Come sconfiggere la sindrome dello struzzo

La sindrome dello struzzo nell'Odontoiatria moderna: i danni nei risultati dello Studio Dentistico

Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.

Per iniziare voglio chiederti che cosa c’entrano la caduta di Entron, quella che era la principale società energetica americana, con la crisi dei subprime del 2008? Con la catastrofe dello Space Shuttle dell’’86? E con l’incidente della marea nera nel Golfo del Messico? E con l’affondamento del Titanic?

Vedi sono tutti eventi dalla portata catastrofica, che però sono stati tutti fomentati da una stessa sindrome. E se ti stai chiedendo perché dovrebbe interessarti, sappi che purtroppo è molto comune quanto pericolosa, perché affligge anche tanti titolari di studio dentistico nell’era dell’odontoiatria moderna. E fa danni nei risultati qualitativi e quantitativi dei loro Studi.

Si chiama “Sindrome dello struzzo” e te ne parlo in questo episodio.

 

Quale formato scegli?

 

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole. A Te la scelta!

Qui sotto puoi ascoltare il podcast.

 

 

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Le catastrofi della storia e la sindrome dello struzzo

Enron era una delle maggiori società energetiche degli Stati Uniti fino al suo crollo nel 2001.
E i dirigenti di Enron, nonostante l’Azienda fosse in costante perdita, consideravano la questione una sorta di problema transitorio che si sarebbe risolto nel modo giusto e per potere chiudere i bilanci nel modo giusto, applicavano sistematicamente delle pratiche contabili fraudolente. Una “strategia” messa in atto per poter continuare a dipingere questa sorta di quadro positivo della Società. E tutto questo, nonostante il fatto che ci fossero tanti segnali di una crisi imminente perché si era rotto qualcosa nel sistema e l’Azienda non era più in grado di rimanere in attivo.

Questo rifiuto di affrontare la realtà da parte dei dirigenti, portò la Enron al più grande fallimento della storia americana.
Hanno bruciato in un istante qualcosa come 63 miliardi di dollari in asset dell’Azienda.

Ma parliamo della crisi dei subprime.
Durante il periodo che ha preceduto la crisi, quella del 2008, molti player del mercato finanziario, hanno mostrato una chiarissima tendenza a ignorare dei segnali palesi di pericolo che arrivavano dal mercato stesso.

Le Banche e gli Istituti di Credito, di fatto stavano continuando ad erogare mutui ad alto rischio (quelli appunto mutui subprime) a dei Clienti che non avevano grandi capacità di rimborso. Nonostante fosse evidente a tutti che un aumento, un normalissimo aumento dei tassi di interesse, avrebbe reso questi mutui insostenibili per queste persone.
Tra l’altro, contemporaneamente, tutte le autorità di regolamentazione finanziaria americane, nonostante tutto quello che stava succedendo fosse più che chiaro ed evidente, sono rimasti completamente fermi senza mai intervenire.

Nonostante i segnali d’allarme come tra l’altro l’aumento delle insolvenze sui mutui subprime che stavano cominciando e tra l’altro poi quella crescente complessità dei prodotti finanziari che erano sempre più intrecciati per poter concretizzare queste operazioni, queste Autorità hanno spesso scelto di non intervenire in un modo netto credendo che il mercato si autoregolasse e che la questione si sistemasse solo con un po’ di tempo.

Ecco la conseguenza di tutto questo è stata quella che poi è diventata la bancarotta di Lehman Brothers, la crisi del mercato immobiliare e poi tutta quella crisi finanziaria su scala globale che poi molti anche di noi italiani si ricordano molto bene.

Ma andiamo avanti con il nostro discorso. Perché nel 1986 lo Space Shuttle “il Challenger” è esploso poco dopo il decollo. Io ero un bambino quando giravano quelle immagini in televisione e purtroppo sono deceduti tutti i sette membri dell’equipaggio.
La cosa interessante è che prima del lancio alcuni ingegneri, avevano avvertito della possibilità che ci fossero dei guasti nei giunti O-Ring in determinate condizioni di temperatura e di freddo estremo. Ma i dirigenti della NASA hanno deciso di procedere comunque con il lancio, ignorando questi avvertimenti, perché tutto era andato bene fino a lì e non c’era motivo che qualcosa potesse andare storto.

Il resto purtroppo è storia.

Ma non solo.
Un altro episodio diciamo collegato sempre alla sindrome dello struzzo è quello del 2010 quando è esplosa la piattaforma petrolifera della Deep Water Horizon, quella che causato una delle peggiori fuoriuscite nell’oceano di petrolio della storia.
Ecco, anche qua, prima del disastro, erano stati segnalati dai tecnici diversi problemi di sicurezza e diversi difetti nell’impianto ma la Compagnia li ha ignorati, ha ignorato la maggior parte di questi segnali, preferendo e scegliendo di continuare le operazioni perché riteneva che quelle segnalazioni fossero ininfluenti e che le problematiche non fossero così significative.

La conseguenza è stata una tra le catastrofi ambientali più gravi della storia.

Ma poi forse l’episodio del Titanic, che è anche quello che magari ognuno di noi conosce meglio perché credo che quasi tutti abbiano visto anche solo il film con Leonardo Di Caprio. Ecco, credo che l’episodio del Titanic, sia il più incisivo di tutti questi esempi per spiegare l’effetto di questa sindrome folle e così autolesionista.

Dopo l’urto con l’iceberg, ricostruzioni storiche, dichiarano che il primo ufficiale Mardoch ha riportato al Comandante che la nave fosse spacciata.
Cioè dalla botta che ha preso, da qui non se ne esce, non si racconta.
E nonostante i passeggeri avessero sentito l’urto e che le informazioni sul fatto che la nave sarebbe affondata, si stavano propagando come un virus tra i vari ponti del Titanic, la maggior parte dei passeggeri ha continuato a comportarsi come se niente fosse.
Restavano sui ponti a fare quello che stavano facendo. È storica l’immagine del film dei violinisti. O restavano nelle loro cabine, pensando che fosse un’esercitazione o pensando che la nave non sarebbe effettivamente mai affondata.

Tra l’altro, ci sono delle dichiarazioni di alcuni superstiti che hanno dichiarato che mentre salivano sulle prime scialuppe che venivano calate in mare dagli steward, cercavano di convincere altre persone a salire ma che la maggior parte dei passeggeri si rifiutava dicendo che la nave non sarebbe mai affondata e che rimanere lì era più sicuro che calarsi in mare.
Tanto che, le prime scialuppe che hanno preso il mare, quelle che poi hanno portato in salvo i primi superstiti, erano mezze vuote. E il panico e l’assalto alle scialuppe, è scattato solo quando la maggior parte dei ponti era allagata e ormai il destino era diventato evidente a tutti.

La storia racconta che degli oltre duemila passeggeri, più del 70% è affondato con la nave. E non solo perché le scialuppe di salvataggio non fossero sufficienti ma anche perché hanno negato fino alla fine la gravità della situazione.

Tutti questi disastri si sono concretizzati in modo così tremendo, perché le persone coinvolte sono state vittime della stessa sindrome: la sindrome dello struzzo.

La sindrome dello struzzo: la pericolosa strategia di coping

Questa sindrome prende proprio il nome dell’animale, che ogni volta che si spaventa infila la testa sotto la sabbia.

La sindrome dello struzzo, che poi ha il nome scientifico di avoidance coping, è una strategia di coping per la quale le persone evitano di affrontare la realtà, per evitare di dover gestire emozioni di disagio e di ansia.

Allora, per capire meglio, fammi dare una definizione importante.


Una strategia di coping è un insieme di meccanismi psicologici e di comportamenti in genere che un individuo utilizza per gestire o per cercare di ridurre o per tollerare meglio lo stress e tutta una serie di emozioni negative che gli nascono a seguito di situazioni difficili o che gli appaiono minacciose.

Questi meccanismi psicologici possono essere consci o inconsci. E ahimè, si generano per il naturale istinto del cervello a proteggerci, cercando di farci restare in uno stato di benessere mentale ed emotivo per evitare di farci stare male provando il disagio che deriva da dover gestire quelle cose.

Ancora una volta quindi, in questo podcast, torna il concetto che il nostro cervello non è programmato per portarci al successo, ma è programmato soltanto per proteggerci.

Alla luce di questo, la sindrome dello struzzo è un comportamento umano molto importante e molto comune che si concretizza con l’evitamento consapevole o inconsapevole di situazioni difficili o scomode che ci si presentano davanti.

Come si manifesta la sindrome dello struzzo

Accade quindi che le persone spesso evitano le informazioni che percepiscono come potenzialmente spiacevoli, per evitare l’impatto emotivo negativo che queste informazioni gli potrebbero causare.

Oppure, succede che persone molto insicure di sé e magari anche maniache del controllo, evitino di affrontare dei problemi che escono dalla loro zona di comfort, per paura di perdere il controllo della situazione e di non essere in grado di gestire le conseguenze che si aprono quando approcciano questo problema.

Oppure ancora, succede che persone evitino di affrontare determinati problemi che potrebbero magari esporre a giudizi negativi da parte del prossimo, o farle sentire inadeguate per qualcosa, e di conseguenza evitano e ignorano la questione.

O ancora, succede che persone evitino di affrontare la realtà per non compromettere l’immagine positiva che danno di sé o che hanno di sé, perché magari così, ignorando la questione, possono continuare a farsi vedere come persone altruiste, di alti valori, moralmente integre, ecc.

E allora, quando una persona è vittima della sindrome dello struzzo, quello che succede è che evita situazioni, informazioni e confronti, per proteggersi dal disagio emotivo che ne consegue.
Vengono evitate – magari tante volte anche intenzionalmente – delle informazioni che mettono queste persone davanti a situazioni difficili. Oppure queste persone evitano di affrontare determinati problemi, procrastino o si rifiutano di discutere addirittura di determinate questioni.

Tutto per evitare il disagio.

E questo, se ci pensi, accade in ogni ambito della vita.
Accade per la salute. Quante volte magari ti è capitato di sentire di Tizio, di Caio o di Sempronio che hanno ignorato sintomi di una malattia sperando che il problema si risolvesse da solo?

Quante volte ti è capitato con Pazienti che sono arrivati lì con una situazione della bocca devastata e alla domanda: “Ma perché aspettato così tanto?” Ti guardano con questi due occhi da cerbiatto non riuscendosi a dare una spiegazione logica.

Essere vittima della sindrome dello struzzo: quali conseguenze

Aspettare non fa risolvere il problema.

Tante di queste Persone, tanti di questi Tizio, Caio e Sempronio, hanno visto che il problema non si è risolto e loro hanno semplicemente iniziato a curarsi troppo tardi.

E succede la stessa cosa anche nelle relazioni personali. Quando si evita di affrontare quel conflitto, quando si evita di andare a parlare con quella persona per dare quel feedback perché questa cosa ci mette a disagio.
Pensa magari quante volte ti è capitata con un membro del tuo Team, con un Collaboratore: non vai ad affrontare la cosa perché magari pensi che la cosa si migliora, si risolva da sola.
Ma non è mai così!

E la stessa sindrome dello struzzo, colpisce nella vita professionale. Quando magari non vai a guardare con sistematicità i dati del controllo di gestione. O magari a monitorare la situazione finanziaria dello Studio, per paura di quello che potresti scoprire.

Ciò che accade è che semplicemente si mette la testa sotto la sabbia, sperando che non prendere consapevolezza di una questione, non la faccia diventare reale e la faccia magicamente scomparire.

Quando “si fa lo struzzo”, certamente si evita il disagio emotivo di gestire il problema, di gestire la difficoltà, ma non si affrontano le questioni che una volta risolte ci renderebbero effettivamente felici.

Beh, se sei un Titolare di Studio Dentistico – ma anche se fossi qualcuno di completamente diverso – lascia che ti dica una cosa…
…La posizione dello struzzo con la testa sotto la sabbia, se ci pensi è una gran brutta posizione!

Immaginatela.

Anche perché poi, con la testa sotto la sabbia non ti rendi nemmeno conto di quello che ti sta arrivando addosso. E se questo che ti sta arrivando addosso, ti arriva da dietro non puoi nemmeno fare quell’utilissimo respiro rilassatorio e la conseguenza è ancora più grave.

Come combattere la sindrome dello struzzo

Sai, c’è una cosa della quale io ho preso consapevolezza e che voglio ricordarmi spesso ogni volta che sento che lo struzzo cerca di prendere il sopravvento.
Nella mia carriera, gli errori più grandi che ho mai fatto e le conseguenze più alte e onerose che ho dovuto pagare a seguito di questi errori, non sono mai stati la conseguenza di una decisione che ho preso. I prezzi più alti che ho mai dovuto pagare, sono sempre stati la conseguenza di tutte le decisioni che non ho preso.

Ecco guarda, evita con tutte le tue energie di cadere vittima della Sindrome dello struzzo.

Un approccio semplice ma efficace che puoi utilizzare parti dal riconoscere con onestà intellettuale che c’è un problema e che c’è una verità seppur scomoda, seppur fastidiosa, seppur ti fa paura, che devi affrontare.

C’è qualcosa che non funziona e che richiede la tua attenzione.
Ammettilo, accettalo con serenità ogni volta che ti viene l’istinto di infilare la testa sotto la sabbia.
Poi sintonizzati con la tua pancia, ascolta le emozioni. Sono lì, nascono.
Ok, prendi consapevolezza che sono solo un meccanismo di difesa del tuo cervello. E che cercare di evitare quella situazione per non trovarti magari a vivere quel disagio, ti porta esclusivamente delle conseguenze molto peggiori.

Poi quando hai preso consapevolezza e hai accettato questa verità e le emozioni che provi, condividi tutto questo con il Team o con le persone coinvolte.

Rendi subito pubblica questa verità falla accettare anche agli altri.
Condividi il tuo disagio di pancia – e attento, perché poi cadono vittima della sindrome dello struzzo anche i membri del Team – fai capire a tutti l’importanza di affrontare queste cose.
Fai capire che le conseguenze sono molto più gravi di quanto appare il problema. E una volta che hai fatto questo, attivati subito rispetto alla situazione che stai vivendo e cerca velocemente o cercate insieme.

Magari puoi utilizzare la tecnica del brainstorming in sei passi più uno di cui abbiamo parlato nello scorso episodio per cercare una soluzione praticabile.
Clicca qui se vuoi approfondire >> Il Metodo di Problem Solving in 6+1 step

In conclusione

Se vuoi ottenere successo nel lungo periodo – dai pure la definizione che preferisci al termine “successo” – con lo Studio, nelle relazioni personali e nella tua Vita in genere, diventa sempre più bravo ad accettare tutte le verità scomode il più velocemente possibile.

Perché ogni volta, ogni santa volta che rifiuti di accettare una scomoda verità, stai decidendo di vivere un futuro decisamente più scomodo.

In bocca al lupo nello sconfiggere la sindrome del tuo struzzo.
Io ti aspetto nel prossimo episodio. Ciao!

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