Neutralità Fiscale: facciamo chiarezza con il Prof. Alessandro Terzuolo

Neutralità Fiscale e passaggio tra forme fiscali: cosa cambia per il settore Odontoiatrico con la nuova Legge Delega

Ciao e Benvenuta o Benvenuto in questa nuova puntata di “Grassi Risultati in Odontoiatria”.

Mettiti comoda o mettiti comodo perché in questo episodio parliamo di un tema estremamente importante perché finalmente c’è, si vede la luce alla fine del tunnel.

Finalmente è stata chiarita una zona nebulosa per tutti quei Titolari di Studio, che volendo aumentare le performance del loro Studio, si trovavano anche a dover prendere in considerazione magari un’evoluzione di forma fiscale. E ciò, proprio per essere più competitivi anche da questo punto di vista.

Il tema è tecnico, dovremo parlare di Fisco e di Fiscalità e, non essendo la mia materia, ho chiesto “l’aiuto da casa”.

Abbiamo infatti come Ospite, il Professor Alessandro Terzuolo dello studio Terzuolo Brunero e Associati.
Noi lavoriamo insieme da tempo, perché lui e suo fratello Umberto Terzuolo, fanno parte del team di docenti di tutto il master di implementazione del Sistema Operativo Profit Monday.
Con loro gestiamo la parte fiscale – che è una parte fondamentale – e per poterti chiarire finalmente tutti quanti gli argomenti che ci sono dietro al tema della Neutralità Fiscale, nessuno meglio di Lui può spiegarti questi argomenti.

 

Quale formato scegli?

 

A questo punto puoi decidere se ascoltare questo argomento grazie alla puntata del podcast “Grassi Risultati in Odontoiatria”, guardare il video oppure se immergerti nella lettura delle mie parole. A Te la scelta!

Qui sotto puoi ascoltare il podcast.

 

 

Qui puoi guardare il video.

 

Oppure continua a leggere.

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Dalla partita iva alla Società: le forme per esercitare la professione Odontoiatrica

Andrea:

Ciao Alessandro, benvenuto su Grassi Risultati in Odontoiatria.

Alessandro:

Ciao Andrea e Benvenute e Benvenuti anche a tutti gli ascoltatori del Podcast.

Mi fa molto piacere essere qui per questa puntata che mi appassiona particolarmente, cercheremo di trasmettere questa passione anche a Voi!

Andrea:

Sono molto contento che Tu sia qui e le ragioni sono diverse.

Tu sai che io molto spesso quando presento Te e Umberto ai corsi, dico una cosa che credo profondamente. All’interno di questo settore si parla tanto di “passaggi di forma fiscale srl e stp” e credo che Voi siate le persone che in Italia, gestiscono in maniera numericamente molto significativa passaggi e transizioni da una forma fiscale a un’altra. Che solitamente è quella dell’esercizio della professione dalla “semplice” partita IVA ad una forma societaria che sia SRL o STP.

È corretto? Quante ne avete fatte di cose di questo tipo?

Il cambiamento dal Decreto Bersani

Alessandro:

Di fatto è dal 2007, perché la possibilità di esercitare l’attività in modalità societaria ufficialmente (anche se c’era già qualche caso anche da noi prima del 2006), è avvenuta col decreto Bersani. Diciamo con la liberalizzazione all’epoca delle professioni anche più sanitarie.

Pertanto dal 2007 è un fenomeno che si è poi incrementato col tempo.
Quindi, nei primi anni magari ne avevamo due o tre all’anno, adesso, ormai, diventa quasi un tema mensile di gestire questo tipo di operazioni.

Il che non vuol dire ovviamente, che come tutte le cose che diventano più comuni vadano bene in ogni situazione. Va ovviamente considerato il caso specifico, però certamente è un tema ormai molto diffuso.

Considera che in Italia, i numeri in evoluzione quindi non è facilissimo dare un numero definito, però sono più di 4.000 le società in ambito odontoiatrico.

Non tutte, ovviamente, si sono evolute da una forma di partita IVA individuale piuttosto che di studio associato, quindi alcune sono nate diciamo “già così”, però sicuramente almeno il 50%, se non di più, ha gestito il passaggio.

Andrea:

È un numero decisamente significativo. È vero, è difficile da misurare.
Una parte di queste sono delle catene, un’altra parte è tutto ciò che riguarda il passaggio generazionale e più in generale la trasformazione in forma societaria.

A me piace sempre molto una cosa che dici e che hai ridetto anche questa volta. Da quello che ho potuto imparare anche standovi accanto, nei ragionamenti che fate e nel come spiegate le cose alle Persone, tante volte SRL e STP vengono descritte come la panacea di tutti i mali, in realtà vanno ragionate caso per caso. E quindi non è una roba da tagliare con l’accetta da dire “va bene a tutti!” ma ci sono da fare dei ragionamenti più precisi, più puntuali, più specifici.

Il carico fiscale

Alessandro:

Assolutamente.

Un po’ come credo in tutte le professioni, anche in Odontoiatria evidentemente, anche un certo tipo di cura va poi ovviamente adattata al Paziente.

Qui è la stessa cosa, semplicemente in un ambito diverso.
Sì e ti dico di più.  Siccome sono ormai più di sette anni che lavoriamo insieme, mi ricordo che i primi tempi tra i Clienti di Accademia, c’era quasi questa lamentela che mi faceva un po’ sorridere:

“E ma qui ci hanno fatto crescere, adesso va il marketing, va l’organizzazione, lo Studio ha dei risultati in crescita, però poi bisogna pagare le tasse”.

E io dicevo – e tutt’ora dico – vabbè, intanto iniziamo ad averlo questo problema rispetto a non averlo.

Poi, battute a parte, ovviamente diciamo che la nostra funzione – come Chi fa pianificazione fiscale – è quella di, capendo poi il contesto specifico, cercare di trovare delle soluzioni, se le soluzioni ci sono.

Non è sempre detto che le soluzioni ci siano, però una di queste, è certamente pensare – soprattutto se gli utili incominciano a essere rilevanti e sovrabbondanti rispetto a quella che è la necessità di disponibilità personale del singolo Titolare o dei Soci dello Studio Associato – ad un accumulo in forma societaria.

Perché questo consente innanzitutto, di sfruttare una volontà del legislatore che è quella di agevolare l’Imprenditore.
Infatti, fin tanto che gli utili stanno all’interno della struttura societaria (quindi dell’SRL, STP o altre forme societarie), il Legislatore in qualche modo agevola il contribuente – l’Imprenditore – perché ha una tassazione più contenuta – o quantomeno fissa – che non varia con il variare del reddito.
Quindi che io abbia 100€ di reddito o un milione di € pago sempre la stessa percentuale di imposta.

Non è così invece per il Professionista singolo o il Socio di Studio Associato, che come sappiamo, al crescere del reddito vede crescere anche le aliquote di imposta.
Questo poi, sopra i 50 mila € è già al 43%, quindi non stiamo neanche parlando di redditi diciamo milionari. É una progressività che arriva al massimo abbastanza in fretta.

Le forme societarie invece, consentono di avere un maggior potere d’acquisto in qualche modo. Proprio perché l’imposizione, fin tanto che i soldi stanno all’interno della società – se è una società di capitali ovviamente quindi SRL, SPA – consente di avere più disponibilità economica.
Disponibilità da usare in primis per fare magari degli investimenti all’interno dello Studio, rinnovare i locali, rinnovare il parco macchinari, accantonare il TFR. Piuttosto che iniziare poi a fare dei veri investimenti di tipo finanziario – quindi nel mondo borsistico che va anche fino addirittura alle criptovalute – oppure di tipo immobiliare o di tipo diverso.

Devo dire quindi, che vedendo poi, appunto, siccome dal 2006-2007 che queste operazioni le facciamo materialmente in studio, vedere passare 5-10 anni di Studi con una forma rispetto a un’altra, ti fa proprio capire la distanza che si accumula in una situazione rispetto all’altra.

Una maggiore tranquillità economica, una maggiore tranquillità finanziaria.

Ovviamente, e motivo di adattare al caso specifico, bisogna vedere qual è la necessità del Titolare o dei Titolari.

L’ottimizzazione della pressione fiscale

Andrea:

Quindi ne avete gestite a centinaia e direi che la questione è decisamente significativa.

E ragionando anche da Imprenditore, ti dico: sì, c’è tutta la parte di ottimizzazione della pressione fiscale. Uso la parola “ottimizzazione” – so che non è corretta nel tuo ambito – ma per me, è un’ottimizzazione perché a un certo punto, esercitare in un’altra forma societaria, (fermo restando che potrebbero magari per qualcuno in certe zone non esserci grosse alternative), è una disfunzione.

É veramente sprecare del denaro.

Quindi sì, c’è una tassazione più intelligente che in realtà rende la struttura molto più competitiva. Perché molti non si rendono conto che se mettono più soldi in tasse hanno meno soldi da investire per far crescere ancora più velocemente la Struttura.

Ma poi c’è anche tutta quanta la questione – secondo me non da meno – che si può portare dietro anche la protezione del proprio capitale, la sicurezza della propria famiglia, che mi fa dire che con una semplice partita IVA la persona si trova a combattere un po’ coi “fianchi scoperti”.
Mentre con una struttura societaria ha un livello di sicurezza più elevato.

Poi è chiaro che dipende da che cosa fa una Persona, però c’è anche questo tema che è significativo dal mio punto di vista.

Alessandro:

Diciamo che oltre alla variabile meramente fiscale, che è uno degli elementi e non va mai preso secondo me come il punto unico per fare delle trasformazioni di tipo giuridico, le altre voci sono certamente una maggior tutela proprio patrimoniale del Professionista che non risponde più direttamente e immediatamente con tutto il suo patrimonio. Ne risponde in primis, soprattutto se scegliamo la forma delle società di capitali, la società: poi certamente questo non è una patente per muoversi senza criterio.
Ci mancherebbe!

Poi insomma, stiamo sempre parlando di Pazienti e quindi, in primis, c’è la tutela della salute dei Pazienti.

Però è comunque una tranquillità in più e anche una tutela del valore dello Studio.

Perché tutti noi ci possiamo infortunare, oppure possiamo volerci allontanare sei mesi dallo Studio, ed è ovvio che nel momento in cui ho tutto con una partita IVA, questo non lo posso fare.

La vendibilità dello Studio

Devo dire che, soprattutto negli ultimi anni, un altro grosso differenziale oltre alla parte fiscale, è la maggiore vendibilità dello Studio.

Vendibilità forse è un termine un po’ crudo ma vuol dire anche, la maggiore possibilità di dare una continuità allo Studio. Forse così è più corretto, anche dal punto di vista dell’intendimento.

È un fatto che, a livello anagrafico, non solo nella categoria degli Odontoiatri, non solo a livello nazionale italiano ma anche più ampio europeo, c’è un invecchiamento della popolazione.

Ci sono meno Professionisti giovani interessati a continuare l’attività, per vari motivi, tra cui anche il fatto che siano di meno di una volta. E tanti Professionisti, stanno andando verso la pensione più o meno velocemente, per cui c’è un fatto legato proprio alla possibilità di continuare l’attività di questi Studi in altre forme.

Se gli acquirenti, come nel caso della partita IVA o dello Studio Associato, sono “solo” Professionisti, esclusivamente Professionisti, diciamo che ci chiudiamo potenzialmente, un possibile soggetto che è acquirente o che compartecipa l’attività dello Studio, che non sia Professionista.

Quindi, imprenditori grandi o piccoli, catene o non catene, nel lungo periodo quindi può essere un limite.
Sul tema fiscale, è così.

La continuità dello Studio

Sul tema del passaggio ci sono poi tutti i crediti d’imposta 4.0, 5.0 che pian piano prenderà vita, adesso non è ancora del tutto operativo, la legge Sabatini, le agevolazioni per il mezzogiorno, le cosiddette zone economiche speciali per le regioni appunto dall’Abruzzo in giù, escludendo il Lazio ma includendo le isole, quindi è proprio un’altra partita mi sento di dire.
È un’altra partita per due motivi.
Uno perché le imprese, sono comunque più rappresentate dalle Associazioni di categoria, rispetto a quello del mondo delle professioni (che è anche più frammentato proprio per sua natura).
E due, perché sono considerate a torto o ragione, un po’ l’attività di impresa “da favorire”, perché ha delle ricadute in termini di occupazione, in termini di territorio.

Questa è una visione un po’ vecchia della professione. perché ormai i Professionisti spesso hanno dei Dipendenti e spesso fanno investimenti importanti.

Andrea:

I Dentisti sicuramente, credo siano il Professionista che ha più bisogno di investimenti in risorse, tecnologie e persone, tra tutti i Professionisti che ci sono sul mercato.

Alessandro:

Sì, l’Odontoiatra, insieme a qualche altro Professionista del mondo Sanitario, rappresenta certamente quelli più “lato imprenditore” quasi, proprio dal punto di vista delle persone e dei capitali da coinvolgere.

Quindi certamente c’è anche questo elemento fiscale da considerare.

La Legge Delega e l’introduzione della Neutralità Fiscale

Andrea:

Ok, e siamo qua, che poi è il cuore di questo episodio.

Ad agosto 2023, se ricordo bene la data, è uscita la famigerata Legge Delega, che andrà a ristrutturare tutto quanto il sistema fiscale italiano. E tra le varie cose che ha introdotto, ha introdotto questo concetto della Neutralità Fiscale.

Perché è un tema rilevante quello della Neutralità Fiscale per i Commercialisti oggi? Qual è lo stato dell’arte?

Raccontaci un po’ la situazione perché ho capito che fino ad oggi, è un po’ intrecciata e complessa.

Andrea:

Sì, assolutamente va accolto con un certo favore, adesso io direi quasi “entusiasmo”, anche se entusiasmo e fiscalità sono quasi uno ossimoro.

Però in realtà, questo progetto di Legge Delega, è un progetto di riforma del sistema più ampio, che ovviamente va dal lavoro autonomo – che sarebbe quello dei Professionisti – alla fiscalità internazionale e la riscossione.
Tanti ambiti diversi sui quali chiaramente non entriamo.

Sul mondo della Professione, alcune categorie (soprattutto quella degli avvocati e dei commercialisti) hanno spinto per avere gli stessi strumenti che hanno le imprese.

Faccio sempre questo esempio che è vicino all’Odontoiatra.
L’Odontotecnico, è un imprenditore individuale, quindi è un’impresa individuale, se vuole passare da una partita IVA a una SRL piuttosto che un’altra forma societaria, lo può fare in un contesto normativo certo di Neutralità Fiscale.

Cosa vuol dire neutralità fiscale?

Vuol dire poter sostanzialmente non pagare delle imposte, non avere una tassazione sul passaggio.

Qual è la logica che sta dietro?

Che non c’è un vero arricchimento da parte di un soggetto che cambia solo la modalità di esercizio, cioè non ha venduto un terzo e ha incassato delle somme. Semplicemente ha cambiato un po’ l’abito, ma la persona è sempre la stessa e il business, l’attività imprenditoriale, è sempre la stessa.

Ora questo se valeva per le Imprese Individuali, non valeva per i Professionisti.

Perché il Professionista innanzitutto, se togliamo il mondo Odontoiatrico, tutte le altre professioni – quindi quelle non mediche – non possono esercitare l’attività professionale in una forma di società di capitali pura. Lo possono fare con la Società tra Professionisti – che può essere una società di capitali – ma siccome si chiama “Società tra Professionisti” ha delle specifiche tecniche. Che sono, nel cito due:

  1. Poter svolgere solo l’attività professionale (quindi solo l’Odontriatria nel caso di specie e non ad esempio l’affitto di spazi a Colleghi, che è una cosa comune ma che teoricamente una società tra professionisti non ha)
  2. L’altro tema della società tra professionisti è che la larga maggioranza – cioè i due terzi dei Soci e Amministratori – devono essere dei professionisti iscritti a un Albo.

Per cui, come dicevo, togliendo la parte dell’Odontoiatria, le altre professioni è solo dal 2011 che possono esercitare l’attività in una forma di Società tra Professionisti.
All’epoca il Governo Monti aveva introdotto questa normativa, che poi è rimasta per 3-4 anni senza neanche dei chiarimenti di tipo fiscale. E quindi di fatto, era una normativa di teoria ma poi un po’ zoppa dal punto di vista dell’applicazione pratica o comunque carente.

Invece l’Odontoiatria come sappiamo, ha questo fenomeno sentito dal 2007-2008 in poi, però certamente ovviamente il ragionamento deve essere fatto come Categoria dei professionisti.

Quindi fino ad oggi, il professionista che voleva passare dalla partita IVA ad una delle varie forme societarie, doveva vendere i suoi beni strumentali, doveva incassare i crediti che aveva prima con i vari Pazienti e ripartire diciamo da zero.
E poteva avere dei problemi su degli aspetti pratici.

Ad esempio, magari il professionista aveva dei debiti per l’attività odontoiatrica o dei leasing (ha fatto magari un finanziamento per comprare una poltrona o una TAC), non c’era un passaggio automatico di questi debiti in capo al nuovo soggetto.
Perciò, se ho dei debiti, devo ovviamente coinvolgere la Banca, l’Istituto di Credito, il finanziatore. Che magari non sempre è d’accordo nel fare ereditare il finanziamento.

Sui leasing questo è ancora più evidente perché il bene non è neanche mio, è della società di leasing io lo sto semplicemente utilizzando in virtù di un contratto.

Sostanzialmente, il passaggio oggi da una partita iva individuale a una società di capitali o di persone, presupponeva quasi una chiusura. Un momento cioè in cui vendo e riparto con un nuovo soggetto.

Magari questo è un problema per Chi dovesse avere delle convenzioni con dei Terzi paganti, così come è un problema sul fronte dei Dipendenti. Problemi ovviamente gestibili, nel senso che comunque questi passaggi si fanno e si sono fatti.
Si trattava di problemi superabili e che richiedevano uno sforzo in più.

Quindi la situazione attuale non era di insuperabilità ma era una situazione in cui soprattutto Colleghi Commercialisti, che magari non se ne erano occupati tante volte, davano a volte degli alert eccessivi. Soprattutto su un tema delicato, che è poi quello del cosiddetto avviamento o del valore della Clientela, che ovviamente nel vostro caso diventa Pazientela.

Quanto vale l’avviamento/ qual è il valore della Pazientela

Forse lo scenario più comune, al netto di chi ha gestito poi il passaggio, molto spesso era più un blocco. Cioè devo dire che il vero vincolo era: Quanto vale l’avviamento del mio Studio/la Pazientela del mio Studio?

È una domanda che può essere legittima ma la risposta è molto difficile da dare, perché cambia moltissimo da caso a caso.
Noi, devo dire ormai settimanalmente, gestiamo trattative interne agli Studi o esterne agli Studi, di acquisti e di vendite di Studi.

E posso dirti che non c’è un metro di paragone identico: lo stesso tipo di Studio, magari con lo stesso numero di riuniti, in un centro abitato con un tot di abitanti, quindi che avrebbe delle caratteristiche simili, fatturati simili, utili magari anche simili, il valore dello Studio cambia molto se c’è un affiancamento nel passaggio generazionale o se non c’è un affiancamento.

Pensa ad esempio se sto tre mesi e poi non ci sono più in Studio: non mi vede più nessuno, i Pazienti magari vanno via in larga parte. Oppure se sto dentro tre anni e favorisco questo passaggio. Ci sono questi estremi. Quindi dire anche “quanto vale uno Studio, quanto vale l’avviamento di uno Studio” può essere molto soggettivo veramente.

Per questo dire che l’avviamento secondo l’amministrazione finanziaria potrebbe venire la tentazione di dire che va pagato in questa fase di passaggio, io per fortuna mi appello più alle norme che nell’ambito tributario sono il nostro faro.
La normativa dice che il passaggio di Clientela, perché parla di clientela, è soggetto a tassazione qualora ci sia un corrispettivo percepito.

Cosa vuol dire corrispettivo?
Vuol dire un prezzo che viene pagato.
Per cui è chiaro che se io ho uno Studio individuale e passo tutta la Pazientela, tutto lo Studio, l’organizzazione a il signor Tizio che non è mio parente e dico che il passaggio è gratuito, posso capire il legittimo dubbio.

Ma se dietro la Società ci sono io, chiaramente non mi sono pagato l’avviamento da solo.

Cosa cambia con la nuova Legge Delega

Andrea:

Ok, cosa cambia adesso? Qual è l’opportunità per i Dentisti adesso di fatto con la nuova Legge Delega?

Alessandro:

L’opportunità attuale è che questa situazione di incertezza o di nebulosità, che devo dire non è che sia incertezza, ma è un insieme di norme un po’ sconnesse, diverse da situazione a situazione. Perché un conto è bene strumentale, un conto è l’avviamento o la Clientela: finalmente viene visto come un insieme.

E quindi questo, da un lato secondo me faciliterà queste operazioni di passaggio.

É voluto proprio per facilitare le riorganizzazioni nell’ambito professionale, che vuol dire cambio di modalità, ma potrebbe voler dire unione di più Studi magari associati che vogliono farne uno più grande.

Quindi credo che avrà un impatto, magari non mesi dopo l’approvazione, ma nel giro di qualche anno, un triennio o un quinquennio.

Proprio di favorire questa unione di più Studi o riorganizzazione di più Strutture.

Come cambia il passaggio da partiva IVA/Studio Associato a Società: il conferimento

Quindi questo vuol dire che, entrando nel pratico, la partita IVA individuale che vuole diventare Società di Capitali, può gestire l’operazione con un’operazione specifica che si chiama conferimento. E che ha delle regole fiscali di neutralità a certe condizioni specifiche e garantisce, soprattutto, di non dover estinguere magari il debito con la banca e doverlo riaprire.

Posso passare il tutto come un insieme.
Quindi con delle questioni attive, i beni strumentali, il magazzino e anche delle voci magari di passività, come possono essere dei debiti, di TFR dei dipendenti e quant’altro.

Quindi semplifica anche la tipologia di passaggio.

Questo vale per la partita IVA individuale e, a maggior ragione, per lo Studio Associato che trasformandosi da una forma di associazione professionale in una forma di società, può avere una continuità giuridica, non si interrompono i rapporti in essere. Vale a dire, ad esempio, che il contratto di locazione, non va chiuso e riaperto ma continua.

Quindi c’è una maggiore semplicità e continua con nessuna tassazione su questo aspetto.

Per fare un esempio pratico, la trasformazione non fa neanche cambiare il numero della partita IVA.

Il risparmio di tempo, di energie e di denaro

Andrea:

Di fatto, questo cambia tutto per il Professionista o lo Studio Associato che vuole fare un passaggio di questo tipo.

Perché risparmia tempo, in quanto tutte le attività che ci sono da fare oggi richiedono tempo.

Risparmia denaro tra la tassazione e tutto il denaro di quei costi occulti per la gestione di chiusure e riaperture varie, che tra l’altro si porta dietro tutta una serie di tematiche.

E poi c’è anche tutta una burocrazia estremamente più semplice: per cui si ottiene anche un risparmio in termini di energie.

Alessandro:

Sicuramente in termini di tempo e di energie, soprattutto nel confronto con il Professionista, questo semplifica.
Da un certo punto di vista, non è detto invece che sia per forza più economico (non relativamente alla tassazione) perchè sia il conferimento che la trasformazione, presuppongono che ci sia una perizia di un Revisore Contabile – che molto spesso è anche Commercialista – che si prende anche la responsabilità di dire che “quello Studio vale almeno X” o che “la trasformazione porta a una Società che ha almeno un capitale sociale di Y”.

Questo presuppone un atto notarile, presuppone una perizia asseverata – che vuol dire giurata – quindi non è detto per forza che a livello di costi professionali costi di meno. Però al di là di questo elemento, dà anche un contesto più lineare.

Poi ovviamente, siccome la norma è in fase di approvazione, devo dire noi ci stiamo studiando di frequente e ci stiamo già cercando di portare avanti, però anche lì non è proprio così banale.
Perché ad esempio, si passa da un criterio di cassa che è quello del Professionista (cioè ho incassato una fattura oggi anche se il lavoro lo farò nell’anno prossimo, oppure ho pagato una fattura di un fornitore anche se dovrò ricevere la merce dopo) a un criterio di competenza che è un criterio di analisi di quando il lavoro è stato eseguito o è stato ricevuto.

Il che potrebbe creare dei buchi o delle doppie tassazioni nella fase di passaggio.
Su questo la normativa, ci ha già pensato e ha segnalato che non ci dovranno essere né buchi di tassazione né doppie imposizioni.

Questa è la teoria, poi ovviamente in pratica bisogna capire meglio.

Ci sono poi, qui entriamo nel super tecnico, una serie di agevolazioni che, a fronte di un pagamento – sono consentite ai Contribuenti che gestiscono queste cosiddette “operazioni straordinarie” – danno la possibilità di riaumentare i valori delle immobilizzazioni già in qualche modo tutte ammortizzate.
Chiaro, poi bisogna capire se ne vale la pena oppure no.

Andrea:

Lo hai detto all’inizio e io lo condivido pienamente.

La partita, tra chi la gioca sotto forma di partita IVA e chi la gioca sotto forma di società, si porta dietro delle differenze che per il professionista con la classica partita IVA sono al limite dell’ingiustizia o meglio la Società ha dei vantaggi che sono infiniti.

Adesso, questo passaggio di forma – che prima presuppone che lo Studio Dentistico arrivi delle performance per cui valga la pena pensare a tutto questo – finalmente ha pianato una delle altre ingiustizie che c’erano nella questione.

L’entrata in vigore del Decreto

Andrea:

Lavorando da tanti anni con Voi, ho visto che quando escono, come ad esempio uscita ad agosto la Legge Delega, mancano poi i decreti attuativi e quindi non si sa nella pratica come questa roba va applicata concretamente.

Per cui, è uscita la bozza del Decreto attuativo, che spiega come mettere tutto questo nella pratica.
I rumors quando dicono che dovrebbe andare in approvazione totale?

Perché magari qualcuno che è in mezzo a questo dice “Cavolo mi conviene aspettare un mese, due mesi, conviene aspettare per un farlo…”

Alessandro:

Verosimilmente dovrebbe uscire intorno alla fine di luglio. Quindi prima delle vacanze estive, sennò potremmo andare a settembre ma credo che questo tipo di passaggi, sia saggio programmarli e portarsi avanti.
Perché poi c’è tutto il tema dell’autorizzazione con l’Ente della Sanità Locale (ASL o ATS che sia), che non è da sottovalutare.

Ne parlo perché ho visto delle operazioni bloccate per anni perché non arrivava l’autorizzazione dall’ASL.
Cosa che peraltro, purtroppo, cambia da regione a regione, quindi va poi fatto un approfondimento di dettaglio purtroppo. Qui c’è il negativo del federalismo.

Andrea:

Io faccio fatica a comprendere perché una Persona che paga lo stesso livello di tasse, in un posto abbia delle regole del gioco diverse rispetto ad un altro… Però è un tema sul quale preferisco non entrare.

Alessandro:

È un fatto, esatto.

Quindi, dicevo, verosimilmente gestire questo tipo di operazioni da settembre in poi, ecco.
Perché altrimenti si rischia di agire su una bozza di decreto. Bozza che, ripeto, che non dovrebbe subire grandi variazioni proprio perché è scritta bene.
Poi di lì potrebbero esserci le interpretazioni della dottrina e dell’Agenzia delle Entrate, però diciamo che sono molto più confidente, rispetto ad altre situazioni in cui le norme sono scritte in modo più generico.

Qui le norme sono scritte bene, anche perché vanno a mutuare la normativa per le Società, quindi è anche forse un filo più facile su alcuni argomenti, che non dovrebbero lasciare tanto spazio all’interpretazione.

In conclusione

Andrea:

Alessandro intanto grazie.

Se ti va bene, do la mail e il telefono dello Studio in modo tale che se tra i lettori e ascoltatori del Podcast, c’è qualcuno e che ha bisogno di supporto da questo punto di vista vi può contattare.

Ecco i contatti dello Studio Terzuolo e Brunero:
– mail info@tbea.it
– telefono dello Studio di Milano 02/40 70 1626

Il webinar gratuito sulla Neutralità Fiscale


Qualche settimana fa, per i nostri Clienti dell’Accademia per lo Sviluppo Imprenditoriale dello Studio Dentistico, abbiamo organizzato un webinar di un paio d’ore dove siamo entrati nei dettagli di tutto questo argomento, in una modalità decisamente più fruibile di quella di un podcast.

Perché alcune cose, è bello vederle anche con degli esempi pratici e numerici.

Arrivato quindi alla fine di questo episodio del podcast in cui ti abbiamo dato un’infarinatura del concetto, ti invito ad approfondire maggiormente l’opportunità che si cela dietro questo cambiamento.

In questo link >>https://bit.ly/accedi-al-webinar-neutralità-fiscale puoi accedere gratuitamente alla registrazione del Webinar in cui Alessandro ed Umberto hanno spiegato molto bene la situazione attuale, le implicazioni della situazione attuale, e hanno fatto un’analisi molto dettagliata di tutte le opportunità e di tutti i benefici.

Abbiamo deciso di renderlo disponibile proprio per l’alto potere informativo che ha ed è il naturale approfondimento di questa puntata.
Uno strumento per capire bene la questione e avere delle informazioni in più con le quali andare dal proprio Commercialista.

Alessandro grazie mille anche per la chiarezza espositiva.

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