Editoriale

Ho finito da poco di vedere la presentazione di Claude 3 da parte di Anthropic.
E ancora una volta i proclami della presentazione promettono di battere lo standard di riferimento del mercato.
Sembra – e dico sembra perché ho imparato che tra le affermazioni fatte nelle presentazioni e i dati del reale utilizzo c’è sempre una notevole differenza – che sorpassi nettamente ChatGPT-4 (ma non la più potente versione GPT-4 Turbo) su tutti i soliti parametri di analisi delle Intelligenze Artificiali generative come queste.

La notizia però non è importante per questo dato. C’è un altro aspetto che reputo interessante.

Hai notato cosa sta succedendo?
Facciamo una riflessione insieme, perché ho un’idea che mi si è formata in testa e ci tengo a condividerla.
Anzi, mi farebbe piacere sapere anche la tua opinione.
Se ti va rispondi a questa mail e fammi sapere cosa ne pensi.

Dicevo…

Hai notato cosa sta succedendo?

Google fa un annuncio di un nuovo prodotto super-clamoroso…
Open AI due giorni dopo alza l’asticella con un altro strumento roboante…
E a ruota, poco dopo, arriva Meta che cala un carico…
…e così via, settimana dopo settimana, un susseguirsi di annunci e proclami con strumenti AI che fanno dei passi da gigante nelle loro potenzialità e nella qualità dei loro output.
Con un ritmo e una velocità incredibili.

A me puzza…

È tutto troppo veloce.
Rispetto a cosa?
Ai normali tempi di sviluppo di prodotti come questi.
Salti così grandi non sembrano possibili in così poco tempo.

Certo, spesso escono prodotti con qualche problemuccio, come ad esempio quello che ha costretto Gemini a sospendere la generazione di immagini a causa del bug che le faceva generare solo persone di colore, indipendentemente dal contenuto del prompt.
Ma comunque sia, per salti quantici di questo genere, mi sembra che i tempi siano troppo ravvicinati.

Sai che cosa credo?
Credo che nel cassetto di queste Aziende ci sia molto di più di quanto ci stanno rilasciando.
Credo che lo sviluppo di tutti questi strumenti sia a un livello decisamente più avanzato, ma ce ne mettono a disposizione solo una parte.

Perché queste Aziende dovrebbero fare così?
Penso che si rendano conto che sia troppo rispetto a quanto siamo preparati a gestire.
Penso che le implicazioni dell’attuale stato dell’arte possano spaventare troppo le Persone e i Governi.

E penso all’arrivo della AGI.
La Artificial General Intelligence è il livello superiore della AI.

L’AGI rappresenta una forma di Intelligenza Artificiale che ha la capacità di auto-apprendere, auto-comprendere, e applicare l’intelligenza in modo equivalente a quella umana.
A differenza delle AI attuali, che sono progettate per eseguire compiti specifici con grande efficienza (vengono infatti definite AI Specializzate o Narrow AI), l’AGI può teoricamente eseguire qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può fare: ragionare, pianificare, risolvere problemi, pensare in modo astratto, comprendere idee complesse, apprendere rapidamente da esempi limitati, e persino essere creativa o avere consapevolezza di sé.

Penso che embrioni decisamente avanzati, nonostante non dovrebbe essere così, siano già lì pronti e operativi.
In attesa.
E la recente intervista a Sam Altman proprio su questo argomento mi ha amplificato queste sensazioni.

Nonostante per certi versi è tutto spaventoso, e nonostante speri che Chi ha in mano questi strumenti e Chi è chiamato a regolamentarli sia sempre guidato da cosa è più utile all’umanità, mi rendo sempre più conto di quanto ognuno di noi debba entrare sempre più a fondo in questo mondo, familiarizzarci e renderlo parte della quotidianità.

Perché le trasformazioni che tutto questo genera da qui a breve nelle nostre vite, sono esageratamente superiori a quelle che l’avvento di Internet ha prodotto.

“Estote Parati”, siate pronti, come diceva sempre il mio Capo Scout.

Andre