La Legge sull'Equo Compenso
Una Legge recentemente approvata dal Parlamento e che farà a lungo parlare…
La legge sull’equo compenso (Legge 21 aprile 2023, n. 49) è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 5 maggio 2023 e definisce l’equo compenso come la corresponsione di un compenso proporzionato alla quantità e qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche delle prestazioni professionali [1].
Il Principio cardine della Legge sull’Equo Compenso
Le nuove regole in materia di equo compenso sono finalizzate ad assicurare al Professionista un compenso commisurato al valore della prestazione e a rafforzarne la tutela nel rapporto contrattuale con Enti Pubblici, Banche e Imprese Private che, sussistendo specifiche dimensioni o fatturato, sono ritenute contraenti forti [3]. Il Principio cardine pone in luce infatti la necessità per tutte le Prestazioni Professionali – non solo relative all’ambito Medico o in special modo Odontoiatrico – il pagamento di un compenso equo qualora svolte in regime di convenzione con un Soggetto Terzo c.d. “Attore economico forte” (es. Banche e Assicurazioni cioè Società che abbiano almeno 50 dipendenti o più di 10 milioni di fatturato all’anno).Ambito di applicazione della Legge
Questa Legge è stata emanata su “stimolo” degli Avvocati ma si applica a tutte le Realtà Professionali. Gli anni scorsi hanno dimostrato come la regolamentazione delle prestazioni erogate in convenzione, fosse molto complicata portando Studi Dentistici:- ad accettare di erogare prestazioni in perdita;
- a subire ritardi nei pagamenti;
- a rifiutare di stipulare convenzioni, rinunciando di fatto ad una fetta di Mercato.
L’obiettivo della Legge sull’Equo Compenso
La Legge si pone un duplice obiettivo. Da un lato difendere i Professionisti, trovandosi in posizione di “debolezza economica” rispetto alle Banche e alle Assicurazioni. Guardando ai Professionisti, l’obiettivo della legge pertanto, è quello di fornire uno strumento di tutela ai Professionisti contro i grandi committenti e impedire pratiche di concorrenza sleale tra Professionisti[1]. Dall’altro lato, la Legge si pone l’obiettivo di tutelare l’utente finale (il Paziente) a non vedersi erogare prestazioni sottocosto, con il conseguente potenziale rischio di mettere a repentaglio la propria Salute.La proposta di regolamentazione dei compensi
Tra le previsioni della Legge, c’è quella dell’introduzione di un tariffario minimo (da applicarsi nel caso in cui le prestazioni siano – appunto – pagate dalle Assicurazioni Sanitarie). Tale tariffario al momento è stato stilato solamente per la professione forense mentre è previsto che venga successivamente formalizzato quello per le altre Professioni. In special modo, quello relativo alle Professioni mediche dovrà essere approvato e predisposto di concerto con il relativo Ordine dei Medici. Che poi, biennalmente, verrà rinnovato (confermato o modificato) con il Ministero della Sanità.Le clausole delle convenzioni
La Legge introduce anche dei limiti nelle clausole che le Assicurazioni possono inserire nelle loro convenzioni. Tra i principali limiti introdotti, troviamo il divieto di prevedere prestazioni gratuite (ivi incluse le visite) e la nullità di pagamenti che vadano oltre i 60 giorni. É prevista anche la nullità di clausole che prevedano il pagamento di una tariffa per l’utilizzo di software connessi alla gestione della convenzione. Sono nulle per Legge inoltre, le pattuizioni e le clausole che vietano al Professionista di richiedere acconti nel corso della prestazione, consentono al Cliente di modificare unilateralmente le condizioni del contratto o attribuiscono al committente vantaggi sproporzionati[3]. La Legge introduce altresì la possibilità per il Libero Professionista di adire alle vie legali, qualora lo stesso ravvisi:- un compenso che non rispetti il Principio di Equità;
- mancato rispetto dei tariffari;
- clausole vietate dalla Legge.