possono arrivare i risultati che stai cercando.

 

Sia ben chiaro: non sempre vale questa regola, perché c’è la solita famigerata Legge di Murphy che mette i bastoni tra le ruote. E quindi non sempre decisioni di qualità portano automaticamente a risultati di qualità.

Quello che però è certo e sicuro, è che decisioni sbagliate altro non portano che risultati sbagliati. Non c’è mai il contrario della legge di Murphy…Anzi!

 

Per un Titolare di Studio, questo approccio è estremamente chiaro ed evidente.

Ed è anche estremamente praticato tutte le volte in cui parliamo di decisioni di tipo clinico.

 

Una volta un Dentista mi fece sorridere dicendo:

“Vedi, quando noi utilizzavamo l’approccio 2D per decidere se mettere un impianto o no, le cose erano altamente più rischiose…”

 

Io guardandolo, pensavo si stesse riferendo ad una radiografia.

Invece mi disse:

“Perché quando usavamo il 2D cioè le due dita per sentire se c’era osso o non c’era osso, era veramente tutto molto più difficile!”.

 

Infatti, riflettici.

 

Oggi con le tecnologie di ultima generazione, pensa ad esempio alla qualità di immagine e alla qualità di informazioni che ti può dare una TAC 3D, quanto è diversa la tua consapevolezza relativamente alla bocca di un Paziente.

Perché magari con un approccio 2D senti che c’è quel osso ma perché riguardando in 3D vedi che poi non è della qualità giusta.

 

Non mi spingo oltre nell’esempio perché non voglio ovviamente entrare in tematiche che non sono assolutamente le mie.

 

Fatto sta, che da un punto di vista clinico, è estremamente evidente per un Dentista il fatto che per poter prendere decisioni di qualità ha bisogno di informazioni di qualità.

 

E infatti, il Dentista fa tutto il possibile per potersi dotare di queste informazioni di qualità.

 

Tant’è che i Titolari di Studio che ad esempio per il tipo di Studio che hanno e per il tipo di profitto che generano, non possono permettersi una TAC 3D, sanno quanto gli manca quella chiarezza di informazioni.

Certamente lavorano lo stesso ma è chiaro che la qualità di quelle decisioni, è comunque intaccata.

E a volte potrebbero verificarsi problematiche che con informazioni diverse magari si potevano prevenire.

Rifletti un istante: approcci con lo stesso sistema, con la stessa logica, con la stessa mentalità le decisioni che riguardano i risultati dello studio?

 

Agisci con lo stesso schema nel prendere le decisioni che riguardano l’organizzazione extra clinica dello studio?

 

Quasi sempre: no.

 

L’approccio alle decisioni Cliniche e alle decisioni Extra-Cliniche

 

 

L’approccio per quanto riguarda le decisioni di tipo extra-clinico, solitamente è molto più superficiale e approssimativo.

 

E di conseguenza, un sacco di volte, le stesse Persone che in ambito clinico ragionano in un certo modo, in ambito extra-clinico, ragionano in maniera completamente diversa.

 

Prendendo decisioni su informazioni estremamente scarse, producendo di fatto decisioni di scarsa qualità e ritrovandosi ad avere uno Studio Dentistico che non sta producendo il livello di risultati che desiderano.

Indipendentemente da quale sia questo livello di risultati.

 

Arriviamo quindi a…

 

L’approccio più comune adottato dai Titolari per prendere decisioni organizzative

 

 

Il sistema più adottato dai Titolari di Studio per prendere decisioni che riguardano i risultati di profitto, e dello Studio in generale, è: chiedo al Commercialista.

 

Mi preme a questo punto, farti riflettere un istante sulla questione per capire perché un approccio di questo tipo è potenzialmente devastante per il successo di breve e di lungo periodo di uno Studio Dentistico.

 

Non so se a Te è mai capitato di agire in tal senso.

Ma normalmente che cosa succede?

 

Il Titolare si rivolge al Commercialista per chiedergli:

“Come sta andando?”

 

Guarda i risultati e vede un numero che non corrisponde alle sue aspettative.

Si infervora, guarda il Commercialista e gli chiede:

“Ma perché? Che cosa dovrei fare? Spiegami!”

 

Il Commercialista a quel punto lo guarda con un’espressione da stupito della serie:

“Ma scusami, perché ti stai scaldando così?

È matematica lineare…Sono ricavi meno costi, uguale profitto.

Se non hai il profitto che vuoi è perché, hai dei costi troppo alti.”

 

Questa, solitamente, è la classica risposta che un Titolare di Studio ottiene.

A cui controbatte:

“E allora cosa dovrei fare?”

 

A quel punto il Commercialista, afferma di nuovo:

“Se vuoi più profitto e i costi sono troppo alti, abbassa i costi”.

 

Ecco, questo è l’approccio classico, alla ricerca delle decisioni organizzative dello Studio.

 


La risposta comune che il Titolare di Studio ottiene, è: Taglia i costi.
E quasi sempre è sbagliata.

 

Il motivo per cui è sbagliata è molto semplice e cerco di spiegartela chiaramente.

 

L’errore di “tagliare i costi”

 

Avere un’Attività, mettendo da parte per un attimo tutta la poesia della questione, altro non è che immettere del denaro all’interno di un Sistema e far sì che questo Sistema, grazie al quel denaro, a alle competenze e al tempo, produca in uscita altro denaro.

 

Per massima semplificazione possiamo dire che fare impresa, significa spendere del denaro per produrre altro denaro.

 

Quindi, se Tu tagli i costi – che sono appunto il denaro che immetti nel Sistema – già dovrebbe essere evidente che togli parte della benzina a questo Sistema.

 

E di conseguenza, questo Sistema non può produrre i risultati che ti aspetti, che stai cercando o che desideri.

 

Ma non è questa la riflessione che ti voglio fare.

Anche perché poi dovremmo parlare del fatto che non si parla mai di tagliare i costi. Al massimo si parla di ottimizzare i costi.

 

Questo invece sì, è fondamentale.

 


Spendere è molto più facile di quanto sia fatturare, di conseguenza bisogna ottimizzare i costi.

 

Tuttavia, quando la risposta è “Taglia i costi per ottenere i risultati che stai cercando”, la questione è sbagliata.

E non tanto per questo discorso che ti ho appena fatto ma per una ragione è molto più semplice.

 

Abbiamo detto poc’anzi che i risultati dipendono dalle decisioni. E le decisioni dipendono dalla consapevolezza, la consapevolezza dipende dalle informazioni che hai relativamente alla questione che devi risolvere.

Più informazioni hai, più queste ti permettono di avere un quadro preciso e migliori sono le tue decisioni.

 

Benissimo.

 

Ragioniamo un istante sulla questione dell’andare a chiedere al Commercialista che cosa devi fare per rendere lo Studio Dentistico più performante.

Rifletti un istante: Lui che informazioni ha?

 

La visione che Lui ha del tuo Studio è la stessa che potresti avere Tu, se chiedessi a un tuo Paziente di aprire la bocca e guardando ad occhio nudo gli facessi una diagnosi.

Molto probabilmente quella diagnosi sarebbe sbagliata.

Perché quel colpo d’occhio, estremamente superficiale, ti farebbe vedere solamente la superficie di quei denti o di quelle gengive.

Non ti permetterebbe cioè di avere delle informazioni di qualità ed un quadro preciso sullo stato di salute di quella bocca.

 

Per il Commercialista nei confronti del tuo Studio, la situazione è analoga.

Perché quando il Commercialista analizza la tua Attività, con le informazioni che ha a disposizione, Lui vede tre cose.

  1. Il Fatturato, che dipende dagli incassi e non è certamente quanto hai prodotto alla poltrona.
  2. I Costi che invece dipendono da quanto hai prodotto alla poltrona.
    Perché magari non hai incassato dei lavori che hai eseguito ma il Laboratorio o il Collaboratore l’hai pagato lo stesso.
  3. Il Profitto, come risultato della differenza tra le due voci precedenti.

 

Quindi, è veramente come se stesse guardando la bocca di un Paziente che Tu devi curare con una semplice occhiata esterna.

 

Pertanto, è normale che con le poche informazioni che ha, la risposta che ti dà il Commercialista sia quasi sempre sbagliata.

 

Anche perché, io vedo migliaia di Titolare di Studio Dentistico e Professionisti del tuo settore. E ho imparato che siete Tutti molto bravi ad ottimizzare i costi.

 

Pertanto, quando vai a mettere mano a quei costi, altro non fai che andare a tagliare qualcosa, che crea ancora più problemi.

 

E fai attenzione: l’errore non è del Commercialista.

Il Commercialista infatti, non ti può dare altra risposta.

Innanzitutto perché, considerando che il numero dei Commercialisti italiani è nettamente più alto a quello degli Studi Dentistici, è molto probabile che il tuo Commercialista abbia solo Te come cliente.

 

E secondariamente, di conseguenza, non conosce tutte le dinamiche operative che ci sono all’interno del tuo Studio.

Vedi, i tuoi costi magari sono effettivamente alti rispetto ai tuoi ricavi, ma forse il problema non risiede nei costi ma nel fatturato.

Perché magari lo Studio ha un problema di incassi.

 

Di conseguenza, con una visione parziale, le informazioni sono parziali, la consapevolezza è parziale, la decisione è sbagliata e i risultati peggiorano.

 


Devi essere consapevole del fatto che ogni decisione organizzativa errata, non fa altro che peggiorare le performance del tuo Studio Dentistico.

 

Come individuare cosa sta limitando il Profitto

 

La responsabilità, come anticipato, non è del Commercialista.

Perché?

Perché Voi vi confrontate su dei numeri.

E Lui non è tenuto a sapere gli incassi che stai facendo con la produzione.

 

Lui magari dà per scontato che Tu sia perfettamente in grado di incassare in modo corretto nei tempi corretti, senza perdere incassi.

 

 

Il Commercialista non ha la più pallida idea di quanto Tu sia:

– efficiente nel produrre (i tempi di produzione e la capacità di produrre risultati nel modo corretto);

– efficace nel far accettare piani di cura ai Pazienti che poi generano questa produzione da eseguire.

 

 

La “cultura” della misurazione dei dati

 

 

L’approccio sbagliato di cui ti sto parlando in questo articolo, è la mancanza della cultura del Titolare dello Studio Dentistico di misurare per poter prendere le decisioni di tipo organizzativo.

 

Nella sua mentalità di Dentista c’è l’approccio alla misura.

Egli infatti vuole informazioni di qualità per poter prendere decisioni cliniche di qualità.

 

Ma quando parliamo dell’extra-clinico, tutto questo smette di essere parte dell’approccio del Titolare. E semplicemente si prendono decisioni superficiali che analizzano semplicemente la superficie, senza andare in profondità.

 

Nell’ambito extra-clinico le decisioni vengono prese sulla base di informazioni del “secondo me”.

 

E fai ben attenzione: non si tratta di un “secondo me” costruito su una consapevolezza di qualità.

É un “secondo me”, basato su percezioni che non sono state generate da un approccio di misurazione.

Pertanto quasi sempre sono dei “secondo me” parziali, distorti e di conseguenza, errati.

 

Il risultato di tutto ciò, è che il Titolare prende decisioni sbagliate quando deve fare nuove azioni organizzative per svoltare i risultati che sta ottenendo.

L’approccio invece più corretto che ti serve è prendere consapevolezza del fatto che:

 


Tutto quello che viene misurato può essere migliorato.

 

Tutto quello che non viene misurato, diventa vittima dell’entropia e del caos, complicando ancora di più il tuo lavoro quotidiano.

Tutto quello che invece viene misurato, può essere migliorato.

Perché quando una cosa la misuri, la osservi, la analizzi e la monitori.

E grazie a questo puoi prendere delle decisioni qualitative.

 

Di fatto quindi, quando misuri, ti orienti a dei numeri che oggettivano le performance.
Elimini le supposizioni che come abbiamo detto sono quasi sempre sbagliate e limiti tantissimo le decisioni basate sulle opinioni personali.

 

 

Le opinioni personali

 

 

Le opinioni personali, sono un’altra piaga per il Titolare di Studio Dentistico, che è alla ricerca di soluzioni per i suoi problemi di profitto e di scarsa qualità dei risultati.

 

Il Titolare infatti, magari va a destra a sinistra all’interno del suo Team a chiedere:

Perché sta succedendo questo?”

 

Sia ben chiaro: non sto dicendo che coinvolgere il proprio Team nel capire che cosa sta accadendo sia sbagliato.

Il punto attorno a cui far ruotare tutto il ragionamento è: la Persona a cui ti rivolgi, ha una visione parziale e personale oppure ampia e oggettiva?

 

Proprio come nel caso del Commercialista.

Immagina di chiedere alla tua Segretaria:

“Perché sta succedendo questo secondo Te?”

 

Lei ti risponde su delle informazioni parziali, se ce le ha.

Parziali perché sono quelle che maneggia ogni giorno.

Pertanto potrebbe farsi una sua opinione personale, errata o basata su delle sue supposizioni.

 

E Tu, di conseguenza, vai a crearti ulteriori opinioni basate sulle opinioni altrui.

Finendo col metterti in testa un’idea dello stato di salute del tuo Studio, totalmente diversa rispetto a quella che invece è la realtà.

 

Da ciò, risulta evidente che qualsiasi decisione che tu prenda, prodotta con delle dinamiche di questo tipo, è certamente la decisione sbagliata.

 

Il problema che Tu, non fa altro che aumentare e diventare sempre più difficile da sradicare.

Oltre, probabilmente, a farti sprecare tempo, energia e denaro facendo cose che in realtà non ti servono a niente.

 

 

L’importanza di oggettivare le performance

 

Quando invece ti orienti a misurare a oggettivare le performance, decidi relativamente ad una rappresentazione della realtà quanto più vera e quanto più oggettiva possibile.

Orientandoti ai numeri, riesci a oggettivare le performance, a vedere la realtà del tuo Studio, a capire che cosa funziona (e cosa no) e poter indirizzare le tue azioni.

Quindi, il tuo tempo il tuo denaro le tue energie, verso quello che può fare veramente la differenza.

 

É per questa ragione, ad esempio, che all’interno di uno dei tre protocolli che compone il nocciolo del Sistema Operativo del Profit Monday è proprio…

 

Il Protocollo del Lunedì mattina

 

Forse me ne hai già sentito parlare con l’analogia della tazza del caffè del Lunedì mattina.

Proprio così: bloccandoti in agenda 45 minuti del lunedì mattina, durante i quali ti bevi il caffè nel tuo studio, guardi il tuo cruscotto di controllo.

 

Invece di indossare il camice e andare immediatamente alla poltrona ad erogare prestazioni, ti prendi quei 45 minuti per analizzare quel cruscotto.

Perché è quello che ti permette di oggettivare quello che sta succedendo all’interno del tuo Studio Dentistico.

 

 

Se ci pensi, il risultato di profitto non è altro che la conseguenza di una serie di attività che sono concatenate tra di loro.

E i rapporti nei quali si generano e l’efficienza con la quale si concatenano, determinano la capacità del tuo Studio di generare tanto o poco profitto, tanto o poco tempo libero per te, tanta o poca soddisfazione personale.

 

 

Il monitoraggio delle attività chiave attraverso il cruscotto

 

 

Il Profitto infatti è la conseguenza della gestione dei costi, che ovviamente a monte ha il fatturato e quindi la capacità di incassare.

La quale a monte, ha l’efficienza nell’erogare tutti i Piani di Cura che vengono accettati.

Che a monte, ha la capacità di fare accettare i Piani di Cura in quantità adeguata al prezzo adeguato. La quale a monte ha la quantità di prime visite che vengono generate.

Che, a monte, ha la quantità di traffico di pazienti vecchi e nuovi che vengono generati all’interno dello Studio.

 

 

Ecco quindi, che:

– con il cruscotto del Sistema Operativo del Profit Monday

– e in generale con la mentalità del “voglio oggettivare le performance per poter avere consapevolezza di quello che sta succedendo per poter prendere le giuste decisioni organizzative”

 

puoi migliorare i risultati.

 

Altrimenti navighi totalmente alla cieca.

 

Nel momento in cui ti metti a ragionare rispetto ai numeri, se usi il cruscotto del Profit Monday, hai degli indicatori che ti permettono di capire se negli ambiti primari legati alla generazione del profitto le cose stanno funzionando nel modo giusto oppure no.

 

In linea generale:

 


Se ti orienti ai numeri, fai le cose giuste al momento giusto.

 

Se invece prendi decisioni basandoti sulle visioni parziali e sulle opinioni personali, procedi solo a tentoni.

 

Ovviamente in questo contesto, non posso spiegarti come costruire un tuo cruscotto di controllo.

Voglio però almeno farti smettere di rimanere all’interno di questo approccio sbagliato.

 

Perché se continui a rimanerci dentro, continui a prendere decisioni sbagliate che lentamente possono portare il tuo Studio Dentistico in un punto molto distante da quello in cui potrebbe (o dovrebbe) essere.

 

 

Un esempio concreto sull’importanza di creare la cultura al monitoraggio e miglioramento

 

 

Facciamo un esempio per essere ancora più chiari sull’importanza di cominciare a creare nella tua cultura di gestione dello Studio, l’orientamento a “tutto quello che viene misurato può essere migliorato”.

 

Immagina di essere alla fine dell’anno fiscale e vedere un risultato di fatturato che ti fa dire:

“Wow ho veramente fatto un ottimo fatturato!”.

 

Magari, vedi che hai anche un utile più alto di quello che hai avuto gli anni passati.

E di conseguenza dici:

“Wow! Che anno meraviglioso, siamo stati realmente bravi! Guarda, i costi infatti non sono neanche così alti siamo stati veramente bravi.”

 

Desso ti chiedo: ne sei sicuro? È corretto?

 

La risposta è: dipende.

 

Dipende perché sicuramente….

 


il Profitto è quello che si vede dai numeri ma è veramente un risultato che indica che quello Studio è in salute?

 

Quello Studio farà così anche l’anno prossimo?

Sarebbe interessante andare a guardare il valore della produzione e metterlo in relazione con quello del fatturato.

 

Magari questo Studio ha una produzione più bassa del fatturato.

E se pensi alla storia che dicevamo prima del Commercialista: Lui non ne ha la più pallida idea di quale sia il tuo valore di produzione.

 

Ragionare su un punto parziale di vista parziale di un intero sistema che genera un profitto ti porta a prendere delle decisioni errate.

 

Vediamolo con un esempio.

 

Ipotizziamo che la produzione di questo Studio sia più bassa del fatturato: abbiamo un problema. Abbiamo un grosso problema perché significa che quel fatturato non è stato costruito sulle performance di quest’anno.

Magari è figlio di un’attività di recupero crediti che è stata fatta, in merito a prestazioni erogate anni prima, che ha fatto rientrare del denaro.

Tra l’altro, quindi, al netto dei costi.

Che così ha falsato completamente il problema dello Studio che ha una produzione troppo bassa.

 

E magari è anche calata, rispetto all’anno fiscale precedente.

 


Ragionare solamente sulla base del fatturato e dell’utile è un problema.

 

Perché nel caso dell’esempio, finito l’effetto droga del recupero crediti, l’inadeguatezza della produzione si manifesta tutto d’un colpo.

 

E non è finita qua.

 

Vedi, se Tu sei orientato a misurare, ti accorgi del problema e fai degli approfondimenti per comprendere.

E ti chiedi:

“Ok ma perché la produzione è bassa? É un problema di velocità? É un problema di quantità di operatori?

É un problema che abbiamo avuto poca accettazione dei piani di cura?

E se abbiamo avuto pochi piani di cura accettati qual è il problema?

Ne abbiamo presentati tanti e ce ne hanno a accettati pochi? Prezzi alti? Prezzi bassi?

É una percentuale di accettazione scarsa in generale?

Quindi abbiamo un problema nella presentazione dei Piani di cura?

O è un problema legato al fatto che abbiamo fatto meno prime visite?

E perché abbiamo fatto meno prime visite?

È problema di traffico? Di che tipologia di Pazienti? Pazienti in anagrafica?

Meno pazienti dal passaparola?

Meno nuovi Pazienti che spontaneamente si sono presentati?”

 

 

 

Ognuno di questi fattori ti permette di fare una diagnosi sulle cause della situazione che il tuo Studio sta vivendo completamente diversa.

 

Applicare l’approccio Clinico alla gestione Extra-Clinica

 

Ai Titolari di Studio, quando allenano la loro nuova mentalità da Dentista Imprenditore orientato a misurare per migliorare, ciò che faccio fare è applicare anche per la gestione extra clinica lo stesso identico approccio che utilizzano da medici.

 

Il che significa devi valutare lo stato di salute del tuo Studio.

 

E quindi:

“Qual è quella parte dell’organizzazione extra-clinica dello Studio che è in sofferenza?”

 

Per articolare il “corretto piano di cura per lo Studio”, devi oggettivare le performance attraverso dei numeri.

 

Il primo passo è cominciare a guardare i numeri.

 

Come fare?

Interroga il gestionale.

 

L’importanza di consultare il gestionale

 

 

Potresti accorgerti che ha dei numeri che non hai mai guardato che però ti dicono delle cose utili a farti fare dei ragionamenti.

 

Un gestionale non è un cruscotto di controllo: un gestionale è un aggregato di numeri disorganizzati che però comunque almeno ci sono e ti possono dire delle cose.

 

Potresti avere una brutta sorpresa e vedere che nel tuo gestionale ci sono pochi numeri perché non avendo questa cultura del dato nello Studio, l’avete sempre tralasciata e quindi hai poche informazioni.

 

 

Comincia comunque a guardare i dati già in tuo possesso.

E cerca di capire che è necessario andare oltre al fatturato e al profitto perché non sono per nulla i parametri che definiscono lo stato di salute del tuo Studio.

Soprattutto se li prendi da soli.

 

Ragiona quindi sulla produzione, su come viene fatta, sulla tipologia di prestazioni…

Nell’accettazione dei Piani di Cura sei forte?

Sui piani grandi o sui piani piccoli?

Fai tanti lavori piccoli?

Che tipologia di Pazienti hai? Che tipologia di Pazienti non hai?

Che tipo di traffico di prime visite hai?

Da dove arrivano? Cosa ti manca? Cosa potresti aggiungere?

 

Quando hai informazioni su queste cose, hai una consapevolezza completamente diversa sullo stato di salute del tuo Studio e il “piano di cura” per sviluppare di risultati di profitto, di soddisfazione professionale e di tempo libero, completamente diverse.

 

Ed è molto più probabile che funzionino e che ti portino esattamente dove vuoi andare.

 

 

In conclusione

 

Prenditi quindi un po’ di tempo, comincia ad andare sotto alla superficie del fatturato dei costi e del profitto e guarda altri numeri.

È proprio grazie ad altri dati, che puoi prendere decisioni di qualità per ottenere quella qualità di risultati che vuoi.

 

Perché:


se la qualità della clinica che fai non rappresenta la qualità e la quantità di profitto che generi con il tuo Studio, molto probabilmente è perché il tuo sistema di gestione non è all’altezza della tua abilità clinica.

 

E se il tuo sistema di gestione non è all’altezza, è perché ti mancano informazioni.

Informazioni che ti mancano o perché non le guardi o proprio perché non le sai.

 

 

Se quello che hai trovato in questo articolo ti ha fatto riflettere e ti ha fatto sentire il bisogno di avere un approccio (che non è il 2D delle due dita di cui parlavamo prima!) simile a una TAC 3D per diagnosticare:

– che cosa sta succedendo nello Studio;

– perché sta succedendo;

– e dove devi andare intervenire…

 

…E senti che da solo ti manca qualcosa, allora potrebbe interessarti quello che il “Sistema Operativo Profit Monday” può fare per Te

Clicca su questo link !

 

Ti faccio un grandissimo in bocca al lupo.

Ciao.

 

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